I lavoratori dello stabilimento di Stellantis a Cassino hanno bloccato l’ingresso con una manifestazione piena di preoccupazione e rabbia. Addirittura, un lavoratore ha tentato di gettarsi sotto una macchina, un gesto estremo che testimonia il livello di esasperazione accumulato in anni di incertezze. Questa tensione è sfociata nello sciopero odierno, a seguito delle recenti dimissioni di Carlos Tavares, dimissioni che molti definiscono “dorate” per la buonuscita milionaria del manager.
Negli ultimi giorni, la notizia del mancato rinnovo della commessa a Trasnova ha reso ancora più chiaro lo scenario di totale abbandono a cui sono costretti i lavoratori. Un quadro aggravato dalle prestazioni di Stellantis in borsa, dove il valore azionario ha subito un calo significativo negli ultimi mesi. Era evidente da tempo che l’Italia, un tempo “gallina dalle uova d’oro” per la famiglia Agnelli-Elkann, avesse perso centralità strategica nonostante le ingenti risorse pubbliche che negli anni hanno permesso di mantenere a galla il gruppo. Ora, però, il panorama sembra drasticamente mutato. Il Parlamento deve quasi implorare i vertici di Stellantis per ottenere un’audizione, come l’ultima con Tavares, percepita da molti come un esercizio retorico privo di reali conseguenze.
Oggi i lavoratori sanno di trovarsi davvero sull’orlo del baratro. I sindacati, pur attivi, sembrano avere un peso limitato di fronte a una crisi così complessa. Non basta invocare rivolte: le battaglie devono essere contestualizzate in una realtà industriale in profonda trasformazione. Il settore dell’automotive in Europa sta attraversando una crisi profonda, e in Italia la situazione è aggravata da anni di strategie incerte da parte di Stellantis. Inoltre, il piano di conversione all’elettrico sta mettendo l’Europa in una posizione di svantaggio competitivo rispetto a colossi industriali come Corea, Giappone e Cina, che dominano il mercato delle auto elettriche.
Per i lavoratori di Stellantis si preannuncia un Natale di battaglia: non accettano di vivere nell’incertezza, anche se lo scenario appare ormai delineato. La famiglia Agnelli-Elkann, nonostante stipendi e buonuscite milionarie, non è riuscita a garantire risultati all’altezza delle aspettative.
Intanto, a Cassino si vivono giorni di grande tensione. L’indotto legato a Stellantis rischia di collassare, con gravi ripercussioni sul tessuto economico e sociale del territorio, già messo a dura prova.