Cominciano ad affiorare alcuni elementi di questa intricata vicenda legata al progetto di raddoppio dello stabilimento della Fassa che di sicuro lasciano aperti degli interrogativi.
Il 30 ottobre scorso la sala consiliare del Comune di Artena ha ospitato un’adunanza pubblica riguardante un tema sollevato nel luglio dell’anno precedente dal comitato “Uniti per la Tutela dell’Ambiente e della Salute“. L’argomento in discussione era l’ampliamento dello stabilimento cementizio locale, una questione che ha suscitato dibattiti accesi nel corso dell’ultimo anno.
Durante l’incontro, dagli interventi fatti, sembrerebbero esserci state presunte anomalie per quanto riguarda l’aspetto urbanistico e il rilascio dei titoli autorizzativi, sia a livello comunale che da parte degli enti sovracomunali.
Queste irregolarità, qualora i lavori per la costruzione del nuovo impianto venissero portati a termine, potrebbero avere implicazioni significative sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’economia agroalimentare del nostro territorio.
Una di queste presunte irregolarità, o quanto meno anomalie, risulta essere la delibera n. 19 del 6 maggio del 2019, relativa alla adozione di una variante del Piano di zonizzazione acustica. Cosa ha di strano questa delibera?
Intanto c’è da dire che la delibera viene adottata a 20 giorni dalle elezioni, quindi in un periodo nel quale l’amministrazione comunale è tenuta alla gestione dell’ordinario e non delle attività cosiddette straordinarie e poi la mancanza dell’allora opposizione, nella quale militava coloro che oggi invece guidano il Comune di Artena dal luglio scorso.
Dalla prima lettura della delibera balza agli occhi che mancando il numero legale si è dovuto provvedere alla convocazione del consiglio in seconda convocazione.
Per giustificare l’azione dell’allora amministrazione di cui era Sindaco Felicetto Angelini, nella delibera viene così riportato:
“Ravvisata l’urgenza di procedere all’adozione della variante di che trattasi, dato atto che è in corso la Conferenza di Servizi relativa al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 27 bis, parte II del D.Lgs 152/2006 e s.m.i., variante non sostanziale in corso d’opera ai sensi dell’art. 17 L.R. 15/2008 al “Progetto di ampliamento dello stabilimento Fassa S.r.l. di Artena”;
Visto il disposto dell’art. 38, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “i Consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili;
Considerato che allo stato attuale è stato pubblicato il decreto di indizione dei comizi elettorali per le elezioni amministrative del 26/05/2019 che vedranno il rinnovo del Consiglio Comunale del comune di Artena;
Vista, altresì, la circolare del Ministero dell’Interno n.2 del 07/12/2006 che evidenzia come l’esistenza dei presupposti di cui all’art. 38 comma 5 del TUEL deve essere valutata caso per caso dal Consiglio Comunale secondo il proprio apprezzamento assumendosene la relativa responsabilità politica;
Richiamata la circolare sopra riportata secondo cui nel valutare l’urgenza e l’improrogabilità si deve tenere altresì conto del rilevante danno per l’amministrazione comunale che deriverebbe da un ritardo nel provvedere;
Attesa la propria competenza, ai sensi dell’art.42 del Decreto Legislativo 18/08/2000 n. 267, del Testo Unico.”
Quindi l’amministrazione dell’epoca ritenne urgente e indifferibile mettere mano al piano di zonizzazione acustico per sostenere la tesi della Fassa. Non si poteva fare dopo le elezioni? Molto probabilmente no, visto che la variante era stata depositata al comune a febbraio e che probabilmente decorrevano i termini previsti dalla conferenza dei servizi.
A cosa serviva questa variante? La variante della zonizzazione acustica integrava la proposta presentata nel 18/12/2009 con protocollo n. 28332 dalla Fassa per ottenere i titoli abilitativi relativamente al progetto di ampliamento dello stabilimento ubicato in Via Giulianello località “La Pescara”.
La classificazione aveva previsto che l’area dello stabilimento rientrasse nella zonizzazione acustica in Classe III “Area di tipo misto”, sull’area con specifica destinazione d’uso industriale, mentre per consentire lo sviluppo dello stabilimento era necessario una allocazione nella zonizzazione acustica Classe V “Area prevalentemente industriale”.
L’amministrazione approvò lo spostamento in Classe V giustificando tale spostamento come la correzione di un mero errore di trasposizione cartografico. Un errore non da poco, caso mai e soprattutto perché non venne riscontrato prima, visto che la zonizzazione acustica risaliva al 2010 e la presenza dello stabilimento invece dal 1987?
Fatto sta che questa delibera in piena campagna elettorale passò con il solo voto favorevole di 8 consiglieri comunali su 17. Gli assenti furono Pompa Costanzo, Irene Palone, Silvia Carocci, Imperioli Diamante Marco, attuali amministratori, Conti Armando, Centofanti Sara, De Castris Fabrizio, Vitelli Silvana, Serangeli Ileana. Tra i presenti che votarono la delibera Pecorari Domenico, oggi all’opposizione.
Ora questa delibera è storia recente e alcuni politici, sia tra i banchi del consiglio comunale sia tra il pubblico, che in passato avevano ricoperto ruoli significativi nei consigli comunali, nell’adunanza del mese di ottobre scorso, sembravano aver dimenticato il loro coinvolgimento nelle decisioni precedenti.
Questo atteggiamento solleva interrogativi sulla memoria istituzionale e sulla responsabilità di chi è chiamato a tutelare gli interessi della comunità. Ci si interroga se tale comportamento sia dovuto a semplice superficialità politica o se esistano motivazioni più complesse e sconosciute che influenzano queste decisioni.
Così come l’opposizione dell’epoca non partecipò al consiglio e ai quali i cittadini di Artena e dei Comuni limitrofi si chiedono se ci siano stati motivi specifici per cui non furono sollevate obiezioni e tanto meno furono esaminati i fascicoli contenenti gli atti relativi all’ampliamento dello stabilimento. Così come sarebbe da chiedersi perché gli otto comuni vicini non parteciparono alla conferenza dei servizi.
Così come appare evidente che l’ultra attività su questo progetto si sia innescata solo dopo l’intervento dei comitati e dei cittadini e questo pone un altro interrogativo, ovvero all’efficacia e all’efficienza delle politiche adottate, in quanto sembra che gli impegni assunti per proteggere e promuovere il bene comune non siano sempre stati prioritari. Un approccio che non riesce a considerare e imparare dagli errori passati potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nella capacità delle istituzioni di tutelare i loro diritti.
“È importante che le azioni politiche siano allineate con le promesse fatte per garantire trasparenza e responsabilità. Per il futuro di Artena, è essenziale che tali errori vengano evitati. La comunità ha il compito di rimanere vigile, richiedendo trasparenza e responsabilità dai propri rappresentanti. Un dialogo aperto e collaborativo è fondamentale per assicurare un futuro sicuro e prospero per il territorio e i suoi abitanti.” Ha affermato il Comitato Cittadino Uniti per la Tutela dell’Ambiente e della Salute.
Va anche detto che tre consiglieri dell’allora maggioranza di Felicetto Angelini, Carlo Scaccia, Lara Caschera e Laura Pincarelli furono poi indicati dall’amministrazione nel Comitato di Gestione di competenza del Comune di Artena del Monumento Naturale del Lago di Giulianello.