La giunta Rocca appesa ad un filo? Se continua di questo passo potrebbe accadere. Infatti il Presidente della regione è dovuto tornare in aula dopo 71 giorni di assenza, spinto dall’opposizione regionale per il consiglio che sta affrontando il bilancio regionale.
Incalzato dagli interventi dei consiglieri regionali di opposizione il Presidente ha detto
“C’è una verifica in corso tra le forze politiche della maggioranza, un dialogo serrato. Io non mi sento caporale di giornata ma sono consapevole della mia leadership e, quindi, di dire ai partiti di trovare una soluzione: non è un fuggire dalle mie responsabilità ma un invito a trovare una composizione interna. Se non verrà trovata assumerò io i miei provvedimenti”, ha detto Rocca.
Una frase sibillina, mentre sembra che Forza Italia, stanca dei continui rimandi e di mosse e contromosse ora di Fratelli d’Italia, ora della Lega, sembra proprio intenzionata a rendere plausibile l’appoggio esterno che equivarrebbe all’anticamera delle dimissioni, perché i sette consiglieri di Forza Italia più il consigliere di Noi Moderati, appoggiando esternamente la giunta Rocca, potrebbero far mancare continuamente il numero legale in aula, ma soprattutto sarebbero in grado di bloccare la macchina amministrativa del Presidente Rocca.
Emblematiche al riguardo le dichiarazioni di Giorgio Simeoni capogruppo di Forza Italia, intervenuto prima del Presidente Rocca
Simeoni ha spiegato che Forza Italia “Garantirà il sostegno alla maggioranza Rocca, ma bisognerà capire le modalità. Abbiamo garantito la continuità amministrativa, siamo qua in Aula e oggi approveremo il Documento di economia e finanza regionale – ha aggiunto Simeoni – e poi ci prepareremo e lavoreremo sulla legge di stabilità, ma chiediamo ufficialmente rispetto alla coalizione e al presidente Rocca. Saremo sempre in questa maggioranza che lo ha eletto presidente della Regione Lazio, ma bisognerà capire solo la modalità che avremo nell’appoggiarlo“.
Per questo motivo Rocca appare sempre di più nervoso in questi giorni ed abbia anche lasciato intendere che se i partiti non troveranno una quadra sarebbe pronto a dimettersi e a far tornare il Lazio al voto.
A complicare la situazione anche la Corte dei Conti che ha bacchettato il Presidente sulla tenuta dei conti regionali. E non si tratta di situazioni ereditate ma della gestione dei primi 18 mesi targati Rocca.
La magistratura contabile ha mosso dei rilievi sulle spese messe in atto dal Presidente Rocca e dall’assessore al bilancio Righini. Secondo i giudici, in 18 mesi, la giunta guidata da Francesco Rocca ha nascosto o sottostimato troppe spese e hanno chiesto al presidente Rocca di invertire rotta, inviando un rapporto sugli accertamenti compiuti, anche al presidente del consiglio regionale Antonio Aurigemma, alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti.
Insomma dopo le roboanti dichiarazioni sullo stato delle casse regionali ereditate dalla precedente gestione e le dichiarazioni sul rientro del debito regionale, ora Francesco Rocca deve fare i Conti, è il caso di dirlo, con la magistratura contabile che ha lanciato l’allarme per l’indebitamento verso cui sta andando la Regione.
Per i magistrati contabili troppe leggi approvate nel 2023 con “una relazione tecnica dove non sempre viene indicato come sono stati quantificati i nuovi o maggiori oneri, risultando pertanto carente sotto il profilo contenutistico e quindi inidonea a dimostrare l’attendibilità della quantificazione effettuata”. C’è poi il tema delle uscite nascoste, con norme che dovrebbero essere a costo zero ma che in realtà comportano esborsi.
Il 31 ottobre il Presidente Rocca dovrà presentarsi presso la Corte dei Conti dove si svolgerà l’audizione di parificazione del bilancio regionale. Un esame che Rocca rischia di non superare, come la verifica di maggioranza.