Contributo del fisico dell’atmosfera Andrea Corigliano
Febbraio si chiude con temperature medie assolutamente eccezionali in tutta Europa, con picchi superiori ai 6-7°C sopramedia (rispetto al trentennio 1981-2010) su tutta l’Europa orientale e parte di quella centrale Alpi incluse.
I dati preliminari di molte serie di temperature italiane dicono che in ampie zone il trimestre invernale, appena terminato, é stato il più caldo mai registrato, a conferma di come Dicembre, Gennaio e Febbraio siano stati fortemente caldi.
Non saranno certo le grandi nevicate di questi giorni sulle montagne a cambiare la situazione: quindi no, dopo 4 mesi costantemente sopramedia e con grande assenza di neve su Alpi e Appennini, pochi giorni di precipitazioni eccezionali non smentiscono né il riscaldamento globale né l’anomalia climatica che stiamo vivendo.
Anzi, le precipitazioni nevose, in alcuni casi assolutamente eccezionali su molte zone alpine o le piogge alluvionali (come quelle in Veneto), sono una diretta conseguenza di questa situazione atmosferica con valori termici esageratamente al di sopra delle medie.
In poche parole, ci siamo trovati in uno stato in cui la nostra atmosfera ha attraversato una fase caratterizzata da un eccesso di contenuto di calore unito a un eccesso di contenuto di vapore acqueo, cioè in una situazione che si trova agli antipodi rispetto a quella che ci dovremmo aspettare a febbraio, perché in questo mese il calore dovrebbe essere ormai tutto dissipato o, al massimo, ridotto ai minimi termini.
L’intreccio di questi due fattori «esasperati» in una giostra ciclonica, che per sua natura converte l’energia in fenomeni meteorologici, ha di fatto contribuito a formare precipitazioni fuori dal comune e in certi casi eccezionali, che -in genere- sono più tipiche dell’autunno che della fine dell’inverno.
I prossimi giorni continueranno sulla falsariga degli ultimi, l’atmosfera ha ancora bisogno di bilanciare le anomalie passate e scaricare tutta la propria energia.