Il quartiere San Francesco a Velletri, in via fontana della rosa, meglio conosciuto come il Villaggio, non è mai stato un quartiere facile. Negli anni, questo agglomerato di case popolari è stato oggetto di frequentazioni pericolose, con la presenza di personaggi molto poco raccomandabili ed è stata una piazza di spaccio importante.
La presenza della scuola elementare e media e della parrocchia ed un naturale ricambio generazionale ha modificato la situazione, ma molto spesso questo quartiere è rimasto solo. I residenti sono rimasti soli.
Soli con loro stessi. Per fortuna però che tanti cittadini armati di buona volontà hanno cominciato ad adoperarsi per questo popoloso quartiere veliterno.
La parrocchia è diventata un punto di riferimento, così come la presenza degli scout dell’Agesci. In questi giorni si è svolta la festa di San Francesco e l’associazione omonima ha deciso di organizzare un dibattito pubblico, invitando Libera, per parlare del quartiere e della città.
Una iniziativa partecipata soprattutto dai residenti e che ha visto la presenza della consigliera comunale di Noi Domani, Giulia Ciafrei e quella dell’assessore Fausto Servadio intervenuto però a titolo personale e non come amministratore. Entrambi hanno partecipato all’iniziativa parlando dal palco allestito per la festa. Due interventi diametralmente opposti, sui quali i cittadini si saranno fatti la loro opinione.
“L’incontro è stato voluto per evidenziare le fragilità del posto (un quartiere popolare storicamente conosciuto per criminalità) per ribadire la nostra posizione di parte sana del quartiere, portare avanti un progetto di riqualificazione culturale per i giovani, in coesione con il gruppo scout Agesci, che grazie alla presenza della parrocchia di San Francesco, di cui facciamo parte, contribuisce alla crescita sana dei più piccoli, per evitare che prendano altre strade.” Hanno sottolineato i componenti dell’associazione san Francesco.
“Basta chiudere gli occhi di fronte a ciò che non ci appartiene. Questa non è una terra di mezzo” hanno detto gli organizzatori del dibattito dal palco. Giulia Ciafrei ha invece detto che “La politica ha la sua confort zone e questo è un male dobbiamo uscire da questa confort zone e dobbiamo fare un ragionamento educativo quando parliamo alla città. Dobbiamo fare un lavoro di cucitura di come deve vivere una città tutti insieme” Un intervento di respiro, mentre invece Servadio ha invece continuato ad additare i giornalisti che hanno squarciato il velo su Velletri, come se la presenza di bande criminali sia responsabilità dei giornali e certe frequentazioni anche con personaggi politici, siano una invenzione giornalistica.
Questo l’intervento di Servadio “Non voglio tornare indietro sul discorso della mafia su quello che è avvenuto qualche mese fa, dove sono stato coinvolto in una attività giornalistica per prendere di petto qualcuno non per risolvere i problemi.” Ha detto Servadio come se fossero i giornali a sollevare i problemi e a doverli risolvere, neanche una parola invece di autocritica. Infatti ha aggiunto “Perché si parla sempre di mafia, la colpa è della mafia, della camorra, invece è colpa delle persone, queste persone compongono la società. Ma io sono fiducioso per il futuro, perché vedo dei giovani che hanno le idee chiare”.
Emblematico l’intervento di un residente del quartiere. “Ho 65 anni e qui mai nessuno è intervenuto, in nessun modo, neanche per capire cosa stesse accadendo, siamo sempre stati soli e ce la siamo sempre dovuta cavare da soli. Ci sono due posti collegati la scuola e la chiesa, ma senza collegamento si torna indietro“