Hanno lavorato già da prima dello scioglimento del Consiglio comunale di Anzio, non si sono disuniti e sono andati avanti in questi due anni proponendo incontri, realizzando iniziative nei quartieri abbandonati della città, sostenendo comitati cittadini nella raccolta di firme.
Ma soprattutto hanno continuato a vedersi ed a costruire una alternativa politica credibile che ora è pronta a chiedere il sostegno dei cittadini per eleggere il nuovo sindaco di Anzio.
Stiamo parlando della coalizione formata da Alternativa per Anzio, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle. Una coalizione fortemente caratterizzata da giovani che è partita dal basso nella costruzione del programma e che ha individuato in Ciro Nutello il candidato a Sindaco, il finalizzatore di questo laboratorio politico.
Partiamo proprio da Nutello per presentare il giro dei candidati sindaco che si misureranno il 17 e 18 novembre nelle elezioni post processo Tritone.
Ciro Nutello è persona nota in città per il suo impegno civile, per i progetti con le scuole sul disagio. Poliziotto, napoletano ma anziate di adozione, Nutello sposato con due figli ha accettato la sfida e gettato il “cuore oltre l’ostacolo”.
Un outsider che scende in politica. Come ti avvicini alla politica e per quale motivo
La decisione è arrivata dal gruppo, la mia figura e il mio nome è uscito dai tre gruppi. Mi è stato chiesto ed ho accettato. Sono un Poliziotto e dal 2005 ho sempre lavorato nella prevenzione e il mio impegno si è rivolto in questo settore, – dice Ciro Nutello – anche perché provenendo da Napoli ho imparato che è importante fare gli arresti ma ancora di più lavorare affinché questo non avvenga.
Sono entrato in contatto con il mondo giovanile e sono diventato formatore nelle scuole per temi come antimafia, bullismo, dipendenze. Sul territorio dove lavoravo sono cominciati i primi contatti con la politica a cominciare dal XII municipio di Roma. Scrivevo progetti che venivano poi attuati. – prosegue io candidato a Sindaco – Ho scritto progetti sulla dipendenze che sono anche diventati dei trattati. Sono poi passato all’aspetto sociologico e psicologico. Poi non riuscendo a stare fermo quando sono venuto ad Anzio mi sono impegnato come faccio sempre.
Come arrivi all’impegno in politica
Il mio contatto con la politica è quello di un cittadino che vuole impegnarsi nel territorio e nel 2012 ho incontrato il Movimento 5 Stelle e con loro ho cominciato un percorso. Negli ultimi tre anni c’è stata una impennata, dopo lo scioglimento dei Comuni di Nettuno ed Anzio, con una serie di eventi di formazione sulle mafie e oltre ai lavori sulle scuole e sul territorio si è concretizzata la figura di questo pazzo che sensibilizza i giovani sulla legalità. Provando a smontare l’influenza sociale dell’illegalità. Ovvero se in un territorio si osserva sempre una modalità di agire, alla fine si pensa che sia solo questo il modo di rapportarsi. Ecco abbiamo lavorato perché questa modalità vada smantellata. Questo modo di fare ci ha portato a scrivere anche un codice etico per tutti i candidati che mi sosterranno.
Quando ti è stato chiesto di candidarti, quale è stato il primo pensiero
Il mio primo pensiero a mò di battuta è stato perché no? Io penso che servano tante persone che come me si impegnano a favore della propria comunità. Non ho avuto un dubbio, magari i miei familiari…
Ti sostengono, sono preoccupati?
Non sono per nulla sorpresi. Conoscono quello che faccio e come lo faccio.
Candidarsi a sindaco di Anzio in una situazione complicata e dopo due anni di commissariamento cosa vuole dire per te e per un cittadino, tornare alle urne e scegliere un sindaco
Non si poteva pensare di essere commissariati all’infinito, è giusto che i cittadini scelgano. Non sappiamo se sono pronti, questo lo vedremo, ma è giusto verificarlo. Il problema non è tanto l’arrivo, di governare la città, ma quello che stiamo creando, è come l’acqua che bolle. Noi dobbiamo creare quel sobollore di cose positive che ti fanno discutere, dove tutti possono dire la propria, per le cose belle che si possono fare. Nel mio gruppo social ci sono venti giovani, che girano, parlano con i cittadini, che creano fermento. Un mio consigliere, mentre raccoglievamo le firme, mi ha detto: non pensavo che ci si potesse divertire nel fare politica. Dipende sempre da come si impostano le cose. Non abbiamo nulla da nascondere e abbiamo le idee chiare di cosa vogliamo dire.
Intanto però c’è il processo Tritone, a metà novembre la sentenza del tribunale di Velletri e nonostante quanto è uscito fuori, gli avvocati difensori dicono ma quale mafia, questi sono solo 4 scappati di casa. Questa narrazione secondo te è una narrazione che i cittadini riescono a seguire o i cittadini sono ormai assuefatti da tutto ciò
Purtroppo ci sono gli interessi e gli interessi sono collegati tra le persone. Le mafie stanno dappertutto, il problema però non è tanto dire c’è la mafia, ma i comportamenti che vengono attuati in qualsiasi gruppo sociale dove c’è uno scambio di interessi. L’idea che quel diritto che ti spetta diventi un favore questo è un pensiero mafioso, ma molti non lo sanno. E’ complicato perché le persone non se ne rendono conto. Chiedere il posto di lavoro, chiedere la pulizia della strada, tutte queste piccole cose fanno si che poi diventano carburante per le mafie e le infiltrazioni. Allora il sobollorre è far vedere che c’è qualcosa di diverso, che quel diritto che spetta alle persone è lo Stato che te lo deve dare.
Però nel centro destra molti di questi politici assurti alla cronaca pare vogliano ricandidarsi
Non lo sappiamo ancora. Dobbiamo aspettare la presentazione delle liste. Qui tutti parlano ma io sono il primo ad essere stato certificato. Siamo partiti prima e questo si vede
Anzio è una città bellissima che idea avete di città?
Siamo sempre per l’idea di bellezza, ma prima di tutto deve partire da una verifica di quello che troveremo in Comune. Capire cosa è successo e lavorare sugli strumenti. E’ impensabile che ad Anzio per delle autorizzazioni si vada in giro da un ufficio all’altro con i fogli. Bisogna digitalizzare, snellire e creare questi strumenti se non ci sono. Servono gli strumenti e conoscere le persone e poi arriva la nostra visione. La visione è quello di uno sviluppo turistico, di un ambiente votato al turismo, alla cultura, al sociale che è stato abbandonato da anni, alle periferie abbandonate allo spaccio, volutamente abbandonate.
Bisogna aumentare la visibilità dello Stato e delle istituzioni nelle periferie. Vedremo come fare dei centri in periferia dove portare la presenza del Comune. Usare anche il servizio civile per questo. Poi il turismo è fondamentale, ma bisogna alzare il target, avere una ristorazione che accompagni il nostro territorio, riscoprire la Villa di Nerone, Tor Caldara, serve un circuito turistico che non è mai stato curato. Anzio poi perde i fondi europei e li bisogna agire con un lavoro che porti ad uno sviluppo positivo. Ci sono problematiche che non dipendono da noi, come il porto, con questo progetto faraonico fallito. Qualcuno diceva avremo un porto come Montecarlo, senza rendersi conto che urbanisticamente non poteva farsi. Abbiamo la pesca, la piccola pesca, il diportismo. Ragioniamo su questo, sull’economia del mare, come idea di sviluppo turistico e culturale. Abbiamo in testa un premio artistico letterario dove al centro c’è il mare e la pesca. Bisogna usare i fondi per la pesca, che sono stati usati pochissimo. Bisogna coinvolgere anche i pescatori in questi processi.
Ad Anzio c’è una rete di imprese che stanno cercando di decollare ma è mancato appoggio del comune
Abbiamo fatto già un incontro con loro. La formazione legata al turismo è necessaria e deve essere sostenuta soprattutto con i soldi che arrivano dall’Europa. Non sono mai stati chiesti e allora vorremmo fare un collegamento diretto tra le categorie produttive e l’Europa con uno sportello europeo fisso per andare insieme a chiedere queste cose. Poi c’è il tema dei balneari, non dipende da noi, ma ci dovremo misurare anche con questo problema.
In queste elezioni che il rischio di astensionismo, con il ritornello “so tutti uguali”, il rischio di repulsione che viene avanti potrebbe essere concreto. In questi due anni con questa logica e con quanto accaduto il centrodestra ha preso il 40 per cento dei voti. Allo slogan so tutti uguali come rispondete?
Io dico andate a conoscere le persone. Se digitate i nomi su internet esce fuori la storia di ognuno. Con me c’è una storia ben individuabile, con altri andate a vedere che cosa trovate. Penso però che i giovani siano importanti. Dobbiamo rivolgerci a loro, per questo li abbiamo coinvolti. E’ complicato perché i giovani non si sentono rappresentati, parlo per i miei figli, figuriamoci gli altri. Dobbiamo dargli un motivo per partecipare alle elezioni e scegliersi i loro rappresentanti. Ho chiesto ai miei compagni di viaggio, nello scrivere il programma, di mettere cose pratiche ma soprattutto fattibili. Dobbiamo essere credibili. Un altro aspetto è fare i conti in tasca alla malagestione. Cosa ha prodotto ad Anzio questi due anni di corruzione? Che ricadute ci sono state? Quanto è costato ad ogni singolo cittadino? E vediamo di capire come possiamo invertire la rotta, fare meglio e soprattutto in maniera trasparente. Noi non abbiamo interessi, ne personali, ne imprenditoriali, ne economici. Siamo cittadini che vogliono fare politica. Perché dobbiamo tornare a parlare di politica, affinché tutti si possano interessare alla propria città, portando avanti nel miglior modo possibile gli obiettivi. Quando abbiamo lavorato alla costruzione di questo progetto, abbiamo pensato alle cose che ci univano e su questo abbiamo programmato.
In questo percorso qualcuno dice manca un pezzo, manca il campo largo. Non si è concretizzato. il Pd va con altre liste, Lina Giannino con Rifondazione. Si è persa un’occasione di presentarsi con un progetto e un modello nuovo sul territorio?
Penso che si sia persa una occasione. Noi abbiamo sempre lasciato le porte aperte per tutti. Purtroppo il problema più grosso è che il Pd non aveva una segreteria…
O forse è meglio dire che non c’era il PD?
Ci siamo trovati di fronte anche a dialogare tra segreterie provinciali, ma non siamo riusciti a costruire. Poi se hai di fronte una persona scelta da tre gruppi politici in modo democratico e senza forzature ci sarà un motivo? Piuttosto che alzare la mano e dire vado avanti. Non si possono mettere i due livelli sullo stesso piano. Non ci è stato chiesto e detto nulla e siamo andati avanti. Siamo uniti e questo si vede, non ci sono tensioni ne attriti nella nostra coalizione.
Sanità: in questi mesi il comitato per il centro nascite ha raccolto oltre 4000 firme. L’ospedale Riuniti soffre dell’assenza della politica che poteva incidere nella conferenza dei Sindaci sui servizi. Anzio rappresenta un terzo della popolazione della ASL Rm6. Come coalizione che tipo di idea volte lanciare?
Il problema è uno. L’autorità sanitaria è limitata nel rappresentare i cittadini e i bisogni. Ad Anzio si è abbandonato qualsiasi tipo di monitoraggio. Non c’è una analisi dei bisogni e ci si affida solo ai monitoraggi della Asl. Un comune deve avere un monitoraggio proprio. Se mi togli alcuni reparti, come li analizzi i dati che portano a questa chiusura? Si potrebbe intercettare il dato in modo diverso? A livello nazionale si ragiona solo sui numeri. Se pensiamo alla maternità dobbiamo capire perché, mentre la Asl si attiene alle tabelle. Ma bisogna andare oltre a quelle tabelle, capire perché ci sono dei dati in negativi: ad Anzio non si nasce più? Non è vero. Molte donne sono andate a Roma a partorire, forse perché neanche stimolati a far nascere qui i propri figli. Bisogna fare in modo che ci sia una analisi giusta. A livello generale ci debbono essere strutture che intercettano i bisogni sanitari, sociali e di sicurezza. Questo lo fai se effettivamente conosci il territorio. Bisogna creare una struttura che consenta di far capire che è meglio che si nasca qui. Guarda per esempio la nostra cardiologia. Bisogna far conoscere bene le eccellenze che si hanno sul territorio. Poi al livello regionale c’è una questione che riguarda la gestione Rocca della sanità con gli affidamenti ai privati. Dobbiamo verificare un modello diverso. Il sindaco se deve battere i pugni lo deve fare con cognizione di causa
Anche la sicurezza urbana è un altro tema, visto lo stato delle periferie
Ad Anzio esiste il Commissariato e la sicurezza è demandata a loro, ma è vero pure che con la norma sulla sicurezza urbana le competenze sono del sindaco. Alcune azioni possono essere fatte attraverso le ordinanze, eseguire il daspo urbano. Non mi risulta che sia mai stato chiesto un tavolo tecnico sulla sicurezza urbana dal 2017, anno di entrata in vigore della legge sulla sicurezza urbana. Il sindaco può chiedere il tavolo tecnico col Prefetto per creare servizi appropriati, contro lo spaccio di stupefacenti per esempio. Per fare questo però lo devi volere e devi essere preparato. Nelle nostre liste ci sono persone che hanno competenze perché non è pensabile che io possa sapere tutto. Formarsi però è fondamentale.
Se dovessi sintetizzare il programma o la campagna elettorale, come la sintetizzeresti?
Abbiamo tre frasi da ripetere. Responsabilità e coraggio che riguarda i singoli. Anzio sei tu, per l’idea di città che tu voi, perché non puoi fare finta di nulla, perché la città è di tutti noi. La tua voce conta. Non ti devi sentire escluso e quello che hai da dire è importante. Questi messaggi sono soprattutto rivolti ai delusi e ai giovani. E’ la sintesi del nostro agire. Vanno coinvolte le persone ed è quello che faremo, anzi che stiamo già facendo.