Domenica 12 maggio è la Festa della Mamma. Quest’anno il WWF la vuole dedicare a mamma orsa: fino al 19 maggio, infatti, è attivo il numero solidale 45584 attraverso il quale è possibile sostenere la campagna SOS Orso del WWF, lanciata per salvare dall’estinzione l’orso bruno marsicano, del quale rimangono 50-60 individui nell’Appennino.
Una mamma premurosa. I piccoli dell’orso marsicano (generalmente due, raramente tre) nascono durante l’ibernazione, tra dicembre e gennaio, in tana.
È lì che verranno allattati e passeranno i primi mesi di vita. Mamma orsa se ne prenderà cura fino alla primavera del secondo anno quando i cuccioli, conosciuto ormai il territorio, le risorse e i pericoli cominceranno a rendersi autonomi e ad allontanarsi dalla madre, disperdendosi e colonizzando nuovi territori.
Ecco perché dopo la morte drammatica dell’orsa Amarena (settembre 2023), la preoccupazione da parte degli addetti ai lavori e dei cittadini era tanta per la sorte dei cuccioli, che avevano appena 7-8 mesi quando la mamma fu uccisa da una fucilata.
Monitorati dal personale del Parco, sono riusciti comunque a cavarsela. Nell’anno e mezzo di cure parentali della madre, questa non solo protegge i cuccioli dai pericoli, ma insegna loro a muoversi, a capire dove sono le risorse stagionali: mentre infatti gli orsi in primavera si nutrono prevalentemente di piante erbacee, in estate la loro dieta si arricchisce delle proteine derivanti dagli insetti, soprattutto formiche, e di frutta fresca (mele, pere, ciliegie, fichi e altri frutti) e in autunno la loro dieta è composta soprattutto da frutta secca come faggiole e ghiande, utili per accumulare grasso per l’inverno.
La conoscenza del territorio è quindi fondamentale per gli orsetti per superare la fase di svezzamento e garantire loro “lunga vita”.