In questi giorni il “Comitato per la protezione dei boschi dei Colli Albani” ha ricevuto il diniego da parte del direttore del Parco dei Castelli, dr.ssa Angelone ad un’istanza di accesso agli atti amministrativi e alla richiesta di alcuni altri dati prodotti ed in possesso dell’Ente Parco.
Durante l’incontro svoltosi nella sede di Rocca di Papa lo scorso 17 giugno, il direttore aveva dimostrato ampia disponibilità nei confronti delle istanze presentate dal Comitato.
“Non ci aspettavamo di certo un diniego totale alle 15 puntuali richieste che abbiamo elaborato e presentato.” Fanno sapere dal Comitato.
“Riteniamo che negarci dati aggregati sullo stato dei tagli boschivi, sugli specifici controlli, nulla osta ed eventuali sanzioni sui progetti realizzati o in corso d’opera per i quali è richiesto l’intervento dell’Ente, sia qualcosa che tenda a nascondere alcuni aspetti critici del territorio e per i quali siamo in mobilitazione.” Prosegue la nota del Comitato Boschi.
“Evidenziamo la palese contraddizione tra la comunicazione pervenutaci, la quale cita leggi, sentenze del TAR della Campania, del TAR della Lombardia, sentenze del Consiglio di Stato e dell’ANAC, e quanto invece scritto dallo stesso Ente Parco nella sua deliberazione N.5 del 13 gennaio 2023, art.21 che regola l’accesso civico generalizzato”
Infatti l’articolo 21 che regola l’accesso generalizzato degli atti dell’Ente Parco recita così
“1. Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha il diritto di accedere a dati e documenti detenuti dal Parco Regionale dei Castelli Romani, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione[…]
2. L’esercizio del diritto di accesso civico generalizzato non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente e non deve essere motivato.”
Ed invece, tra le motivazioni fornite al Comitato si legge:
“con la presente, si rigettano le istanze in esame e si invita il richiedente a formulare eventuali ulteriori richieste secondo modalità conformi alla ratio del dettato normativo e che siano, soprattutto, prive di intenti di controllo generalizzato, con il chiaro intento di attivare forme di supervisione dell’attività dell’Ente Parco, che sospetta inefficiente o inefficace, o di cui si vuole verificare in via generale la legittimità.”
Quindi il Parco dei Castelli afferma che si possono chiedere accessi agli atti, purché non mettano in evidenza eventuali inefficienze.
“Abbiamo sempre sostenuto una certa facilità nel concedere nulla osta di tutti i tipi per progetti del tutto fuori contesto alla tutela ambientale, qualcosa è stato finalmente negato: l’accesso alle “scartoffie” e ai dati aggregati.” Prosegue la nota del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani.
“Forse avremmo fatto prima a chiedere di realizzare uno scempio da qualche parte per mettere a profitto le risorse naturali, storiche e culturali che ci circondano, magari scrivendo un progetto in modo carino, così non avremmo avuto particolari problemi, visto quello a cui assistiamo giornalmente?” Si chiede il Comitato
“Continueremo la ricerca di tutto ciò che riguarda quanto avviene nel Parco dei Castelli Romani al fine di far comprendere alle popolazioni che ci stiamo giocando un patrimonio naturale e storico a causa degli appetiti dei soggetti privati, dei fondi pubblici loro concessi e delle decisioni dei politici che favoriscono tali processi.” Precisano dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani
“Avevamo richiesto dati sulla quantità di nulla osta rilasciati per i tagli, quanti e quali erano i verbali di multa sui cantieri forestali, a quanto ammontavano le multe riscosse, i reati ambientali segnalati dall’Ente alla Procura, e alcuni atti specifici sui disboscamenti alla Via Sacra, alla Ippovia- Forcella (Rocca di Papa), all’Artemisio (Velletri), al Perino (Genzano), lungo la via Francigena (tra Nemi e Velletri) e sui progetti della RSA al parco di via Romita ad Ariccia, del centro canoa al lago di Nemi, della (fu) pedana sempre al lago di Nemi, dello sport lineare sullo stesso lungolago, di via Perino a Genzano. Cosa ci sia di segreto in tutto ciò rimane un mistero.” Afferma il Comitato che non si da per vinto e ripresenterà la richiesta di accesso agli atti.
“Ripresenteremo le nostre istanze, riformulandole diversamente, sperando che stavolta vengano accolte ed elaborate in tempi adeguati, visto che a parte i dati aggregati, che comunque dovrebbero essere già a disposizione dell’Ente, si tratta di cercare i files richiesti (ove esistenti) e allegarli ad una mail, niente altro.”
“A breve comunicheremo ulteriori iniziative territoriali, perché anche ad agosto la lotta a difesa di boschi e laghi non si ferma.” Conclude la nota del Comitato.
Una situazione veramente incredibile, perché da un lato c’è un comitato sostenuto da altre associazioni e da molteplici cittadini che chiede conto del lavoro di controllo e di coordinamento che il Parco dovrebbe normalmente svolgere alla luce del sole; dall’altra un Parco dei Castelli che, con questa risposta, sembra chiudersi a riccio. Arroccarsi sulle proprie posizioni però, senza dare conto ai cittadini, non è il massimo per un ente pubblico che dovrebbe avere come spirito il servizio alla comunità.