Si aprono le danze per le elezioni europee. Da qualche giorno le liste e i candidati sono usciti allo scoperto con le prime adunate politiche.
Sarà un mese di cene (poche), comizi (ancora meno), incontri per discutere di quale parlamento uscirà dalle urne e di come dovrà essere la nuova Europa.
Che visione prevarrà? Quella di un’Europa federale o delle Nazioni e dei nazionalismi?
Quale idea di futuro uscirà dalle urne? Quella della guerra e degli armamenti o quella della pace e del disarmo? Quella dell’accoglienza e dell’integrazione o quella dei respingimenti e dei muri? Quella dell’austerità o della solidarietà finanziaria?
Questa competizione elettorale assume un connotato estremamente importante per il futuro del Vecchio Continente.
Un’Unione Europea scossa dalla recessione causata dalla guerra Russa-Ucraina, che ha bruciato centinaia di miliardi in armamenti, invece che cercare negoziati di pace.
Un’Unione Europea che con fatica sta cercando di rimettere in moto l’economia, sostenendo con miliari di euro, progetti e finanziamenti agli Stati membri, ma che allo stesso tempo, tenendo i tassi di interesse immutati, ha fatto raddoppiare i costi dei mutui dei cittadini.
Un’Europa che con le sanzioni alla Russia sul versante dell’energia, si sta consegnando mani e piedi agli USA, facendo triplicare il costo di luce e gas.
La scelta non è facile e lo sforzo da fare sarà quello di verificare, con attenzione, la ricetta che i partiti presenteranno.
Il rischio è che anche questa competizione elettorale non arrivi al cuore dei cittadini, aumentando così il disinteresse e l’astensionismo. Eppure le elezione europee, come già accade in altri Paesi, dovrebbero avere una importanza pari a quelle nazionali.
Diamo ora uno sguardo ai capilista e alle figure di spicco provenienti dal Lazio:
FDI scende in campo con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e nel Lazio si ripresenta Nicola Procaccini già parlamentare europeo uscente.
Il PD schiera la Segretaria nazionale Elly Schlein, l’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e Camilla Laureti eurodeputata uscente.
Forza Italia presenta il vicepremier Antonio Tajani che ha già ricoperto il ruolo di parlamentare e di Commissario europeo, affiancato nel Lazio da Tiziana Pepe e Salvatore De Meo.
La Lega propone come capolista il Generale Roberto Vannacci e nel Lazio Mario Abbruzzese direttamente dalla Ciociaria, già Presidente del Consiglio Regionale.
Pace Terra Dignità, dopo aver raggiunto lo scopo delle 100 mila firme raccolte, un vero exploit in poco più di un mese, presenta Michele Santoro e Raniero La Valle capilista in tutte le circoscrizioni e nel Lazio Giulia Ciafrei, già vicesindaco di Velletri.
Il Movimento 5 Stelle propone come capolista l’ex calciatrice e commentatrice televisiva Carolina Morace.
Stati Uniti di Europa, si presenta oltre che con Matteo Renzi, che non si voleva candidare ma lo hanno costretto, con l’inossidabile Emma Bonino e la consigliera regionale Marietta Tidei.
Azione scende in campagna elettorale con un altro che non si voleva candidare, Carlo Calenda e Alessio D’Amato ex assessore regionale alla sanità della giunta Zingaretti.
Libertà, il simbolo che sembra un’accozzaglia di sigla, è un altra lista presente nel collegio della circoscrizione centro con Cateno De Luca e l’ex Sindaco di Amatrice e già candidato Presidente del Lazio, Sergio Pirozzi.
Alleanza Verdi Sinistra presenta il ritorno di Ignazio Marino e Massimiliano Smeriglio parlamentare europeo uscente, che lasciato il PD, ha trovato spazio tra le file di AVS.
Per concludere sarà presente Alternativa Popolare, il partito creato da Stefano Bandecchi, che candiderà alla circoscrizione centro Luca Palamara, e Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo.
Queste elezioni, diversamente dal sistema elettorale italiano, dove a scegliere i candidati sono le segreterie e le correnti di partito, prevedono la scelta del candidato da parte degli elettori. Un proporzionale puro, con sbarramento al 4%.
Infatti alle urne gli elettori dovranno scrivere il cognome del candidato che intendono votare. Si potranno esprimere tre preferenze includendo nella terna la differenza di genere.
L’affluenza rischia concretamente di scendere sotto al 50%, anche a causa di una campagna elettorale molto lontana dai problemi reali dei cittadini. Come accade ormai da anni i motori si scalderanno solo negli ultimi 15 giorni, con polemiche utili solo per un titolo sul giornale.