Nell’indifferenza quasi totale dei media italiani, mentre a Gaza si perpetuano massacri ignorati dalla TV, un fatto di gravità inaudita è accaduto in Cisgiordania senza che praticamente nessun mass media del nostro Paese lo rilanciasse. La spunta vi spiega cosa sta succedendo.
Un esproprio di terra senza precedenti
Israele ha recentemente approvato l’esproprio di 12,7 chilometri quadrati di terra palestinese, segnando il 2024 come un anno record per queste confische. Questa decisione è stata rivelata dal movimento israeliano Peace Now.
Decisione emerge solo ora
Il piano, ufficializzato il mese scorso, è emerso solo ora grazie all’organizzazione non-governativa Peace Now. Questa non è la prima mossa del genere: precedentemente erano stati approvati due espropri di 8 e 2,6 chilometri quadrati. Stephane Dujarric, portavoce dell’ONU, ha criticato duramente queste azioni, definendole “un passo nella direzione sbagliata”.
Un piano controverso e ignorato
L’area espropriata, situata in Cisgiordania vicino al confine giordano, rappresenta il più grande esproprio di terra degli ultimi trent’anni e porterà alla costruzione di nuovi insediamenti israeliani considerati illegali dalla comunità internazionale. La sottrazione continua di terra palestinese fa presagire che il 2024 sarà un anno record per gli espropri in Cisgiordania.
Implicazioni sul terreno
Il piano di esproprio riguarda un’area di 12,7 chilometri quadrati, il più vasto degli ultimi decenni. Le comunità locali saranno costrette a spostarsi verso villaggi palestinesi e campi profughi, mentre nuovi insediamenti israeliani saranno edificati. Gli espropri precedenti di 8 e 2,6 chilometri quadrati contribuiranno a fare del 2024 un anno senza precedenti per queste sottrazioni.
Strategia di colonizzazione
L’ultimo esproprio sembra strategico, posizionandosi vicino ad altre colonie israeliane con l’intento di creare un corridoio al confine con la Giordania. Questo passo viene visto come un ulteriore ostacolo alla soluzione a due stati.
Le reazioni
Stephane Dujarric dell’ONU ha criticato la decisione, affermando che rappresenta “un passo nella direzione sbagliata”. Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha esplicitato che l’obiettivo è impedire la divisione della terra e la creazione di uno Stato palestinese, promettendo di “cambiare radicalmente la mappa” della Cisgiordania.
Storia di colonizzazione
Dopo la guerra del 1967, Israele ha iniziato a costruire insediamenti nei territori occupati. Migliaia di case sono state costruite, ospitando centinaia di migliaia di persone. I palestinesi, sistematicamente espropriati, vivono in una sorta di segregazione. Dagli anni ’90, il numero di coloni israeliani in Cisgiordania è passato da 100.000 a circa mezzo milione, oltre a decine di migliaia a Gerusalemme Est. Il governo di Benjamin Netanyahu, noto per le sue politiche estremiste a favore della colonizzazione, ha fatto della confisca delle terre un pilastro del suo programma. Questi espropri record rendono sempre più difficile una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.