Nella conferenza dei sindaci di ieri, il Comune di Cisterna ha respinto la proposta di Acqualatina spa di aumento delle tariffe del 6% deliberando la proposta formulate dall’Egato di aumento al 3,5%.
Questo aumento minimo, imposto dall’Agenzia Arera, che svolge attività di regolazione e controllo al fine di tutelare gli interessi dei consumatori, è quanto dovuto per il conguaglio energetico degli anni scorsi, per l’adeguamento all’inflazione, per il recupero della morosità e per gli investimenti programmati.
Il socio privato di Acqualatina aveva dapprima richiesto un aumento del 9,5%, a fronte di futuri maggiori investimenti rispetto a quelli già programmati, e poi successivamente richiesto solo il 6% e paventando sempre un possibile dissesto finanziario.
La relazione tecnica elaborata dall’Ente di governo dell’ambito territoriale ottimale (EGATO) che analizza il nuovo metodo tariffario di Arera MTI-4, recepisce per la prima volta in tariffa – a partire dal 2024 – gli effetti della crisi economica internazionale dal 2022 e caratterizzata da un significativo aumento dei costi di energia elettrica, delle materie prime e dei tassi di interesse, e l’aumento minimo consentito dal sistema regolatorio, del 3,5%, non ha mostrato alcuna criticità in relazione al mantenimento dell’equilibrio economico finanziario della gestione oltre alla realizzazione degli investimenti già programmati con i fondi PNRR.
“Il Comune di Cisterna, come già dichiarato nelle riunioni dell’Ufficio di Presidenza e nella Conferenza dei Sindaci – commentano il sindaco Valentino Mantini e l’assessora al Bilancio e Tributi Maria Innamorato – ha riaffermato la decisione di non superare la soglia minima di aumento tariffario obbligatorio per legge, suffragato anche dalla relazione tecnica dell’Ufficio tecnico di Egato, poiché non deve ricadere sugli utenti cittadini l’onere di finanziare gli investimenti della società Acqualatina. Fare impresa contando solo sull’aumento delle tariffe a spese dei cittadini, rendendo spesso un servizio scadente, non è accettabile: è doverosa un’analisi approfondita sulla morosità, così come reperire altre forme di finanziamento”.
E come dare torto al Sindaco Mantini. Le tubature sono colabrodo, con oltre il 70% dell’acqua che invece di arrivare nei rubinetti delle case, si perde per strada, AcquaLatina deve sempre fare utili e gli investimenti li pagano i cittadini, i comuni pur essendo proprietari del 51% delle quote sono relegati al ruolo di comprimari scomodi.
Aqualatina di fatto non funziona, è forse giunto il momento di rivedere la società Acqualatina e capire se vale la pena tenere in piedi una società misto pubblica privata, nel quale il privato non rischia nulla e incassa solo. E’ forse tra gli unici esempi in Italia dove il privato non rischia nulla e tutti i costi sono a carico del contribuente e dei Comuni.
E se ne è accorto anche il Senatore di Forza Italia, Claudio Fazzone che non le ha mandate a dire nei confronti di Acqualatina.
Secondo il senatore azzurro, la gestione di Italgas, socio privato della società, può essere definita solo come fallimentare., visto che invece di portare miglioramenti sostanziali ha disperso il patrimonio di professionalità presenti in Acqualatina.
Una conferma anche sul versante degli investimenti visto che gli unici investimenti previsti, pari a circa 65 milioni di euro del PNRR, sono quelli fatti dalla parte pubblica grazie al lavoro svolto dall’Ato4 e dal presidente della Provincia mirati alla digitalizzazione e ad altre attività. Nessun intervento è stato previsto a favore dell’utenza.
Sempre secondo il senatore Fazzone sarebbe ora giunta l’ora di superare il problema Acqualatina con una proposta di modifica della legge n. 6 del 1996 da presentare in Consiglio regionale per costituire un unico Ato regionale per migliorare le ricadute positive per la gestione del servizio idrico, dell’efficienza del servizio, dell’ammodernamento delle strutture idriche, oltre che a poter realizzare sinergie positive tra i territori.
Insomma Forza Italia ha lanciato la proposta per bypassare Acqualatina. Sarà utile un Ambito Unico regionale? Effettivamente porterà benefici ai Comuni e soprattutto ai cittadini? Una cosa è certa, così come è pensata e gestita Acqualatina non va bene. La discussione sul futuro dell’acqua che deve restare pubblica è aperta.
I Sindaci dovrebbero avere, a questo punto, uno scatto d’orgoglio e ragionare seriamente se vale la pena tenere in piedi il baraccone Acqualatina o se pensare ad una nuova company in grado di fornire un servizio migliore all’utenza o sostenere l’idea della modifica della legge 6 per costituire un ambito unico.