La sala Tersicore del Comune di Velletri era piena, ieri pomeriggio. Sindaci, amministratori, tecnici, comitati e cittadini sono accorsi all’appello sulla vicenda Fassa e Bortolo.
Un convegno organizzato dal Comitato per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo progetto, che prevede il raddoppio dello stabilimento di Artena per la produzione di calce che provocherà un significativo impatto su tutto il territorio circostante.
A fare gli onori di casa il Sindaco di Velletri, Ascanio Cascella che ha ribadito la disponibilità dell’amministrazione comunale nel sostenere la vertenza che, il comune di Artena e i comitati cittadini, hanno messo in piedi ormai da diverso tempo.
“Non dobbiamo smettere di lottare, anche se la situazione non è semplice, anzi difficile per via della sentenza del Consiglio di Stato, ma ci dobbiamo provare. Velletri sostiene le attività che il comune di Artena e i comitati stanno realizzando. Ci sono degli ostacoli, ma non sono insormontabili. Mi sono confrontato con la Sindaca Carocci e potrebbe esserci uno sbocco. Per questo vedremo come essere utili” Ha detto il Sindaco di Velletri
La novità, anticipata dal Sindaco Cascella, sta nella nuova variante urbanistica che la Fassa e Bortolo ha richiesto alla Regione sui forni. Variante che è arrivata sul tavolo del sindaco Silvia Carocci che è intervenuta subito dopo
“Potremmo paragonare la vicenda della Fassa e Bortolo come ad una partita di calcio. La mia amministrazione interviene pochi giorni dopo la mia elezione, con la sentenza del Consiglio di Stato sul tavolo, che non entrando nel merito del ricorso, accolto invece dal Tar del Lazio, ha solamente detto che non era impugnabile perché pervenuto fuori termine.” Ha esordito Silvia Carocci
“A giocatori negli spogliatoi abbiamo richiamato tutti in campo per un tempo supplementare. Questa situazione inizia venti anni fa e nonostante tutto abbiamo fatto tre incontri in Regione, sollevando forti perplessità sul versante ambientale. Abbiamo poi deciso di intraprendere la strada della verifica delle carte.” Ha spiegato il Sindaco
“Così abbiamo dato mandato ad un legale di realizzare una relazione che parta dai primi atti del 1985 ad oggi, sullo sviluppo urbanistico dello stabilimento, delle delibere autorizzative, che qualcuno ha rilasciato. Una relazione urbanistica da presentare alla Regione per un intervento reale su questo impianto” Ha affermato la prima cittadina di Artena che ha poi proseguito
“Ma adesso c’è un elemento nuovo. La Fassa ha chiesto alla Regione una ulteriore variante urbanistica che riguarda i forni e che ci è stata trasmessa in questi giorni. Si chiede un parere e osservazioni. Abbiamo intenzione, quindi, di riaprire la partita. Per modificare l’impianto basta una variante puntuale? Pensiamo che si tratti invece di una variante sostanziale, abbiamo richiesto un tavolo di confronto per le osservazioni ambientali e urbanistiche. Nei prossimi giorni poi faremo anche un consiglio comunale straordinario al quale auspichiamo la partecipazione di tutti. Soprattutto ringrazio gli organizzatori per aver realizzato questo convegno a Velletri, per ampliare anche la cassa di risonanza e la pressione del territorio.” Ha concluso il Sindaco Carocci
A seguire l’intervento dell’assessore ai lavori pubblici del Comune di Cisterna di Latina, Andrea Santilli, sensibile a questo problema e che è alle prese con la centrale biogas verso la quale è stata promossa una analoga azione al Consiglio di Stato che si dovrà esprimere il prossimo 5 dicembre.
“Questo Progetto rappresenta un problema territoriale. Il nostro territorio è a vocazione agricola con le produzioni di kiwi, con l’oasi di Ninfa, le produzioni agricole e vitivinicole. Ricordo come i Comuni quando hanno saputo di questo progetto hanno cercato di organizzarsi, ma il puar fu pubblicato immediatamente dalla Regione, accorciando i tempi a nostra disposizione per consentirci di organizzarci al meglio. Condivido che la nuova variante richiesta dalla Fassa riapra la partita. Politicamente dobbiamo essere presenti altrimenti il nostro territorio si impoverisce. Se in un territorio a vocazione agricola ci facciamo fare gli insediamenti industriali i rischi ci sono tutti e sono dietro l’angolo” Ha affermato Andrea Santilli
A concludere gli interventi degli amministratori è stato Aristide Proietti consigliere del comune di Cori. “Quello che dobbiamo sottolineare è il silenzio della politica su quanto è accaduto in questi anni dal 2018 ad oggi. Oggi saremmo dovuti essere tutti qui a cominciare dal mio Sindaco“. Una sorta di “J’accuse” quello di Proietti che però lascia riflettere sul delicato ruolo che hanno gli amministratori locali sempre di più alle prese con problemi di questo genere.
E’ sempre possibile consentire insediamenti produttivi senza compromettere l’ambiente? Che modello di sviluppo si vuole realizzare in un territorio? Qual’è l’equilibrio tra la conservazione, la salvaguardia dei luoghi e la tecnologia che si fa avanti? Tra parchi fotovoltaici, centrali biogas, biomasse, inceneritori? La politica locale ha gli strumenti e la conoscenza per capire i risvolti di questi cambiamenti?
Serve probabilmente maggiore consapevolezza, maggiore conoscenza, maggiore attenzione, perché spesso la rincorsa allo sviluppo industriale, magari per dare una risposta occupazionale seppur minima ai cittadini, può nascondere insidie tali da compromettere irrimediabilmente interi territori.