Ha combattuto con tutte le sue forze, affrontando diffidenze ed anche una sorta di ostracismo, ma alla fine è riuscito nell’intento, quello cioè di restituire dignità alla sua assistita.
Lo ha fatto gratuitamente, rinunciando anche patrocinio gratuito, sposandosi quella che sembrava essere all’inizio una causa senza speranze.
“Lascia perdere questa è una causa persa” dicevano alcuni avvocati. Ha dovuto studiare, argomentare, smontare, nel merito, una sentenza di revoca dell’affido della minore che aveva deciso di assistere, superando anche il limite della prescrizione.
“Una stortura di sentenza”, si sentirà ripetere alla fine di questa lunga esperienza, riferita alla prima sentenza nella quale l’affido venne revocato dal tribunale dei minori. Ma l’avv. Filippo Bacchetti alla fine ce l’ha fatta.
Quando nessuno riteneva possibile affrontare questa difesa, lui l’ha fatto. Un po’ perché è amante delle sfide, un po’ perché è un avvocato impegnato socialmente.
Ha parlato in esclusiva con noi de laspunta.it, l’avv. Filippo Bacchetti, in maniera franca e schietta.
“La vicenda di Vanessa Ercoli parte da un provvedimento abnorme del Tribunale per i minorenni di Roma, il quale è stato, come lei ha già pubblicato, emendato a seguito di un ricorso da me presentato” Esordisce così l’avvocato Bacchetti del foro di Roma.
“Questo dimostra che alla fine la magistratura riesce a ravvedersi rispetto a macroscopici errori giudiziari e a provvedimenti che non esito a giudicare abnormi e veramente difficili anche da capire.”
L’incipit dell’avv. Bacchetti si riferisce alla sentenza con la quale il tribunale dei minori di Roma, giudice Cavallo, aveva disposto la revoca dell’affido di Vanessa Ercoli, promosso dai genitori adottivi.
“Il tribunale ha revocato quel provvedimento abnorme che di fatto ha annullato un’adozione già avvenuta, perché il provvedimento di adozione era già avvenuto per Vanessa Ercoli. Vanessa Ercoli si è inserita da adottata nella casa di questi genitori. Poi mi lasci dire, lì sono avvenuti dei fatti che definisco inquietanti, molteplici fatti inquietanti, uno tra tutti quello che gli è stato lasciato in disponibilità dei farmaci, che voi avete già pubblicato, ma non solo, è stata anche lasciata sola, Vanessa che aveva già subito delle violenze sessuali nel suo paese d’origine, da sola con altre persone, diciamo che è stata poco seguita.”
Sono parole forti quelle dell’avv. Bacchetti, ma che partono da un elemento fondamentale. Quando Vanessa Ercoli è giunta in Italia era già stata adottata e questo fatto non poteva e non doveva essere disconosciuto dal Tribunale dei Minori di Roma.
“Non è che se hai un figlio vai in tribunale e lo disconosci” prosegue l’avv. Bacchetti “Non puoi dire che non è tuo e te ne disfi”. Vanessa è stata adottata, venne adottata, prima del mio intervento, perché il mio intervento ha solo ratificato una situazione già esistente, per questo è stato annullato il provvedimento originario che continuo a ritenere abnorme”
“Una sentenza riformata ed annullata dal Tribunale dei minori e confermata dalla Corte d’Appello a cui i genitori adottivi di Vanessa Ercoli si erano rivolti, tentando di ripristinare la revoca dell’affido e francamente un appello che a me, da padre, ha dato un senso di disgusto”
Non è stata però impresa facile per l’avv. Bacchetti. “Abbiamo dovuto fare ricorso alle convenzioni internazionali, alla convenzione di New York tra tutte ed ai principi generali del diritto. Non è stato facile, ma è stato scardinato il termine preclusivo dell’impugnazione di quel provvedimento reso dal Tribunale per i minorenni, di cui voi fate menzione e che è stato annullato successivamente dal Tribunale prima e dalla Corte d’Appello poi.”
L’avv. Bacchetti ha conosciuto Vanessa, ancora minorenne, l’ha frequentata, ha conosciuta profondamente questa ragazza turbata, disorientata. “Vanessa ha avuto un vissuto terribile, sono felice oggi di sapere che ha conosciuto un bravo ragazzo, che sia riuscita a rifarsi una vita, ma è stato un miracolo se è così, perché Vanessa attualmente per la legge italiana è una apolide, ma nel senso che non ha alcuna cittadinanza, perché l’Ungheria giustamente si è disfatta della cittadinanza di Vanessa.”
Un aspetto, questo che l’avv. Bacchetti ha spiegato meglio “In ragione del decreto di adozione che uno dei tribunali ungheresi ha ratificato, c’è quindi un atto formale. Vanessa era adottata in Italia, punto. L’effetto pubblicitario della trascrizione, tra l’altro richiesta e poi revocata dai genitori, era illegittima e il tribunale dei minorenni ha ratificato un atto illegittimo.”
“Nel senso che Vanessa andava dichiarata adottata. Poi puoi fare quello che vuoi, puoi abbandonare un figlio, ma resta però tuo figlio a tutti gli effetti, anche se è adottivo e non concepito naturalmente. Questo nessuno l’ha spiegato, né ai genitori né al tribunale, che non ha avuto né l’intelligenza né la cultura per capirlo in quel momento. Siamo però riusciti a porre rimedio a questo”. prosegue l’avv. Bacchetti.
Ma cosa può aver portato il Tribunale dei Minori a sbagliare? Una sottovalutazione della situazione, un mero errore? L’avv. Bacchetti lo spiega così “Questo provvedimento è talmente illogico, talmente contrario ai principi di diritto, che sicuramente mi lascia l’amaro in bocca. Una adozione che non poteva essere revocata. E questa è una critica verso il sistema legislativo italiano che poco riesce a tutelare gli interessi dei minori e il superiore interesse dei minori, che invece è alla base di ogni convenzione internazionale, di New York per prima.”
“L’altra stranezza è che Vanessa non riusciva a trovare un avvocato che riuscisse a rappresentare i suoi diritti. Perché? Perché era un caso estremamente difficile, perché passato il termine per impugnare quel provvedimento non c’era quasi verso, ma il diritto è pratico, non è matematica. Perché forse gli avvocati sono a volte poco disposti a schierarsi rispetto alle decisioni dei tribunali e questa è un’altra critica che rivolgo all’avvocatura”, aggiunge l’avv. Bacchetti.
“Ma restano i principi del diritto, che sono quelli che reggono poi alla fine il sistema giudiziario. In questo caso abbiamo dimostrato che l’ordinamento giuridico italiano, tutto sommato, ha gli anticorpi per poter affrontare delle situazioni diciamo non estremamente lineari.”
C’è poi questo giallo dell’estratto dell’atto di nascita di Vanessa che non si trova. Nessuno ce l’ha.
“Sembrerebbe sparito anche dal Tribunale” Dice l’avv. Bacchetti. “Bisognerebbe fare una richiesta formale dell’intero voluminoso fascicolo del caso di Vanessa. Io andai in tribunale informalmente a chiederlo e mi dissero che nel fascicolo non lo trovavano, però questo può accadere nei tribunali che non trovano il fascicolo.”
“Andrebbe fatta una richiesta ed eventualmente una denuncia per smarrimento di fascicolo e indagare sul come mai è sparito, se l’hanno preso i genitori. Perché i genitori avevano pure la facoltà di richiedere il fascicolo”.
“Comunque resta il fatto. Dove sta questo documento originale che è sparito? Questo è un ulteriore elemento che mi ha dato tanto da pensare. Io devo dire la verità, quando sono entrato in tribunale per parlare del caso di Vanessa all’inizio, oltre ad essere molto determinato, non le nascondo anche un po’ di scetticismo, perché alla fine sembrava una cosa abnorme quella che gli era successa. Poi mentre andavo avanti in tribunale, più trovavo porte chiuse. Poi presentato il ricorso ufficiale, la magistratura ha avuto tutti gli anticorpi per ripristinare la giustizia.”
La situazione oggi ha un punto fermo “Adesso Vanessa legalmente è adottata ed è figlia. Essendo adottata lei ha tutti i diritti di una figlia, di un figlio normale, facciamo questo distinguo per farci capire”
Secondo l’avvocato, il comune di Velletri, in ragione della sentenza che conferma l’adozione e che intima la trascrizione, potrebbe procedere a farla “Ma qui si entra nel diritto amministrativo, anche se voglio aggiungere che il diritto è uno.”
Un ruolo importante l’hanno avuto le case famiglia “Il loro comportamento è stato lineare, soprattutto la Fiore del Deserto di Roma. Loro erano informati della mia iniziativa, perché poi Vanessa anche oltre 18 anni, era comunque affidata alla casa famiglia, la quale le è stata vicina, umanamente.”
Un po’ diverso il giudizio sulla famiglia affidataria “Che le debbo dire, mi limito a definirlo inqualificabile. Vede leggendo il ricorso in Corte di Appello fatto dai genitori adottivi, è stato terribile, vergognoso.”
L’avv. Bacchetti spiega anche perché definisce quel ricorso terribile e vergognoso, lo fa con parole sentite, segno che questa vicenda lo ha toccato nel profondo “Ho conosciuto Vanessa Mi ha fatto tenerezza. Se lei leggesse alcune lettere di Vanessa ne resterebbe colpito.” aggiunge l’avv. Bacchetti.
“Io ho letto un intero fascicolo. Ho letto anche le lettere che Vanessa scriveva durante il periodo in cui stava con i genitori. Sono delle lettere che umanamente colpiscono, anche un avvocato come me, perché dietro una toga c’è sempre un essere umano, con la propria dignità.”
“Per fortuna la Corte d’Appello è riuscita ad essere giusta, superando le questioni formali in maniera giuridica, fondata, intelligente e giusta. A fronte di un ricorso veramente fuori dal mondo.”
Una vicenda che lascia umanamente degli insegnamenti “Ne traggo più di uno. Il primo è che viviamo in un mondo marcio, nel quale un essere umano non riesce ad attuare i suoi diritti.”
“L’altro che l’amministrazione della giustizia alle volte è sbagliata. Ma tutto sommato, il sistema giudiziario italiano ha degli anticorpi che riescono a emendare certe storture per essere buoni. Però non è stato facile glielo assicuro.” precisa l’avv. Bacchetti.
“Questa vicenda ha lasciato strascichi, anzi danni a Vanessa. Oggi ha ottenuto il riconoscimento dell’affido e il diritto successorio, Vanessa è figlia. Bisogna ora procedere alla trascrizione per la cittadinanza.”
L’avv. Bacchetti aggiunge ancora una riflessione Questa vicenda mi ha colpito perché i genitori hanno voluto solo una bambina, la più piccola.”
Una considerazione che l’avv. Bacchetti illustra in questo modo. “L’Ungheria ha affidato le sorelle insieme, non divise, perché era un valore importante. Ora tenersi la bambina più piccola e abbandonare la più grande oltre a non essere bello, non è umano.”
“La sorella più piccola era estremante legata a Vanessa, poi la vicenda di Vanessa ha portato probabilmente ad allentare il rapporto tra le due sorelle, anche per via della convivenza quotidiana della sorella più piccola con i genitori adottivi. Resterebbe, ora, la causa per il risarcimento del danno.”