Chiamare massacro la guerra di Gaza non rende le proporzioni del dramma umanitario che si sta vivendo. Un pulizia etnica che non trova tregua. Il popolo di Gaza vive ormai da mesi una tortura continua, fatta di bombe, raid, privazione di cibo e acqua, distruzione degli ospedali e delle scuole. Una reazione furibonda quella di Israele dopo l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, che ora sta sfociando in un vero e proprio genocidio.
Il governo di Gaza afferma che in 250 giorni di guerra a Gaza gli israeliani hanno ucciso 15.694 bambini e 17.000 sono rimasti senza genitori.
Netanyahu è un politico schiacciato all’angolo, incapace di far prevalere ragione e politica. È cosciente che appena terminata la guerra sarà incriminato e finirà nella maniera più ingloriosa la sua carriera politica. la corte dell’Aja lo ha messo sotto accusa per crimini di guerra e contro l’umanità. L’ONU ha inserito Israele nella black list dei paesi che non riescono a difendere i diritti dei bambini. Una macchia indelebile che non potrà mai essere cancellata.
La debolezza della politica internazionale si sta manifestando in maniera chiara. Neanche Biden riesce a fermare la reazione di Netanyahu, al punto tale che il cessate il fuoco sembra ancora un miraggio.
D fronte ad oltre 15000 bambini uccisi il mondo intero dovrebbe mobilitarsi. Ma che fine ha fatto l’opinione pubblica? Dov’è il popolo per la pace?
A questa domanda dovremmo rispondere tutti insieme. Con un grido di dolore. Fermiamo il massacro.