Da mesi ormai non si fa altro a Cori che parlare della realizzazione del famoso Borgo Protetto, un vero e proprio insediamento urbanistico chiuso per ospitare coppie o anziani in appartamenti o residenze, nei pressi della RSA vicino al civico cimitero comunale.
La vicenda nasce nel 2022 quando si è messo in moto l’iter per consentire alla società Borghi d’Italia srl la realizzazione di questa struttura socio-assistenziale e residenziale per la terza età non autosufficienti.
Un inter lungo che sta vendendo la luce sotto l’amministrazione De Lillis, ma le polemiche infuriano.
Ma cosa è un borgo protetto e a chi si rivolge, a quale fascia di reddito?
Di sicuro il Borgo Protetto è una iniziativa privata rivolta ad anziani che, avendo disponibilità economica, decidano di andare a vivere in un enclave, all’interno del quale, oltre alle residenze, si trovano negozi, attività sociosanitarie, assistenza h 24, con cinema, teatro e financo una piscina.
Il tutto in maniera inaccessibile a terze persone. Un enclave socioassistenziale e residenziale per anziani facoltosi. Questa l’idea di fondo di Borgo Protetto srl. Realizzare case albergo per anziani.
Ma per realizzare questo insediamento è necessaria una variante urbanistica importante che ha impegnato per diverso tempo l’amministrazione comunale che alla fine ha raccolto la maggior parte dei pareri attraverso il silenzio assenso, come è scritto negli atti del Comune di Cori. Il silenzio assenso è stato reso dalla Regione Lazio, direzione generale salute e integrazione sociosanitaria, Soprintendenza archeologica, Asl Latina dipartimento prevenzione, Autorità Ato4 area tecnica operativa, Provincia di Latina area urbanistica e settore ambiente, Astral che ha invece inviato pareri favorevoli direttamente alla società proponente l’investimento, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, Acqualtina.
Ora come sia possibile che un intervento urbanistico che prevede il campo di destinazione d’uso dei terreni ed un impatto ambientale non indifferente, possa esse vagliato dal silenzio assenso degli organi deputati a vigilare?
Ma ammesso che funzioni così, purtroppo, sono anche altre le preoccupazioni dei cittadini di Cori.
Intanto il cambio di destinazione d’uso. Il Comune infatti ha autorizzato la variazione di destinazione urbanistica da Zona E, zona agricola del Piano Regolatore, a Zona F2, zona per servizi privati. L’intervento sarà costituito da una “serie di Case Albergo per Anziani” per circa 23.000 metri cubi, su di un’area ubicata nel Comune di Cori, sulla Via Velletri Anzio alla periferia ovest del centro abitato, estesa per circa 47.668 metri quadri.
Inoltre il complesso è articolato in una pluralità di edifici per un miglior inserimento ambientale per una cubatura complessiva di 32.850,84 metri cubi. Sono previsti 3 Case Albergo per Anziani distribuite in più edifici per una cubatura complessiva di 23.018,94 metri cubi; diverse unità abitative nelle tipologie previste dalla normativa del settore ciascuna della superficie tra i 28 e i 45 metri quadri e ognuna con la sua area verde o terrazzo/giardino di pertinenza; 4 strutture di servizio, una per ciascuna Casa Albergo, per complessivi 1.960 metri cubi contenenti i servizi collettivi e i servizi supplementari.
Il tutto si completa con una struttura per servizi diurni della cubatura di 1.400 metri cubi; una struttura per i servizi generali della cubatura di 6.471 metri cubi comprendente un piccolo cinema/teatro, spazi per attività di servizio alle persone e piccolo commercio di vicinato, la piscina ricreativa e riabilitativa, la palestra.
Era prevista anche la piscina ma la realizzazione di questa struttura non rientrerà nella cubatura complessiva prevista dal progetto.
Ma c’è dell’altro. L’Astral non ha dato parere favorevole alla realizzazione del depuratore perché da progetto non rispetta i limiti dei 30 metri dal confine stradale e dovrà essere riprogettato.
Tutte queste cose sono state riportate in tutti gli atti, ma ci sono delle ulteriori perplessità, soprattutto sull’iter amministrativo e burocratico che hanno permesso di ottenere le autorizzazioni necessarie a questo progetto.
Ma nonostante le discussioni animante in Città, l’amministrazione ha tirato dritto anche perché la realizzazione di questo imponente insediamento urbano è finanziato dai fondi del PNRR e quindi il Comune non vuole correre il rischio di perdere il finanziamento.
Così acquisiti tutti i pareri necessari, molti dei quali in silenzio assenso, ha pubblicato la variante al piano regolatore per permettere la realizzazione dell’opera.
Restano da chiarire alcuni aspetti: come mai una variante urbanistica non sia stata assoggettata a VAS; i pareri discordanti di due dirigenti del comune di Cori che si sconfessano tra di loro circa l’assenza o insufficienza di area F2 nel PRG; la mancata pubblicazione degli atti sull’albo pretorio.
Tra le altre cose il Sindaco De Lillis continua a sostenere che il Borgo Protetto è un progetto di pubblico interesse, ma negli atti, mancherebbe la Convenzione Urbanistica con i relativi obblighi che il privato deve assumersi tali da giustificare l’interesse pubblico a fronte della concessione di una variante di tale rilevanza.
E ancor di più come è stato possibile che si sia utilizzata la strada della variante urbanistica semplificata per un insediamento di questa portata che modificherà tutta l’area?
Permane poi un giallo nei documenti, ovvero non aver edotto la regione Lazio che quei terreni, compreso quello di proprietà della società Borghi d’Italia srl, sono stati oggetto d’incendio, come tra l’altro si evince dalla relazione dei vigili urbani.
Va ricordato che qualora su un terreno si sia propagato un incendio lo stesso non può essere urbanisticamente trattato prima di 15 anni. Produrre questo documento nell’iter autorizzativo non avrebbe permesso il rilascio, da parte della Regione, dell’autorizzazione paesaggistica.
In ultimo non meno importante è lo “spostamento” degli ulivi secolari che dovranno essere tolti per lasciare spazio all’insediamento urbanistico. Saranno ripiantati o miseramente “cavati” per lasciare spazio al cemento?
Insomma una serie di problemi e di discrasie documentali che di fatto hanno fatto sollevare i cittadini, i quali, hanno costituito un comitato e promosso azioni nei confronti del Comune e della regione con le osservazioni presentate alla Variante urbanistica del Comune e la richiesta di annullamento degli atti in autotutela ed un esposto alla Regione su tutta la vicenda.
Più volte il comitato ha chiesto incontri pubblici con l’amministrazione che si è negata dal concederlo.
Il Comune ha tirato dritto per la propria strada e nonostante le perplessità sull’iter ha pubblicato la variante sulla quale sono arrivate le osservazioni e gli atti del comitato cittadino.
Come andrà a finire? Difficile stabilirlo adesso, certo è che i documenti prodotti dal Comitato, anche nei confronti della Regione dovranno avere anche una risposta. La maggioranza si è chiusa a riccio, ma cominciano a crearsi le prime crepe e qualche mal di pancia sembra essere all’orizzonte.
Di fatto una vicenda che merita la giusta attenzione e la giusta analisi di tutti i documenti, cosa che faremo come giornale.