Non si può dire che si tratti di un fulmine a ciel sereno, perché la notizia era nell’aria già da un po’ e la determina dirigenziale del comunale di Velletri numero 327 del 15 marzo 2023 ha sancito e ratificato l’efficacia di ben due sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato la graduatoria con le quali 8 agenti di polizia locale erano stati promossi ufficiali, anche con ruolo di ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Bisogna però risalire diversi anni addietro, al 2003 quando il comune di Velletri era amministrato dal centrodestra con sindaco Bruno Cesaroni.
Con le determinazioni dirigenziali n. 288 del 30.12.2002 l’Ente aveva bandito la procedura selettiva interna per n. 8 posti di specialista di vigilanza categoria D1 del CCNL in esecuzione degli atti programmatori adottati dalla Giunta comunale.
All’epoca dei fatti era assessore alla Polizia Locale, Giancarlo Righini, oggi assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio, mentre l’assessore al personale era Gianni Cerini.
Espletate le prove e valutati i titoli la graduatoria relativa alla procedura concorsuale fu pubblicata con la determinazione dirigenziale n. 255 del 06.11.2003, ma fu oggetto di impugnativa, prima presso il TAR e successivamente presso il Consiglio di Stato, da parte di due candidati che si sono sentiti vittime di ingiustizia.
La causa e’ andata avanti per 20 lunghi anni e alla fine ha visto riconoscere le ragioni dei candidati che avevano fatto ricorso all’epoca.
Il Consiglio di Stato con le sentenze n. 09845/2022 e n. 09994/2022, pubblicate rispettivamente il 10.11.2022 n. 04176/2016 REG.RIC. E il 15/11/2022 n. 04175/2016, in riforma della precedente sentenza del TAR Lazio n. 12613 del 2015, ha infatti ritenuto viziati la valutazione dei titoli e dell’anzianità di servizio nei confronti dei due ricorrenti ed ha annullato la graduatoria del concorso per la copertura di n. 8 posti di specialista di vigilanza, svoltasi nell’anno 2003 e per effetto della quale nell’anno 2004 è stato disposto il relativo inquadramento a copertura dei predetti 8 posti di altrettanti dipendenti dell’Ente provenienti dalla categoria, immediatamente inferiore, C di vigilanza.
Una mazzata per il Comune di Velletri che ora dovrà fare i conti con i danni che una graduatoria sbagliata ed annullata dal Consiglio di Stato ha prodotto in questi anni.
Si legge infatti nella determina comunale a firma de dr. Innocenzio Mariani “Ritenuto, in relazione alle sentenze emesse dal giudice Amministrativo sopra riportate, che la graduatoria finale di cui si controverte, la determinazione dirigenziale n. 255/2003, sono stati annullati e di conseguenza tutti i successivi atti e provvedimenti adottati relativamente alla medesima procedura concorsuale; Considerato che, in conseguenza dell’annullamento della graduatoria de quo, i rapporti di lavoro conseguenti al passaggio alla categoria superiore D1 del CCNL in corso di svolgimento, stipulati dall’Ente tramite attingimento dalla graduatoria medesima, devono essere risolti, come conseguenza nella sentenza del Consiglio di Stato”.
Secondo il Consiglio di Stato la commissione, oltre ad aver interpretato erroneamente il bando e di conseguenza valutato in modo sbagliato i titoli dei partecipanti, ha anche omesso di sorteggiare le domande della propria orale, generando cosi una graduatoria non rispondente al vero, gratificando e facendo diventare ufficiali di Polizia alcuni a scapito di chi invece avrebbe dovuto risultare vincitore del concorso.
Di conseguenza, di fronte alle sentenze del Consiglio di Stato il comune è dovuto correre ai ripari, declassando e togliendo i gradi agli ufficiali di Polizia Locale ancora in servizio, firmando con loro un atto transattivo per evitare cause risarcitorie.
Si legge infatti nella determina del Comune di Velletri, affissa all’albo pretorio del Comune. “con deliberazione della Giunta Comunale n. 51 in data 13,03,2024, a seguito di una trattativa con le parti, volta a evitare l’insorgere di una controversia giudiziaria che avrebbe comportato ulteriori costi e l’alea di un giudizio dall’esito esito incerto, si addiveniva alla volontà di un accordo transattivo laddove, a fronte della disponibilità dell’Ente a riconoscere, tra le altre:
a) le mansioni superiori della categoria D di fatto svolte sino alla data di reinquadramento e con conseguente legittima conservazione della retribuzione medio tempore percepita nonché con conseguente e relativo consolidamento della contribuzione pensionistica e di fine rapporto del personale così come maturata fino alla data effettiva del reinquadramento;
b) le progressioni orizzontali maturate in vigenza del predetto rapporto di lavoro in cat. D da sommarsi al profilo goduto al momento dell’approvazione della graduatoria di merito annullata dal Giudice Amministrativo, fino allo sviluppo massimo riconoscibile nella categoria C previsto dai CCNL vigenti, le controparti si ritengono soddisfatti di ogni altro loro diritto, pretesa o pendenza, pertanto, e danno reciprocamente atto di non avere altro a pretendere per qualsiasi titolo, ragione o causa, rimossa e rinunciata, ogni eccezione e riserva in proposito, rinunciando espressamente e incondizionatamente a ogni diversa pretesa in relazione all’inquadramento derivante dalla esecuzione in oggetto, comprese le eventuali azioni per risarcimento danno a qualsiasi titolo presuntivamente dovuto;”
In sostanza i 4 ufficiali ancora in servizio sono stati declassati mantenendo però le competenze economiche ricevute e gli effetti ai fini pensionistici e sul tfr, non saranno più ufficiali e saranno reinquadrati nella categoria C di vigilanza.
Le transazioni sono state sottoscritte in data 14 marzo 2023 e il comune ha provveduto alla risoluzione contrattuale e ricollocazione ad una mansione inferiore.
C’è poi un altro aspetto su cui riflettere. Se per riconoscere le competenze economiche maturate il Comune ha firmato una transazione con gli ufficiali ancora in servizio, perché per gli altri 4 andati in pensione non sono stati predisposti gli atti per avere indietro le differenze retributive che hanno percepito indebitamente in questi venti anni, non avendo questi ultimi firmato alcun atto transattivo con il Comune? Non farlo non ipotizza un danno erariale?
E ancora un’altra riflessione: se sono state firmate transazioni con coloro che di fatto sono risultati perdenti nella sentenza del Consiglio di Stato, perché il sindaco Cascella non ha proposto una analoga transazione con chi ha invece ha vinto il ricorso?
Aspetta forse una causa di risarcimento da parte loro che certo potrebbe generare un ingente debito fuori bilancio per le casse comunali?
Ultimo aspetto non meno importante riguarda tutti gli atti che gli ufficiali, ora declassati, hanno firmato durante l’assolvimento delle loro mansioni in questi venti anni in qualità di ufficiali di Polizia Giudiziaria: hanno promosso azioni, indagini, effettuato sequestri, proposto interventi.
Tutti atti che potrebbero essere nulli in quanto i firmatari dei provvedimenti non avevano la qualifica per farlo.
Cosa accadrà adesso? Che danni, materiali ed economici scaturiranno da questa vicenda?
La commissione che ha male interpretato e stilato ancora peggio, la graduatoria, – come evidenziato dalle sentenze del Consiglio di Stato – resterà immune? A pagare danni sarà solo il Comune in versione Pantalone?
Domande legittime alle quali l’amministrazione comunale dovrà pur dare una risposta, se non altro per chiarezza nei confronti dei cittadini.