Sulla Capo d’Anzio è scontro istituzionale. Dopo la decisione dei liquidatori di licenziare il personale, bloccando di fatto l’operatività portuale, si è scatenata una vera bagarre.
Reazioni piccate da esponenti politici che chiedono a gran voce di salvare il salvabile, accuse da parte di altri al centro destra reo, con le sue azioni di aver prodotto nei fatti il fallimento della Capo d’Anzio, imprenditori pronti a rilevare l’attività, creditori pronti a subentrare nella gestione.
Ma di certo nessuno si aspettava che questa situazione degenerasse ancora di più.
Ci ha pensato il commissario prefettizio Antonella Scolamiero, che amministra Anzio, ad infuocare ancora di più la vicenda facendo arrivare una diffida nei confronti dei curatori fallimentari nominati dal tribunale di Velletri volta a “garantire la sicurezza pubblica, l’igiene e la sanità, nonché la sicurezza della navigazione sulle aree negli specchi acquei oggetto della concessione demaniale marittima, rilasciata dalla regione Lazio in data 21.09. 2011, attualmente ancora in essere”.
Una diffida che ha un sapore particolare, in quanto i liquidatori della Capo d’Anzio avevano avuto nei giorni scorsi un colloquio con i commissari prefettizi, i quali non potevano non sapere quali erano le mosse che i liquidatori avrebbero messo in piedi nei giorni seguenti.
Appare strano però, anche se potrebbe essere una mera coincidenza, l’invio della diffida pressoché in concomitanza dell’incontro tra i commissari prefettizi e i due ex sindaci di Anzio, De Angelis e Bruschini, coloro per intenderci che, con le scelte amministrative, hanno prodotto la Capo d’Anzio e il suo conseguente fallimento.
Proprio questo incontro, richiesto e pressoché immediatamente concesso, ha scatenato non poche polemiche, soprattutto da parte di liste civiche, partiti e movimenti che da mesi se non anni, hanno chiesto, per iscritto di essere ricevuti, non ricevendo neanche una risposta da parte dei commissari prefettizi.
Ora, se è comprensibile che i commissari prefettizi non vogliano farsi tirare per la giacca da nessuno, declinando inviti e richieste di incontro, aver ricevuto i due ex sindaci, per altro al centro anche delle vicende che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, lascia alquanto perplessi.
Senza mezzi termini Alternativa per Anzio “Al culmine della crisi del Porto di Anzio bloccato dal fallimento della Capo d’Anzio, sono stati ricevuti dalla Presidente della Commissione Straordinaria Antonella Scolamiero, gli ex-sindaci Luciano Bruschini, Candido De Angelis e l’ex consigliere Marco Maranesi.” Afferma Alternativa per Anzio
“Cioè proprio coloro che hanno la responsabilità politica e amministrativa del disastro che stiamo vivendo in questi giorni, per non parlare della responsabilità, per ora solo politica, dello scioglimento per infiltrazioni mafiose.” Prosegue la nota di APA
“A questo punto ci vengono spontanee alcune domande: perché la Prefetto ha ritenuto opportuno riceverli proprio in questo momento? Cosa le hanno detto o chiesto?
Soprattutto, ci lascia senza parole il fatto che a gennaio scorso abbiamo inviato una PEC alla Commissione straordinaria per essere ricevuti proprio in merito alla complicata situazione della Capo d’Anzio spa. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta.” Afferma Alternativa per Anzio che proprio su questo argomento avrebbe sicuramente, come ha già fatto, diverse cose da dire.
“Così come non siamo stati ricevuti quando abbiamo chiesto un incontro con altre numerose associazioni per discutere di una proposta di co-programmazione e co-progettazione dei servizi sociali e culturali.“
“A parte questo rimane gravemente inopportuno che siano stati ricevuti esponenti politici responsabili dello scioglimento per mafia, su una questione che peraltro hanno causato loro”. Conclude la nota Alternativa per Anzio che non risparmia critiche e perplessità sulla diversa modalità di comportamento da parte dei Commissari prefettizi
La diffida del prefetto Scolamiero è un richiamo alla responsabilità dei curatori fallimentari, i quali per altro come già dichiarato a laspunta.it, stanno operando la fase di ricognizione e se dovranno prendere delle decisioni, le comunicheranno ufficialmente dopo l’autorizzazione del magistrato.
Una copia della diffida è stata inoltra anche al Prefetto di Roma. Nella diffida indirizzata ai liquidatori, c’è un passaggio che lascia spazio a diverse interpretazioni. La Commissaria prefettizia ha infatti dato disposizioni “al dirigente area Ambiente e Patrimonio affinché valuti la sussistenza dei presupposti che giustifichino il mantenimento in essere della concessione marittima, di cui trattasi, rilasciata a favore della Capo d’Anzio S.p.A.“
Quindi il Commissario Prefettizio chiede agli uffici comunali di verificare se sussitano, alla luce della situazione attuale, le condizioni per lasciare alla Capo d’Anzio la concessione marittima.
Cosa significa ciò? Che il Commissario prefettizio vuole revocare la concessione e riportarla in capo al Comune? E per farci cosa? Metterla a bando o affidarla a trattativa privata urgente per la gestione temporanea dei servizi portuali?
Forse è questo il motivo degli incontri che ci sono stati con i responsabili della Marina di Nettuno, società che gestisce il porto turistico?
I Commissari prefettizi in questo modo vorrebbero salvaguardare parte del patrimonio comunale, gestendo direttamente la concessione, visto che non sussisterebbero le condizioni dell’affidamento alla Capo d’Anzio?
Ma ancora alcune domande. Come mai si è arrivati a tutto ciò? Come mai non si è travata una soluzione tra i liquidatori e i commissari prefettizi del Comune per coniugare l’esigenza di effettuare la ricognizione propedeutica all’adunanza dei creditori di ottobre prossimo e l’esigenza di mantenere attivo un servizio che, soprattutto, in questo periodo è necessario?
Ma soprattutto. Perché il commissario prefettizio, che come comune detiene le quote della Capo d’Anzio, diffida i liquidatori che dovrebbero consentire alla parte pubblica di recuperare ben 800 mila euro di soldi dei cittadini, che il comune – ben prima del commissariamento – ha “prestato” senza mai riaverli dalla Capo d’Anzio?
Perché i liquidatori, perentoriamente hanno licenziato il personale e di fatto, interrotto le attività della stessa società per la quale dovrebbero curare gli interessi, soprattutto dei creditori?
Forse anche i curatori fallimentari hanno intenzione di affidare a terzi la gestione, o di proseguirla in house, ma per farlo avevano bisogno di tagliare i ponti con la vecchia gestione?
Solo nei prossimi giorni si saprà la verità. Intanto i diportisti non vengono aiutati neanche dalla Capitaneria di Porto che in questa vicenda fa solo da spettatore, invece di mettersi a disposizione, dal punto di vista istituzionale, almeno per evitare il rischio che la situazione possa degenerare.
Per gli utilizzatori del porto, solo disagi e, per ora, soldi spesi per non avere nessun servizio in cambio. Tornerà utile a loro e ai cittadini questo braccio di ferro?