È stato l’artefice, con il suo esposto alla Procura della Repubblica, del processo a carico della ditta Leoni che gestisce in concessione d’uso decennale i boschi di Velletri.
A fianco all’ex Sindaco Pocci non ebbe esitazione a contestargli la decisione della riattivazione della concessione, attraverso l’applicazione dell’art. 80 del codice degli appalti.
Ha contributo, con la sua campagna elettorale a fare il pieno dei voti in montagna ed oggi è il segretario cittadino di Difendere Velletri che ha, nell’attuale maggioranza di destracentro, quattro consiglieri ed un assessore.
Stiamo parlando di Carlo Quaglia, che da sempre è stato sensibile ai temi che riguardano il bosco dell’Artemisio. A lui siamo andati a chiedere la sua opinione su quanto sta accadendo e sui fatti che la spunta sta pubblicando.
“Posso solo ribadire quanto già detto in sede processuale – ha esordito Carlo Quaglia – ovvero che l’idea della concessione d’uso per la gestione del bosco di Velletri fu partorita dalla giunta Servadio, all’incirca sei mesi prima della fine del suo mandato di sindaco.”
La concessione d’uso è relativa alla gestione silvocolturale di circa 577 ettari del bosco di Velletri.
Nel processo in corso al Tribunale di Velletri, la cui prossima udienza sarà febbraio 2025, si sta discutendo di tre lotti di taglio, il 24 A, il 29 A e il 29 B, avviati e conclusi tra il 2018 e il 2020, nei quali sono stati certificati danni provocati per l’abbattimento di 331 matricine che non dovevano essere abbattute, in quanto dovevano restare a dote del bosco.
Per quale motivo lei non ha sostenuto il sindaco uscente Pocci nella scorsa elezione amministrativa?
“Il sindaco Pocci ha evidenti responsabilità su questa vicenda della concessione dei boschi di Velletri. Il capitolato prevede che se riscontrate almeno tre irregolarità, si poteva procedere non solo alla sospensiva ma alla revoca della concessione d’uso e il sindaco Pocci non volle procedere al riguardo. Per questo non l’ho sostenuto in campagna elettorale”
Ma perché non si è relazionato con gli uffici?
“Non scherziamo. Mi sono sempre relazionato con il dirigente arch. Candidi e con il sindaco. Dopo aver accertato i danni nei tre collaudi sono stato costretto a prendere la decisione di interrogare il consiglio comunale e subito dopo a presentare un esposto alla Procura della Repubblica.”
Ma l’amministrazione comunale fece la sospensione della concessione che poi fu riattivata dopo poco più di un mese, come giudica questa decisione?
“Una decisione che non ho assolutamente condiviso, perché è stato permesso alla ditta di poter continuare a lavorare fino alla sentenza definitiva di questo processo, utilizzando l’art 80 del codice degli appalti. Ma non si può fare. Il bosco di Velletri non è’ stato dato in appalto ma in concessione d’uso decennale.”
Come è potuto accedere una cosa simile? Possibile che i tecnici del comune non abbiano valutato questi aspetti?
“Questo lo dovreste chiedere all’arch. Candidi, come sia stato possibile. Una cosa è certa. La sospensiva poteva già diventare revoca e il sindaco Pocci non intese proseguire per questa strada.”
“La ditta per avere la riattivazione della concessione avrebbe dovuto fare ricorso al Tar, invece gli avvocati della ditta si incontrarono con quelli del Comune e nacque la possibilità di riattivare la concessione, invocando l’applicazione dell’articolo 80 del codice degli appalti. Ripeto cosa centra il codice degli appalti con una concessione d’uso decennale?”
Ritiene essere questo un errore?
“Un grosso errore. Come si fa a riattivare come appalto una concessione d’uso su un patrimonio demaniale pubblico? Sono certo che il sindaco Pocci fosse informato di quanto stesse accadendo”.
“Sono perplesso che l’avvocatura del comune, accettò un confronto con gli avvocati della ditta, quando si sarebbero dovuti rivolgere al Tar e soprattutto sono perplesso della soluzione trovata.”
Allora il consigliere comunale Sergio Andreozzi sta facendo bene a promuovere una interrogazione?
“Certo che sì. Andreozzi nella scorsa consiliatura rivestiva il ruolo delicato di presidente del consiglio, un ruolo di garanzia ed eravamo stati eletti nella stessa lista civica. Oggi quale consigliere comunale prosegue una battaglia cominciata da me.”
“Non solo. Tra i documenti in mano al consigliere Andreozzi c’è il collaudo effettuato dal dr. Mizzoli dell’ottobre del 2023 se non sbaglio, che ha accertato un ulteriore danno di ben 56 alberi tagliati in difformità.”
“Si tratta di un lotto sul quale il sopralluogo fu fatto l’8 aprile del 2020 e che il dr Mizzoli ha concluso come collaudo solo pochi mesi fa. Di questi 56 alberi tagliati impropriamente ne ho fatto menzione nell’interrogatorio nell’udienza scorsa in Tribunale”
Un collaudo del 2020 terminato nel 2023 come mai?
“Ci sono stati dei problemi relativi all’individuazione dei collaudatori e i tempi si sono allungati. Ma va detto che questo ulteriore danno di 56 alberi sarebbe ben più grave dei tre già contestati e per i quali si sta facendo un processo.”
“Questi danni sono successivi a quelli sui quali la Procura ha avviato il processo e già questo basterebbe per la revoca della concessione, senza considerare che sono presenti altre problematiche che mi auguro vengano messe in luce.”
“Ho fatto segnalazioni sugli eventuali rischi idrogeologici, basta vedere come sia stato fatto il taglio che arriva sotto le case in contrada Tevola.”
Insomma questi lavori in concessione o in appalto sono un vero pasticcio?
“Lo dite voi, ma quanto sta accadendo è sotto gli occhi di tutti e bisogna inevitabilmente fare un riassunto.”
“La concessione d’uso del bosco risale al 2008, con l’allora sindaco Fausto Servadio (giunta di centro sinistra a guida pd, oggi lo stesso Servadio è assessore ai lavori pubblici con il sindaco di destracentro Cascella n.d.r.)”
“Quella concessione fu votata all’unanimità dal consiglio comunale. Poi la ditta ha cominciato ad operare e da subito ci sono stati dei problemi che si è cercato di superare, fino all’epilogo del mio esposto del giugno del 2022 e il rinvio a giudizio arrivato a fine 2022.”
“A gennaio del 2023 venne fatta la sospensione della concessione poi riattivata poco più di un mese dopo con la soluzione dell’applicazione dell’articolo 80 del codice degli appalti”.
Un’escamotage…
“Chiamatelo come volete. La concessione non è stata trasformata in appalto pubblico. La concessione può essere revocata e serve un passaggio in consiglio comunale, che l’ha votata”.
“Un appalto può essere eseguito con il solo parere della giunta. Ma c’è dell’altro sul quale bisogna fare attenzione. L’area nella quale si sta lavorando è un’area SIC (sito di interesse comunitario) e ZPS (zone di protezione speciale.)”
“In queste aree non è possibile aprire nuove piste, è vietato fare movimenti terra, bisogna fare estrema attenzione a come si lavora per non rovinare il sottosuolo che crea l’habitat anche per le specie animali.”
“Dalle foto che vedo mi pare che si stia facendo altro. In quelle aree non si possono utilizzare i cingolati, ma i trattori gommati, usare le piste esistenti, effettuare il rotolamento degli alberi oggetti di taglio e se non basta effettuare il trasposto con le funicolari, fino alle aree di stoccaggio dove possono essere caricate, come scritto nei progetti redatti dall’agronomo Dezzi.”
“Da quello che sto leggendo e da quanto mi raccontano starebbe avvenendo tutt’altro. Bisogna tenere conto dei vincoli, idrogeologici, archeologici, dei vincoli disposti dal regio decreto del 1923, della legge 1497 sui vincoli paesaggistici e della legge Galasso.”
“Usare i cingolati significa realizzare piste forestali carrabili, diverso dalle piste esistenti, fare sbancamenti dovrebbe comportare un sequestro dell’area. E nessun ripristino dei luoghi a posteriori sanerebbe la situazione.”
Ma adesso come segretario di Difendere Velletri che in campagna elettorale ha chiesto a gran voce la revoca della concessione, può fare quello che il precedente sindaco Pocci non ha fatto…
“Per noi la concessione va revocata e va revocato anche l’utilizzo dell’articolo 80 del codice degli appalti in quanto improprio. Deve ritornare ad essere concessione e se ne deve discutere in consiglio comunale. Al sindaco Pocci chiederemo di spiegare pubblicamente perché non fece la revoca.”
Ma il sindaco Cascella cosa dice al riguardo?
“Non lo so. Credo però che non debba sottovalutare questa situazione.”
Ma intanto i lavori proseguono, secondo lei perché il direttore dei lavori non interviene?
“Il direttore dei lavori è una figura che non è contemplata nella concessione d’uso. Addirittura questa nomina non prevista dalla concessione, potrebbe determinare un danno erariale. L’unica figura contemplata era il guardiaboschi, oggi ce ne sono due. Ricordo a tutti che il guardiaboschi è una figura di garanzia per l’amministrazione comunale, di vigilanza e di segnalazione, cosa stiano facendo non lo so.”
“Sono perplesso, come sono perplesso del sovrintendete tecnico, l’agronomo Dezzi che è il redattore dei progetti ed oggi anche sovrintendente tecnico, non so se le due figure siano compatibili.”
Così come non capisco i vigili urbani. Che controlli stanno facendo, ammesso che li stiano facendo? Tra l’altro se si sta facendo lavorare la ditta con l’articolo 80 dovrebbe intervenire la squadra edilizia del comune di Velletri”
Ma i guardiaparco cosa potrebbero fare?
“Sono agenti di polizia giudiziaria e dovrebbero avere competenze sulla 1497, a meno che le aree non ricadino fuori dai vincoli del parco, ma una segnalazione, se riscontrato delle anomalie, potrebbero quanto meno sollevarla.”
“Sono però preoccupato, perché questi fatti stanno accadendo un pò dovunque, non solo a Velletri, anche nei comuni vicini e un pò dappertutto. Andrebbero raddoppiati gli sforzi in termini di prevenzione e controllo perché i boschi sono patrimoni di tutti i cittadini”