Gli operatori forestali dei Castelli Romani non ci stanno a passare per coloro che distruggono i boschi e hanno scritto un loro post per spiegare il punto di vista delle aziende silvane.
Non vogliamo commentare e vi lasciamo alla lettura del post per farvi una opinione. Agli operatori forestali dei Castelli Romani vogliamo però suggerire di verificare, quantomeno, altre modalità di tagli di bosco ceduto e non ci vuole poi molto, meno invasivi, più redditizi laddove fatto con criterio, con una pianificazione a lungo termine.
Esempi in tal senso ce ne sono diversi in Italia in Val Sesia, per esempio e anche fuori confine, basta modernizzarsi tenendo a cuore il bosco, l’ambiente e la diversità.

Certo è però che debbono per primi cambiare registro le amministrazioni comunali e anche il Parco dei Castelli. Questo il post degli operatori forestali dei Castelli Romani.
“Tradizione, Sostenibilità e Responsabilità
Negli ultimi mesi, un comitato pseudoambientalista ha preso di mira gli operatori forestali dei Castelli Romani, accusandoli ingiustamente di speculare sul territorio e di compromettere la salute delle nostre foreste.”
“È fondamentale chiarire che la gestione del castagno, praticata da secoli in questa regione, rappresenta una tradizione sostenibile e responsabile, che non solo produce legname in modo sostenibile, ma è anche la principale fonte di occupazione locale.“
“Una Gestione Sostenibile e Centenaria
Il taglio del castagno, spesso etichettato erroneamente come “disboscamento”, non equivale alla distruzione totale della foresta.
Al contrario, si tratta di una pratica decennale ben consolidata, che rispetta le caratteristiche botaniche del castagno.
L’apparato radicale rimane intatto e favorisce una rigenerazione naturale, garantendo così la continuità dei boschi. Questa tecnica, applicata da generazioni, ha dimostrato di essere sostenibile, senza intaccare la massa forestale esistente.
“Occupazione e Sostenibilità Economica
La lavorazione del castagno rappresenta, per i Castelli Romani, l’unica vera occupazione sostenibile che da secoli offre lavoro a centinaia di persone. In un contesto in cui le alternative economiche spesso impiegano materiali non sostenibili come cemento e ferro, il castagno si distingue per le sue proprietà ecologiche e per il ciclo virtuoso che crea: dalla gestione forestale responsabile alla produzione di materiali edili ecocompatibili, tutto il processo è orientato verso la salvaguardia del territorio e lo sviluppo locale.
“Norme di sicurezza e regolarità del lavoro
Oltre alle accuse infondate di speculazione, gli operatori forestali vengono ingiustamente etichettati come responsabilità di lavoro nero e di mancanza di attenzione alle norme anti-infortunistica. La realtà è ben diversa: gli operatori seguono corsi specifici e sono regolarmente controllati dalla locale Azienda Sanitaria Locale e dai Carabinieri Forestali, oltre che dal Parco regionale dei Castelli Romani. Questi controlli e la formazione garantiscono che le attività siano svolte nel rispetto delle norme di sicurezza, tutelando sia i lavoratori sia l’ambiente.
“Il Danno delle Accuse Infondate
Le informazioni non verificate e le accuse ingiustificate non solo danneggiano la reputazione degli operatori forestali, ma minano anche le vere battaglie ambientaliste. Diffondere allarmismi fondati porta a una confusione generale, distogliendo l’attenzione dai problemi reali che necessitano interventi basati su dati scientifici e pratiche sostenibili. È essenziale che il dibattito ambientale si fondi su fatti e sulla conoscenza approfondita delle realtà locali, piuttosto che su narrazioni distorte che alimentano conflitti inutili.
“Gli operatori forestali dei Castelli Romani incarnano una tradizione di gestione responsabile, sostenibile e rispettosa dell’ambiente. La loro attività, basata su pratiche secolari, non solo preserva il patrimonio naturale, ma contribuisce attivamente allo sviluppo economico locale e alla creazione di occupazione sostenibile.
“È giunto il momento di difendere chi da sempre lavora per il bene del nostro territorio, contrastando le false accuse e promuovendo un dialogo informato e costruttivo. Solo così potremo garantire un futuro in cui tradizione, sostenibilità e progresso camminino insieme per la tutela dell’ambiente e delle nostre comunità.
“Quello che ci chiediamo è da dove nascono questi gruppi?
Perché distorcono la realtà creando un falso problema ambientale, che interessi hanno?
Perché parlano di deforestazione quando sono secoli che la coltivazione del castagno è presente nel territorio? “