“Il Collegio Sindacale è venuto a conoscenza, della presunta predetta posizione creditoria del Direttore Generale, durante la verifica del giorno 11 luglio 2023, quando è stata riscontrata una busta paga emessa per un lordo di complessivi euro 650.000,00 e per la quale, per altro, non erano state neanche versate le ritenute fiscali indicate di euro 278.992,86, quindi, per un importo superiore alla soglia di rilevanza penale”.
E’ quanto scritto, nero su bianco, in uno stralcio della relazione del Collegio dei revisori dei conti, in occasione del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre del 2022, della Confservizi, firmata da Massimo Furia, Micaela Porceddu, Giovanni di Bartolomeo, nella quale si riporta il compenso stratosferico incassato dall’ex direttore generale dell’Ater Frosinone, Massimo Serafini, pari a 650mila euro liquidato in busta paga.
Una relazione che vede infine anche un altro aspetto rilevante “Ogni volta che il Direttore generale ha interagito con il collegio sindacale – si legge ancora nella relazione dei Revisori dei Conti – nell’esaminare la situazione finanziaria e debitoria dell’Associazione non ha mai manifestato che questa doveva tenere conto di un suo presunto credito“.
Va anche detto che sia Andrea Iannarilli, sia Massimo Serafini erano ai vertici di Confservizi quando assunsero l’incarico di Presidente dell’Ater di Frosinone e di Direttore generale della stessa Ater. Assumendo questo incarico all’Ater di Frosinone, mantennero un legame molto stretto con la Confservizi facendola diventare stazione appaltante per l’Ater di Frosinone.
La busta paga monstre di Serafini si riferisce agli importi relativi al 2% dei contratti stipulati per i progetti di PNRR, ma tale importo assoggettato a tassazione ha superato la soglia massima di 250 mila euro prevista dalla legge. È quanto è venuto a conoscenza la Guardia di Finanza a seguito della vicenda che ad aprile scorso travolse i vecchi vertici dell’Ater di Civitavecchia e che di fatto tocca anche Frosinone.
La guardia di finanza ha setacciato gli uffici dell’Ater di Frosinone alla ricerca di documenti e pratiche sui rapporti con la Confservizi, l’associazione di enti locali, con la quale i rapporti sono ormai chiusi.
I rapporti tra Ater e Confservizi (dalla quale appunto provenivano lo stesso Andrea Iannarilli nelle vesti di presidente del cda della società e l’ex direttore generale Ater Massimo Serafini), nella gestione pre-commissariale, sarebbero stati diversi.
L’Ater di Frosinone, infatti, aveva affidato a Confservizi quale stazione unica appaltante, anche incarichi per il Pnrr relativi alla “progettazione ed esecuzione, accertamenti, verifiche, collaudi e rendicontazione, indagini specialistiche e consulenza geologica e rilievi da eseguirsi nei fabbricati Ater” di alcune opere di ristrutturazione tra Ferentino, Villa Santa Lucia e Pico.
In alcuni casi, su tali affidamenti era intervenuta anche l’Autorità nazionale anticorruzione per censurare quegli accordi. Un atto al quale era seguito un esposto e poi l’avvio di un’indagine della procura di Frosinone.
Il sostituto procuratore Amari, titolare del fascicolo, ha affidato alle Fiamme Gialle una serie di accertamenti. Così, nei mesi scorsi i finanzieri hanno effettuato degli accessi anche nella sede dell’Ater alla ricerca di contratti, documenti e quant’altro ritenuto d’interesse a fini investigativi.
Tutto questo ha comportato un primo intervento della Regione che ad agosto ha deciso il commissariamento dell’Ater indicando Antonello Iannarilli quale commissario dell’azienda che si occupa delle case popolari.
Nell frattempo e comunque un attimo prima del commissariamento dell’Ater, sono state firmate dall’ex direttore generale dell’ente Massimo Serafini tre determine per liquidare alla Confservizi il pagamento della progettazione per i lavori con il Pnrr in base alla convenzione tra Ater e Confservizi siglata l11 marzo del 2022 e della delibera consiliare del 10 dicembre 2021, con la quale si è approvato l’accordo quadro con Confservizi, oggetto anche dell’attenzione dell’ANAC.
L’atto ha saldato le liquidazioni dei lavori di progettazione effettuati per Pico con 62.883,13 euro (su un compenso totale di 309.103,38 euro), per Ferentino di 54.076,96 euro per (sul totale di 932.066,04 euro) per Villa Santa Lucia di 43.566,63 euro (su un totale di 348.029,11 euro).
Successivamente al commissariamento dell’Ater, il commissario Antonello Iannarilli ha nominato un nuovo direttore generale al posto di Serafini, nella persona di Marina Candida Rabagliati e ha deciso di utilizzare l’amministrazione provinciale come stazione unica appaltante al posto di Confservizi.
A questa vicenda di per se già particolare, si deve aggiungere anche la condanna da parte del Tribunale relativamente al contenzioso che ha riguardato la precedente amministrazione dell’Ater – quando alla guida del Consiglio di amministrazione c’era Andrea Iannarilli – nei confronti dei dirigenti Montanaro e Paniccia ai quali il Tribunale ha riconosciuto la somma di 600 mila euro complessivi, quale restituzione degli stipendi non percepiti a causa di licenziamento illegittimo.
Iannarilli, dopo qualche mese dal suo insediamento, nominò un nuovo direttore generale nella persona di Massimo Serafini al posto di Alfio Montanaro che nel frattempo, con lo stesso incarico, aveva ottenuto un distacco presso la Provincia di Frosinone. Montanaro era subentrato all’Ater quale direttore generale Ater al posto di Nicoletta Paniccia.
Nel novembre del 2022 l’Ater decide di licenziare Montanaro insieme a Nicoletta Paniccia che nel frattempo aveva preso incarico presso l’Anticorruzione. A Montanaro e Paniccia sono stati contestati tre punti: le somme erogate alla dr.ssa Nicoletta Paniccia (circa 200mila) quale transazione sottoscritta con l’ex presidente dell’Ater Sergio Cippitelli per il suo declassamento da direttore generale; gli aumenti retributivi e delle presunte irregolarità nel bilancio. Queste ultime contestate in particolare a Montanaro, in qualità di direttore generale.
Insomma non c’è pace in casa Ater. Ora questo altro filone di indagine e le maxi liquidazioni in busta paga che riguardano i rapporti tra la Confservizi e l’Ater di Frosinone, che aveva stipulato l’accordo per diventare stazione appaltante e oggetto dell’indagine della Procura condotta dalla Guardia di Finanza.
I protagonisti di questa vicenda dovranno chiarire tutti questi aspetti. Di tutto ciò resta la sofferenza economica dell’ente nel pagare gli stipendi ai lavoratori e le risposte che gli affittuari degli alloggi popolari aspettano ormai da troppo tempo.