Il Parlamento Europeo autorizza Zelensky a utilizzare le armi fornite dai Paesi dell’Unione per colpire la Russia. Una scelta che pone l’Europa ancor più dentro la guerra. La Russia infatti, per bocca del Presidente della Duma Vjačeslav Volodin, ha dichiarato, subito dopo il voto in Europa, che “la scelta del Parlamento europeo porta a una guerra mondiale con armi nucleari.”
L’Europa si trova sempre più immersa in questa guerra, lasciando ormai poco spazio alla diplomazia. Anche i voti in Parlamento evidenziano che la direzione presa non è quella del dialogo, se non in modo puramente simbolico.
Ipocrisie nel voto. Piddini, meloniani e forzisti i paraculi d’Italia.
La votazione al Parlamento Europeo ha generato divisioni, lacerazioni e prese di posizione. Tuttavia, alla fine i grandi partiti non hanno potuto fare altro che votare a favore della risoluzione, che include l’autorizzazione all’uso delle armi in territorio russo.
L’atto si articola in diversi punti. Molti parlamentari hanno scelto una strategia ambigua e paracula: votare contro l’articolo specifico (poi comunque approvato a larghissima maggioranza) ma sostenere l’atto finale che contiene proprio la disposizione che consente all’Ucraina di colpire la Russia. In sostanza, anche chi si è opposto all’articolo sulle armi ha dovuto sostenere la risoluzione finale, una mossa per gettare fumo negli occhi per gli elettori.
Il PD ha toccato l’apice dell’ipocrisia. Pina Picierno ed Elisabetta Gualmini, che come il gruppo Socialisti e Democratici, hanno votato sia l’articolo che l’atto finale.
Zingaretti, Ruotolo, Decaro, Zan, Ricci, Corrado, Benifei e Laureti, pur votando contro l’articolo, hanno appoggiato la risoluzione. Cecilia Strada ha votato contro l’articolo ma sembra essersi confusa durante il voto sulla risoluzione, non partecipando. Marco Tarquinio ha votato contro l’articolo e poi si è astenuto sull’atto finale. Un caos cosmico di ipocrisia, in cui nessuno del PD ha realmente manifestato opposizione all’atto finale, consentendo di fatto il via libera all’attacco alla Russia.
In Forza Italia, Massimiliano Salini e Marco Falcone hanno votato favorevolmente sia l’emendamento sia l’atto finale, mentre il resto del gruppo ha votato contro l’articolo 8 e a favore della risoluzione.
Fratelli d’Italia si è dimostrato più compatto, votando l’intera risoluzione ma opponendosi all’uso di armi contro la Russia.
I partiti che si sono schierati contro la risoluzione sono stati M5S, Lega e AVS.
In sintesi, per i principali partiti hanno il non detto suona più o meno così: “Caro Zelensky, ti mandiamo le armi; con quelle degli altri attacca la Russia, con le nostre difendi l’Ucraina.”
Insomma, nulla di nuovo. Si cambia tutto per non cambiare nulla. Intanto, però, la guerra rischia seriamente di degenerare in un conflitto nucleare.
Le parole di Lavrov
Lavrov in questi giorni è tornato a parlare del ruolo della NATO nell’Artico, assicurando che la Russia è pienamente pronta a difendere i propri interessi in termini politici, militari e tecnico-militari. Ha inoltre sottolineato che l’Artico non è territorio della NATO e che l’alleanza cerca di promuovere su scala globale la propria influenza, compresa la regione artica. Lavrov ha collegato questo desiderio con le ambizioni della NATO di diventare il “gendarme” del mondo.
Campi di concentramento al confine con la Russia
Infine, mentre l’Ucraina entra in territorio russo, la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha dichiarato che le forze armate ucraine hanno creato campi di concentramento nella zona di confine russa, dove vengono rinchiusi i residenti locali. Una notizia, se confermata, di una gravità inaudita.
In sostanza, siamo di fronte a uno scenario estremamente preoccupante, con un’Europa totalmente ininfluente sul piano diplomatico e un’Italia che gioca a nascondino mentre fuori piovono bombe, aumentano i morti e c’è un serio rischio di una guerra nucleare su vasta scala.