Domani, 24 dicembre, scadranno i termini della misura cautelare, che erano stati fissati in due mesi per Elena Papetti, Camillo Ciotoli, Diego Aureli, Gennaro Tramontano, Danilo Rinaldi e Vincenzo D’Onofrio, che torneranno indagati a piede libero.
Per i sei resteranno le misure interdittive. Intanto l’ex assessore Del Brocco si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio con al Procura Europea, mentre restano agli arresti domiciliari Roberto Caligiore, l’ex sindaco, il faccendiere Stefano Anniballi, l’ingegner Stefano Polsinelli, e Antonio Annunziata.
Val la pena ricordare che gli indagati di questa inchiesta, condotta dalla DDA e dalla Questura di Frosinone, verte sugli appalti del PNNR e su lavori pubblici eseguiti nel Comune di Ceccano e per i quali, secondo la Procura Europea, la DDA e la Questura di Frosinone, verte sugli appalti del PNNR e su lavori pubblici eseguiti nel Comune di Ceccano e per i quali, era stato creato un sistema con cui pilotare gli appalti del comune di Ceccano in cambio di tangenti.
Nelle oltre 300 pagine dell’Ordinanza, gli inquirenti hanno ricostruito appalti, movimenti, dazioni di denaro, grazie alle intercettazioni telefoniche, ambientali e documentali dei 36 protagonisti di questa vicenda che ha scosso la comunità di Ceccano.
Numerosissime le intercettazioni telefoniche, molte delle quali esplicite, relative ai lavori da gestire e far gestire ad aziende compiacenti, con tecnici altrettanto compiacenti, sotto la regia del faccendiere Anniballi e dell’ex Sindaco Caligiore, secondo la ricostruzione della Procura.
Tra gli appalti finiti nelle indagini i lavori di riqualificazione del centro storico, del Castello dei Conti, la riqualificazione e messa in sicurezza della scuola di Borgo Berardi, degli appalti per i centri di accoglienza.
Una vicenda che dovrà seguire il corso della giustizia. Nel frattempo l’ex assessore Del Brocco, risultando tra i 36 indagati, è stato interrogato dalla Procura Europea e si è avvalso della facoltà di non rispondere, circa l’accusa di favoreggiamento e concorso in divulgazione di atti coperti da segreto d’ufficio, come per altro la Procura ha circostanziato nell’ordinanza.
Resta ancora alto lo sgomento tra i cittadini e la preoccupazione per le sorti del comune, oggi commissariato che potrebbe rischiare la bancarotta se verranno acclarate le accuse mosse dall’inchiesta giudiziaria.