Ursula Von der Leyen si dice ottimista circa la possibilità di restare in sella al parlamento europeo per il secondo mandato.
Ma alla luce dei risultati maturati, gli scenari sono molto più fluidi rispetto alle prime ore del voto.
“Il popolo ha punito gli estremisti di destra e di sinistra, abbiamo vinto le Europee”. Ha detto Ursula von der Leyen. “Da domani ci rivolgeremo a S&D e Renew, con i quali abbiamo una relazione costruttiva e provata. Il nostro obiettivo è continuare sul cammino di una piattaforma pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto. Ci sono forze che vogliono indebolire l’Europa, ma la maggioranza dei cittadini europei, con questo voto, ha chiarito che vuole un’Europa forte”, ha aggiunto.
Restano però le incognite, visto che FDI, a meno di ripensamenti, non sarebbe intenzionato a sostenere l’Ursula 2. E la sua stessa coalizione uscita dalle precedenti elezioni potrebbe riservarle un percorso ad ostacoli insidioso.
Secondo le stime dei popolari, infatti, i franchi tiratori all’interno della coalizione europeista Ppe-S&D-Renew per von der Leyen dei Popolari, potrebbero rappresentare il 15% dei voti teoricamente favorevoli.
Restano poi le incognite dello scandalo della trattativa per l’acquisto dei vaccini covid con la Pfizer oggetto di un processo a carico della VonDer Leyen che si terrà a dicembre di quest’anno.
Ma Ursula Von Der Leyen tira dritto e sembra che già in mattina possa esplorare una strada alternativa con il gruppo dei verdi, che ha ottenuto un buon risultato.
Ma i Verdi metteranno sul tavolo delle condizioni, vorrà delle garanzie sul Green Deal, di certo chiederà una netta demarcazione con il gruppo le destre Ue.
Il candidato leader Bas Eickhout dei verdi ha infatti così commentato l’ascesa della Meloni nell’europarlamento “La premier Meloni non è né pro-Europa, né pro-democrazia”.
Ancora più netto Nicolas Schmit, leader dei socialisti europei “Non c’è nessuna possibilità per noi socialdemocratici di collaborare con chi vuole smantellare, indebolire questa Europa che cerchiamo di costruire da decenni”.
“Come secondo gruppo più numeroso, che mantiene il numero di seggi siamo disposti a negoziare un accordo per i prossimi anni per rendere l’Europa più forte, più democratica, più sociale”
Sulla futura maggioranza c’è poi il grande rebus dei non iscritti. In totale il gruppo dovrebbe contare 102 eurodeputati.
Nessuno di questi però potrebbe aver voglia di restare in un limbo svantaggioso sia come potere d’influenza parlamentare sia in termini di budget economico. All’interno di questo gruppo dei non iscritti, ci sono i partiti dell’ultra destra, il Movimento 5 Stelle, il partito degli agricoltori olandesi.
La prossima composizione dell’Europarlamento vede salire ancora il Partito popolare europeo (Ppe), rispetto alla precedente stima, passando dai 177 eurodeputati attuali a 11. Rispetto alla precedente proiezione, i Socialisti (S&D) sono stabili a 135 seggi, mentre i liberali di Renew eleggono 82 eurodeputati. Conservatori e Riformatori saranno rappresentanti da 71 deputati, 62 seggi a Identità e Democrazia, 53 ai Verdi e 34 a The Left.