Basterà la manifestazione dimostrativa per svegliare le coscienze degli amministratori? In tanti se lo domandavano alla fine dell’iniziativa promossa dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, che hanno ripetuto la “secchiata” questa volta al lago di Castel Gandolfo.
Un sabato primaverile ha fatto da cornice all’iniziativa, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone giunte anche da comuni limitrofi, per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulla situazione dei laghi dei Castelli Romani.
Una catena umana che ha trasportato dei secchi d’acqua dalla fontana del Bernini in piazza della libertà fino alla foce del lago, per riempirlo simbolicamente e sottolineare però il progressivo ed inesorabile abbassamento del livello del lago di Castel Gandolfo.
Questa volta il focus si è acceso sul lago di Castel Gandolfo che dal 1960 ha perso oltre 7 metri di livello e oltre 40 milioni di metri cubi di acqua, tanto che cominciano ad affiorare reperti e altri oggetti che sembravano essere spariti nel nulla.
Una situazione di svuotamento del catino castellano che non trova un freno, anzi più tempo passa e più acqua verrà pompata dal lago. Se non si invertirà la tendenza con azioni mirate e con senso di responsabilità dei politici la situazione non potrà che peggiorare.
Lo dicono in tanti, non solo i comitati o i cittadini, ma anche autorevoli esperti, professori universitari, biologi, ma agli amministratori di Castel Gandolfo da una parte e di Albano dall’altra sembra proprio non importare nulla, o quasi.
Prova ne è il progetto del nuovo acquedotto che il comune di Albano vuole costruire per servire d’acqua le ville di Monte Gentile e che porterà i prelievi di acqua dagli attuali 2 milioni ai 12 milioni di metri cubi. Un vero salasso d’acqua.
Lo hanno spiegato bene nei loro interventi i rappresentanti di Italia Nostra, del Comitato Protezione Boschi, Maurizio Bocci scrittore e fervente difensore dell’ambiente.
“Chiediamo lo stato di emergenza dei laghi – ha detto Andrea Silvestri del Comitato Protezione Boschi – e chiediamo che vengano fermati i progetti di insediamento urbanistico e di consumo del suolo che porteranno sicuramente a rendere impermeabilizzato il terreno che non potrà drenare più l’acqua nella falde del lago.“
“Basta cemento, basta sprechi, basta pozzi abusivi. Bisogna ripensare la salvaguardia del territorio e renderlo compatibile alle esigenze e alla fruibilità dei cittadini. Il nuovo acquedotto sarà realizzato abbattendo una settantina di alberi e questo sembra non interessare a nessuno, tranne che a noi e ai cittadini sensibili.” ha aggiunto Silvestri
“I laghi di Castel Gandolfo e Nemi sono due laghi di origine vulcanica e da anni sono sotto attacco di speculazioni di ogni tipo. Si potrebbero utilizzare i fondi del PNRR per affrontare e dare delle risposte al depauperamento dei nostri laghi“. ha proposto Silvestri
Non poteva mancare un riferimento al Parco Regionale dei Castelli Romani, che da anni ormai non svolge più nessuna funziona ed anzi, in questo ultimo periodo si sta specializzando in eventi, piuttosto che fungere da ente sovracomunale regolatore, vigile nell’evitare speculazioni. Invece da anni l’Ente è relegato ad un ruolo sempre più di passacarte, amorfo, e senza più quella spinta originaria di un Ente che doveva salvaguardare e valorizzare l’enorme patrimonio ambientale dei Castelli Romani.
“Ormai ai Castelli Romani vivono circa 400 mila abitanti, molti dei quali provengono dalla Capitale, contro i 250 mila di qualche anno fa. Alla sempre più richiesta di acqua si sommano le perdite dell’acquedotto che disperde l’acqua potabile. L’eccessivo insediamento urbanistico, sta compromettendo la capacità della falda di autoalimentarsi, con le acque piovane che confluiscono nei fossi e vanno direttamente a mare, è giunto il momento di fare investimenti non per lottizzazioni o centri commerciali ma per azioni di tutela e salvaguardia ambientale” Ha sottolineato Andrea Silvestri.
Anche Enrico del Vescovo di Italia Nostra ha specificato alcune situazioni “Alle speculazioni, e ai continui emungimenti di acqua e ai nuovi acquedotti, non dimentichiamoci il progetto dell’inceneritore di Santa Palomba al quale serviranno altrettanti milioni di metri cubi di acqua per raffreddare gli impianti e dove la prenderà l’acqua?” Ha affermato Del Vescovo.
“Non si può restare indifferenti – ha proseguito citando Gramsci – e noi cittadini ci siamo e non vogliamo essere indifferenti. E siamo indignati di fronte all’indifferenza di Acea, che prosegue nella sua opera di sfruttamento delle risorse naturali. Siamo sconcertati di fronte al progetto dell’acquedotto che avrà un impatto sul lago devastante.” Ha aggiunto l’esponente di Italia Nostra, che non ha risparmiato critiche alla classe politica
“La politica è indifferente, assente su questi problemi e continuano a fare varianti urbanistiche che consumano suolo a vantaggio del cemento, ignara o volutamente ignorando la delibera regionale 445 del 2009 che riguarda i provvedimenti a tutela dei bacini idrici dei laghi di Castel Gandolfo e Nemi. Ma questi adempimenti vengono rispettati?“
Tra i cittadini intervenuti non è passato inosservato l’intervento di Maurizio Bocci, giornalista, scrittore, con anima ambientalista. “La crisi del lago ha origini lontane ed è un problema che si trascina da 30 anni, da quando è cresciuta esponenzialmente la popolazione residente. Alla fine degli anni 70 vivevano in questo territorio 170 mila persone, oggi siamo vicini alle 400 mila.” Ha detto Bocci aggiungendo
“Sono aumentate le utenze è aumentata sempre di più la richiesta di acqua. Questo aumento ha prodotto anche una cementificazione importante che ha provocato l’impoverimento degli emissari sotterranei. Il lago di Castel Gandolfo si alimenta dagli emissari sotterranei e le falde si alimentano attraverso il fenomeno del ruscellamento. L’acqua piovana scende nel terreno e alimenta le falde, per fare questo ci impiega 15 anni. Oggi la falda si abbassa per gli effetti di questa cementificazione alla fine degli anni 70. Le Istituzioni, i comuni, la città metropolitana sappiano che se non ci pensano loro ad invertire la tendenza ci penseremo noi cittadini” Ha concluso Maurizio Bocci.
Castel Gandolfo è apparsa però sonnecchiosa, con tanti turisti un pò sorpresi per quanto stava accadendo. La città avrebbe dovuto rispondere meglio, anche perché si stava e si sta parlando del loro lago. Ma la manifestazione è ugualmente riuscita, la sensibilizzazione è arrivata, tanti cittadini si sono chiesti cosa stava accadendo, hanno letto e commentato i volantini, firmati le petizioni.
Alcuni hanno chiesto “Ma gli amministratori perché non ci sono?” Una bella domanda che dovrebbe essere girata a loro. Dovrebbero occuparsi della salvaguardia e della tutela di questo bene primario, cosa che non fanno e se lo fanno, viene fatto male.
Alla manifestazione ha aderito anche Schierarsi, Madre Talea, Formiche di Marino e le frecce di Diana.
Le azioni del Comitato comunque non si fermano e non si fermeranno. Sono già in cantiere altre iniziative di protesta e di sensibilizzazione, che saranno rese note nei prossimi giorni. “La tutela ambientale – ha detto Doris Ercolani del Comitato Boschi – deve diventare pratica dei cittadini e delle amministrazioni locali se vogliamo mantenere queste bellezze naturali, salvaguardare la flora e la fauna dei Castelli Romani“