“In una recente intervista rilasciata da Gualtieri a Milano Finanza si legge che l’impianto per la cattura della CO2 consentirà di andare oltre l’obiettivo dell’abbattimento del 90% delle emissioni indicato nel piano rifiuti di Roma.” Inizia così l’attacco dell’Unione dei Comitati per il No all’Inceneritore al sindaco di Roma.
“Si tratta di un risultato impossibile perché parliamo di un impianto sperimentale in grado di catturare al massimo circa 400 tonnellate di CO2 l’anno, a fronte delle circa 400 mila tonnellate di CO2 emesse dall’impianto che equivalgono ad appena l’uno per mille. Nell’articolo, inoltre, viene riportato che con il termovalorizzatore Roma eviterà di spendere tanti soldi, circa 50 milioni di euro l’anno, tra costi di smaltimento e trasporto. Peccato che lo stesso risparmio può essere ottenuto “trattando” i rifiuti di Roma a Roma purché ciò avvenga in impianti di recupero di materia, senza pagare i costi di smaltimento in discarica né quelli di trasporto.” Aggiungono nella nota le associazioni riunite.
“A questo “risparmio” si aggiunge l’altro grande beneficio economico, oltre che ambientale, costituito dal valore del materiale riciclato. A dirla tutta – insistono dall’Unione dei Comitati – è l’intero progetto ad avere costi elevati e incerti, che graveranno per l’intera durata di funzionamento dell’impianto sulle tasche dei Romani. Per contro al raggruppamento capitanato da ACEA saranno garantiti guadagni certi e assai rilevanti. Gualtieri “dimentica”, infatti, le condizioni capestro previste contrattualmente che assicurano la redditività dell’investimento di ACEA secondo i parametri del piano economico-finanziario presentato in fase di gara.” Una sorta di contratto come quello di Acqualatina, dove il privato deve sempre guadagnare, indipendentemente da tutto.
“In questo modo ACEA risulta totalmente tutelata da eventuali maggiori costi, o minori entrate (oscillazione dovuta al prezzo dell’elettricità), che si dovessero registrare nel corso degli anni, rispetto a quelli previsti nel piano presentato. Tra i maggiori costi rientra il costo per le emissioni di CO2 (esplicitamente citato nel bando), oggi non previsto ma che, con ogni probabilità, l’Unione europea renderà obbligatorio a partire dal 2028.” Prosegue la nota dell’Unione dei Comitati.
“Parliamo – precisa la nota – di importi sicuramente maggiori ai 100 Euro/tonnellata di CO2 emessa, che possono raggiungere anche i 200 Euro/tonnellata, come si legge nella pubblicazione IEA (International Energy Agency) World Energy Outlook 2023. Altro che risparmio, qui siamo davanti a un’ulteriore spesa per un importo compreso tra i 40 e gli 80 milioni di Euro ogni anno per l’emissione di circa 400.000 tonnellate/anno di CO2 dall’inceneritore. Costi che si rifletteranno in un pesante aumento della TARI che pagheranno le famiglie.” Accusa il Comitato dati alla mano.
“Secondo Gualtieri, l’inceneritore potrà soddisfare il fabbisogno energetico di 200 mila famiglie: si tratta, più precisamente, solo di energia elettrica – una quantità irrilevante rispetto alla domanda di elettricità della Capitale – che naturalmente non sarà fornita gratuitamente e che le famiglie continueranno a pagare come avviene oggi, mentre con il tanto decantato teleriscaldamento, ridotto ad una quota microscopica, si potrà fornire calore ad appena un centinaio di famiglie.” Prosegue il comunicato del Comitato.
“Quanto al calcolo della riduzione delle emissioni climalteranti (di CO2 e biogas dalle discariche) del piano rifiuti di Roma, va evidenziato che si basa sul confronto fra due scenari: ricorso massiccio alla discarica rispetto all’incenerimento. Si tratta di un confronto volutamente fuorviante, perché lascia credere che non esistano alternative ma non è così. E non siamo noi a fornire la risposta ma l’Unione europea e le tante Città che, da tempo, hanno compreso che la soluzione è il riciclo, una concretissima “terza via” rispetto al retaggio inceneritorista del secolo scorso.” Insomma una idea, questa di Gualtieri, superata da decenni e che non porta nessun beneficio o vantaggio ai cittadini.
Un ultimo argomento, sostenuto da Gualtieri, ovvero che si produce tanta CO2 per il trasporto dei rifiuti in altre regioni perché non si dispone di impianti di trattamento: vero, occorrono impianti, ma non per bruciare e distruggere materia producendo anche enormi quantità di CO2 e sostanze dannosissime per la salute, ma per trattare i rifiuti, recuperare e riciclare materia. Puntualizza il comunicato dell’Unione dei Comitati.
“Gualtieri, invece, si guarda bene dall’affrontare il tema dei costi sanitari causati dalla “sua” industria insalubre la cui stima chiederemo di effettuare alla Regione nell’audizione di settembre, ciò che, ancora una volta, ci porta a ribadire la nostra ferma contrarietà all’impianto perché la salute delle popolazioni coinvolte deve essere tutelata.” Precisa l’Unione dei Comitati che sfida Gualtieri ad un confronto pubblico sul tema.
“In più occasioni – concludono dall’Unione – abbiamo sollecitato un confronto, anche televisivo, con Gualtieri che, se realmente convinto dei suoi argomenti, non dovrebbe avere difficoltà ad accettare; confronto pubblico che oggi torniamo a chiedere anche in forza delle oltre 13 mila firme raccolte a sostegno della nostra petizione popolare contro l’inceneritore da lui voluto”.