La vicenda legata ai tagli del bosco ceduo del monte Artemisio continua a fare discutere.
Dopo i nostri reportage e la presa di posizione del consigliere comunale Sergio Andreozzi che ha predisposto una interrogazione al prossimo consiglio comunale del 3 aprile, registriamo l’intervento del “Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani” che ha recapitato alla nostra redazione una propria presa di posizione al riguardo.
Il Comitato è molto attivo nell’area dei Castelli Romani e si batte da mesi per la salvaguardia dei boschi ed è già intervenuto portando all’attenzione le problematiche che emergono nei diversi tagli sparsi sul territorio, da Rocca di Papa, Nemi a Velletri.
Di seguito, ospitiamo e riportiamo integralmente l’intervento del Comitato che esprime la sua posizione su quanto sta accadendo nel bosco di Velletri.
“Durante il recente processo per il taglio degli alberi Monte Artemisio, sono state ribadite in aula le accuse dai principali testimoni”.
“Imputata è la ditta che ha ancora in appalto decennale 1/3 dei boschi del monte, e che continuerà a tagliare fino a sentenza. Peccato che la prossima udienza sarà a febbraio del prossimo anno, e intanto i tagli continueranno”.
I cittadini e le cittadine del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani chiedono l’immediato ritiro della concessione da parte del comune di Velletri alla ditta imputata, almeno fino alla sentenza.
“Purtroppo, invece, sembra che tutto vada nella direzione di stagnazione della vicenda: il vigile silvano all’epoca dei fatti guardaboschi e quindi incaricato della sorveglianza del taglio da parte del comune di Velletri, è stato poi rimosso dal suo incarico “senza alcuna giustificazione” e sostituito anche se per un breve periodo dal commercialista della ditta stessa”.
“Insomma il comune vende il bosco, l’ente parco dà il nulla osta e le ditte si vanno a fare i loro guadagni. Nessun o scarsi controlli, nessun o scarso rispetto neanche delle poche leggi che tutelano I nostri alberi.”
“E nessuna revoca di permessi nemmeno di fronte all’evidenza di reati, ma soprattutto di gravi danni ambientali. Sembra che siano tutti d’accordo a continuare a radere al suolo I nostri boschi.”
“Noi crediamo che questo non sia un caso isolato, ma la realtà dei tagli in tutto il parco che avvengono con pochissimi controlli ed effettuati da ditte che pensano solo al profitto e men che mai al benessere dell’ecosistema boschivo”.
“Siamo abbastanza sicuri che se si controllassero per bene tutti i numerosi cantieri boschivi, tutte queste situazioni di irregolarità verrebbero fuori in un attimo.”
“Ma il numero di cantieri è ormai elevatissimo, i controlli praticamente inesistenti. Sta a noi cittadini e cittadine a questo punto tutelare i nostri amati boschi.”
È ora di smettere di tagliare alberi, cosa che sta succedendo in tutto il parco.
“Nonostante possiamo con certezza affermare che gli alberi hanno un ruolo fondamentale nella lotta alla crisi climatica, da anni ormai assistiamo in aree vastissime del Parco dei Castelli Romani al cosiddetto taglio del bosco ceduo.”
“Ceduo viene dal latino “taglio” e non è altro che una pratica artificiale di abbattimento di alberi per raccogliere e vendere legna, danneggiando gravemente gli ecosistemi”.
“Lo scopo del taglio ceduo non è assolutamente il benessere del bosco: il suo solo fine è il guadagno ricavato dalla vendita di legna.”
“Infatti le ditte che eseguono il taglio, sono aziende di legname che hanno come unico interesse raccogliere più legna possibile da rivendere.”
“Quando si parla di bosco ceduo, si sente spesso dire che il bosco ha bisogno di essere tagliato, che è una ‘gestione’ praticata da sempre e addirittura che il bosco morirebbe senza manutenzione. Ovviamente è falso.”
“I boschi sono autonomi e perfetti così come sono, non hanno bisogno di essere ‘gestiti’ né manutenuti da noi. Senza gli interventi dell’uomo sicuramente starebbero anche meglio”.
“Il Parco dei Castelli Romani viene considerato, dalle amministrazioni comunali, come una coltivazione di alberi di castagno, da vendere a queste ditte per il legname. La destinazione d’uso di quasi tutte le particelle è “ceduo di castagno”.
“E il Parco ormai è una groviera di ettari e ettari di aree tagliate, dove sono erti in piedi pochi alberi (le matricine) e intorno a loro un deserto di ceppaie.”
“Il sottobosco è morto e sono rimasti a terra solo i segni dei cingolati e i solchi dei tronchi trascinati.”
“Per fortuna la natura è potente e il bosco è in grado di rigenerarsi, nonostante i danni subiti. Intorno alle ceppaie ricrescono infatti dei fusti chiamati polloni che negli anni ridiventano alberi, per poi essere tagliati di nuovo.”
“Nel frattempo però la mancanza di ombreggiatura espone il suolo ad un forte calore, che impoverisce e inaridisce il sottobosco.”
“Gli alberi perdono le profonde connessioni radicali tra loro e gli altri organismi vegetali e fungini della foresta. Gli uccelli non ritrovano il loro nido, gli animali selvatici la loro tana.”
“Inoltre è ovvio che un bosco evoluto potrebbe offrire ecosistemi più ricchi e completi a flora e fauna del territorio.”
“Quello che sta succedendo nel nostro parco è quindi allucinante, considerando quanti ettari di bosco stiamo perdendo e a che velocità.”
Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani