La crisi dell’industria automobilistica in Italia si fa sempre più grave, con un colpo durissimo al sistema occupazionale legato all’indotto Stellantis. La notizia che in molti temevano è arrivata: Stellantis non rinnova la commessa a Trasnova, azienda leader nella movimentazione e spedizione di auto. Una scelta che acuisce in maniera significativa la già pesante crisi occupazionale.
La scelta di Stellantis di non rinnoverà il contratto con Trasnova, mette a rischio il futuro di oltre 100 dipendenti e accende le proteste nei principali siti industriali italiani.
Ma cos’è Trasnova?
Trasnova, con sede anche a Cassino, opera in alcuni dei principali stabilimenti Stellantis in Italia, tra cui Mirafiori, Pomigliano, Melfi e appunto Cassino. L’azienda è specializzata nella gestione logistica e nella spedizione dei veicoli prodotti dal colosso automobilistico, rappresentando un anello fondamentale nella catena dell’automotive. Tuttavia, l’annuncio del mancato rinnovo della commessa da parte di Stellantis, previsto per il 31 dicembre 2024, apre scenari drammatici per i lavoratori, già provati dall’uso prolungato degli ammortizzatori sociali.
I lavoratori già in sciopero
La decisione di Stellantis ha inasprito una situazione già critica. Da giorni, i dipendenti di Trasnova sono in sciopero in vari stabilimenti, incluso Cassino, dove presidi e manifestazioni sono in corso. Anche negli stabilimenti di Mirafiori, Pomigliano e Melfi, i lavoratori hanno organizzato azioni di protesta, evidenziando il timore che la mancata commessa comprometta definitivamente i posti di lavoro. A Torino, il presidio davanti alla porta 15 dello stabilimento di Rivalta si è trasformato in una mobilitazione permanente.
“Questo è l’ennesimo segnale che Stellantis sta gradualmente smantellando la sua presenza industriale in Italia,” denuncia Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. Un’accusa condivisa anche dai rappresentanti sindacali, che puntano il dito contro la multinazionale per aver ignorato gli appelli a una maggiore responsabilità sociale.
Un colpo devastante per Cassino
Tra gli stabilimenti colpiti, Cassino subisce un impatto particolarmente grave. Oltre alla perdita diretta di posti di lavoro in Trasnova, la crisi rischia di trascinare a fondo anche altre aziende subappaltatrici.
Una situazione che, secondo i sindacati, potrebbe creare un “deserto industriale” in un territorio già segnato dalla progressiva riduzione delle attività industriali.
“Siamo al fianco dello sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici Trasnova,” commenta Grimaldi, “le commesse con Stellantis scadranno il 31 dicembre, e gli ammortizzatori sociali possibili finiranno. L’atto finale di Stellantis in Italia è cominciato.”
Le richieste delle parti sociali
I sindacati hanno chiesto un intervento urgente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, esortando Stellantis a rivedere la propria posizione o ad assorbire i lavoratori di Trasnova. Senza una soluzione, si teme che il 2025 possa diventare un anno ancora più critico, con la fine degli ammortizzatori sociali e l’esaurimento delle risorse per tutelare l’occupazione.
Un quadro preoccupante per il futuro dell’automotive italiano
La vicenda Trasnova è solo l’ultimo capitolo di una crisi più ampia che investe il settore dell’automotive in Italia. La decisione di Stellantis sembra confermare una tendenza di progressivo disimpegno dal Paese, con conseguenze devastanti per l’occupazione e il tessuto industriale locale.
Ora, tutte le speranze sono riposte nell’impegno delle istituzioni e nella capacità di mobilitazione delle parti sociali. Cassino e l’Italia intera rischiano di pagare un prezzo altissimo se non verranno prese misure concrete per salvaguardare il futuro dei lavoratori e dell’industria automobilistica nazionale.