Anche a Ciampino le forze armate irrompono a scuola: questa volta su proposta del Comune che per festeggiare i 50 anni di autonomia dell’amministrazione ha deciso di coinvolgere l’esercito in un progetto di educazione stradale per giovani maggiorenni di due Istituti superiori della nostra città.
Il prossimo 22 ottobre si terrà un incontro di formazione sulla sicurezza stradale rivolto a studenti e studentesse di due scuole superiori di Ciampino. La divisione Trasporti e Materiali del Comando Logistico dell’Esercito Italiano accoglieranno le ragazze e i ragazzi nelle loro caserme della Cecchignola.
Oltre a esercitazioni pratiche di guida “sicura” con i mezzi dell’esercito (che i ragazzi e le ragazze non utilizzeranno ovviamente nella vita di tutti i giorni), è previsto un seminario teorico sulle dinamiche degli incidenti stradali; infine verrà data la possibilità di informarsi sulle modalità di arruolamento nell’esercito italiano con relativi sbocchi professionali.
A schierarsi contro questa iniziativa è la Scuola Popolare Dopòlis di Officine Civiche che ha criticato l’amministrazione comunale rendendo pubblica la loro posizione attraverso una nota che riproponiamo.
“E’ già successo in altre scuole d’Italia: i militari dell’esercito, privi di un’opportuna competenza didattica e senza alcuno strumento pedagogico né psicologico, si improvvisano educatori utilizzando sui giovani una comunicazione bellicista, un linguaggio violento costituito da messaggi shock e video di forte impatto emotivo, alimentando un clima di dominio e repressione.”
“In un contesto drammaticamente caratterizzato dal conflitto russo-ucraino, dal genocidio in atto a Gaza, dalla brutale aggressione del Libano da parte di Israele, nonché dall’aumento della vendita delle armi a vantaggio esclusivo dell’industria bellica, come educatrici ed educatori popolari riteniamo:
inopportuno che l’amministrazione comunale incoraggi collaborazioni tra forze armate e scuola, mettendo a disposizione tra l’altro mezzi del Comune
che la sicurezza stradale sia un tema serio da affrontare con gli enti pubblici e privati preposti per legge; non c’è altra ragione nel coinvolgimento dell’esercito se non quello della “possibilità di acquisire dettagli sulle modalità di arruolamento”, come recita il manifesto e che sembra essere l’unico vero scopo dell’iniziativa
che le pratiche belliciste e securitarie delle forze armate siano incompatibili con gli obiettivi della scuola pubblica così come sono riconosciuti dalla Costituzione: promuovere luoghi di formazione e crescita delle persone, incoraggiare la cultura del dialogo, creare un clima di inclusione e democrazia
che all’interno delle scuole le strategie belliciste delle forze armate e i linguaggi militari veicolino messaggi di guerra, repressione e acritica obbedienza che sono chiaramente opposti e contrari ai valori e agli obiettivi della scuola pubblica.
“Smilitarizzare” le scuole vuol dire rendere gli spazi della formazione veri luoghi di pace e di accoglienza, contrastare il razzismo e il sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche nel contesto in cui viviamo, allontanare dai processi educativi le derive identitarie, i modelli di forza, prevaricazione e violenza.
“Smilitarizzare” significa restituire alle ragazze e ai ragazzi i luoghi dove costruire le fondamenta per una società di pace e di diritti per tutte e tutti. Fuori le forze armate dalla scuola“
Scuola Popolare Dopòlis – Ciampino