Un orario insolito per convocare una conferenza stampa, di sabato mattina alle 13,30, ma il comitato cittadino per la riapertura del punto nascite voleva dare un segnale anche agli operatori del nosocomio anziate che da troppo tempo si sentono poco valorizzati dalla direzione della Asl Rm6.
Peccato che oltre ai giornalisti, nessun medico o operatore sanitario si sia affacciato, visto che la battaglia del comitato non è certo personale ed interessa proprio coloro che nell’ospedale ci lavorano.
I punti discussi nella conferenza stampa pochi ma esaustivi. La riapertura del punto nascite, la riqualificazione degli ospedali riuniti, l’implementazione del personale e il raddoppio dello stesso presso il Pronto Soccorso in estate.
Temi che però da un pò di tempo a questa parte non vengono presi in considerazione dalla dirigenza della Asl Rm6, eppure Anzio e Nettuno, seppur commissariati e senza amministrazione comunale, sono diventate roccaforti del centro destra, che oggi governa la Regione, ma pare proprio che questo lembo di territorio, che rappresenta però un terzo della popolazione della Asl Rm6, sia stato dimenticato anche dalla politica, tutta insieme.
“Stiamo sensibilizzando i cittadini abbiamo l’obiettivo di 10 mila firme da raccogliere, un obiettivo ambizioso ma siamo già arrivati a 2000 firme raccolte in due settimane. Abbiamo chiesto una audizione in regione coinvolgendo anche i commissari prefettizi di Anzio e Nettuno, perché in tutta questa storia la vicenda che emerge è una e semplice che questo territorio non essendoci la politica è chiaro che è preda facile, spostare gli investimenti è cosa semplicissima, ma probabilmente anche prima del commissariamento i nostri sindaci non battevano cassa altrimenti non si capisce perché questo presidio sanitario è andato sempre più in declino” Questo l’incipit del comitato per voce di Maria Cupelli che ha aggiunto
“Tra l’altro questo territorio è rappresentato in regione da un consigliere di maggioranza. Batta un colpo, ci dica se comprende questa causa o altrimenti ci venga dire perché non la sostiene, perché la politica dove c’è tace“
Gli ha fatto eco il dr. Sergio Mangili ex dirigente della Asl Rm6, oggi in pensione “Noi vorremmo fare rete con tutti quelli che vogliono aderire senza nessuna distinzione e che hanno a cuore le sorti degli Ospedali Riuniti. Dopodiché leggendo le carte emergono alcune aspetti. Intanto non si capisce una che sia una motivazione di questo cambio repentino di rotta, nel piano 2021-2023 una commissione di pediatri ha detto non possiamo concedere una deroga all’ospedale di Velletri, per la neonatologia, perché non ci sono le condizioni, dopodiché non ci sono neanche motivazioni di carattere epidemiologico. Appare evidente che questa è solo una scelta politica. Il nostro obiettivo è intanto sederci in commissione regionale sanità per illustrare le ragioni di un territorio”
Mangili è andato anche oltre nel suo ragionamento “I cittadini vogliono sapere il perché di questo cambio di passo e noi vorremo spiegarglielo ai cittadini che senza nessuna spiegazione ad Anzio e Nettuno non si nasce più, se venisse confermata questa tendenza. Poi ci sono altri dati su cui ragionare e che vanno analizzati” ha proseguito Mangili snocciolando i numeri legati ai posti letto degli Ospedali Riuniti
“Ho letto l’atto aziendale che dovrebbe essere un atto di autonomia aziendale, ma il direttore sanitario ha detto in conferenza dei sindaci che qualora la Regione dovesse decidere noi siamo pronti ad obbedire. Dopodiché facendo il confronto tra piano sanitario 2021-2023 e quello odierno, non c’è solo il problema del punto nascite viene fuori che gli altri tre ospedali della zona e delle cliniche convenzionate, aumentano i posti letto per acuti, Anzio invece vene penalizzata nel caso più positivo di meno 6 posti letto, perché sono conteggiati anche i 15 posti di riabilitazione che come tutti sanno sono allocati a Villa Albani, se togliamo questi posti letto gli Ospedali Riuniti vengono a perdere ben 21 posti letto. Quale è la morale di questi dati? Che gli Ospedali Riuniti stanno andando alla deriva. Poi c’è il tema del Pronto Soccorso.” Aggiunge Mangili al riguardo
“Ogni anno arriva l’estate non è mica una novità e con essa arriva puntale il raddoppio dei residenti che superano le 250 mila persone, ovvero la meta del bacino di utenza della Asl Rm6. Allora perché non si implementa il personale nel periodo estivo. A questa raccolta di firme infatti stanno aderendo anche cittadini che vengono ad Anzio e Nettuno in vacanza. Noi non ci stiamo ad essere abbandonati per logiche politico elettorali, ma anzi rivendichiamo con forza un ruolo centrale e primario nella sanità locale, visto che il nostro bacino di utenza da solo rappresenta un quarto dell’intero bacino della Rm6. Noi vogliamo sentire dal Presidente Rocca quali sono le reali ragioni di questo ulteriore depauperamento della sanità locale“
A seguire l’intervento di Filomena Retrosi anche lei ex dipendente degli Ospedali Riuniti “Con l’emergenza covid il reparto nascite è stato per così dire depotenziato, quasi messo da parte. Ma adesso attualmente non ci sono medici, sono pochi e si ricorre ai gettonisti che costano alla collettività non meno di 500 euro al giorno. Anche il personale è demotivato e stanco e soprattutto si è sotto organico. Ancora oggi qui arrivano donne, che se anche non c’è più il punto nascita, cominciano il travaglio e nell’ostetricia le complicazioni ci sono e per fortuna vengono fronteggiate, se non si agisce tempestivamente il rischio è che muoiano due persone. Pochi giorni fa qui è stato eseguito un cesareo gemellare, per fortuna era presente un ginecologo e un chirurgo esperto. Per fortuna che questi gettonisti erano esperti perché quelli che arrivano non è detto che siano esperti.“
Ancora Mangili su Noc e Paolo Colombo di Velletri “Leggendo gli atti si capisce chiaramente che a distanza di 15 chilometri vengono fatti due ospedali fotocopia, quasi con gli stesi servizi e con quale logica viene fatto? Nell’atto aziendale viene detto che sono state ascoltate le comunità quali, ma quali? sarebbe interessante saperlo. Poi c’ un ulteriore elemento di riflessione. I piani regionali sanitari vengono realizzati secondo la logica dei bacini, ovvero implementare i servizi dove c’è maggiore densità di popolazione, razionalizzarli dove c’è memo gente. Si può dire che sia stata rispettata questa logica? Posso capire che per le alte specializzazioni si realizzino degli hub, ma per le cose basilari, perché, invece privare i cittadini dei servizi primari? Faccio un altro esempio. Ad Anzio implementati 5 posti di urologia a Velletri 4 e quale è la differenza?“
Marica Cupelli, in conclusione lancia un appello alla politica “Invitino i cittadini a firmare per raggiungere le 10 mila firme. La politica strutturata potrebbe dare una mano in questo, indipendentemente dai colori politici, perché migliorare i servizi sanitari di un territorio dovrebbe essere interesse di tutti. Invece ad oggi non abbiamo letto nessun appello in questo senso. Farlo significherebbe stare dalla parte dei cittadini. Noi abbiamo riscontrato tanto interesse da parte dei cittadini che ci tengono alla sanità sul territorio, hanno capito il problema. Si nota invece l’assenza della politica“