Tra le varie notizie che sono uscite fuori nel convegno organizzato contro il progetto del raddoppio della Fassa e Bortolo quella del ricorso alla via giudiziaria.
Dopo i ricorsi, la sentenza del Tar, quella del Consiglio di Stato, le manifestazioni, la mobilitazione, ora i Comitati si giocano un’altra carta quella della via giudiziaria.
Nonostante l’impegno delle amministrazioni dei comuni coinvolti che, tra avvocati, richieste di incontro in Regione, non ultima la riapertura della partita Fassa con la nuova richiesta di variante urbanistica giunta sul tavolo del sindaco di Artena, stiano cercando di bloccare la realizzazione del nuovo impianto, i Comitati hanno deciso che sia giunto il momento di far intervenire la magistratura.
Proprio durante il convegno e in chiusura dello stesso è stato anticipato il deposito presso quattro Procure della repubblica di un esposto contro la Fassa e Bortolo.
Un articolato e complesso esposto, che mira da una parte ad evidenziare le problematiche di questo impianto, anche di natura ambientale, dall’altro quello di quantificare anche i danni che questo impianto ha prodotto in questi anni.
“Oramai deve intervenire la Procura della Repubblica perché oltre quello che stiamo vedendo non possiamo più nascondere quello che secondo noi sono dei falsi” Ha detto Umberto Proietti coordinatore e segretario dei Comitati.
“Ci sono evidenze che ci fanno dire questo a cominciare dalla delibera a costruire del 2009, poi fatta resuscitare nel 2011 e poi nel 2019, ma l’impianto ha cominciato ad essere costruito solo nel 2024. Come è stato possibile? Di chi sono le responsabilità. I permessi a costruire non sono senza scadenza e se scadono debbono essere rifatti daccapo.” Ha aggiunto in maniera accalorata Proietti.
“L’altro problema riguarda gli usi civici. Come è possibile che gli uffici comunali rilasciano permessi senza che vengano liquidati gli usi civici? Se si costruisce su un terreno gravato dagli usi civici senza aver trattato gli usi civici commette un reato penale” Ha continuato Proietti
“Abbiamo presentato gli esposti contro la Fassa a quattro Procure della Repubblica. Quella di Velletri, quella di Latina, quella di Roma e alla Procura della Corte dei Conti per i danni. Non vogliamo correre il rischio che qualcuno non tenga nella giusta considerazione questa nostra richiesta.” Proietti ha anche parlato del forte rischio di inquinamento del fosso che lambisce lo stabilimento
“Da dove la Fassa prende l’acqua e dove scarica le acque. Questo fosso arriva, attraversando il territorio fino a Foce Verde e fa parte del bacino boscarello che attraversa 1000 chilometri di territorio. Come saranno le acque di questo fosso dal quale si attinge anche l’acqua dei pozzi che sono presenti nei pressi?” Ha chiuso il suo intervento Proietti.
Anche Emilio Bongiovanni ha espresso le sue perplessità “Questo territorio è risultato del lavoro millenario dell’uomo e cosa c’entra un impianto del genere in una zona tutelata paesaggisticamente? L’area è prettamente agricola e nell’impatto ambientale non ci sono parole sulle ricadute sulla fauna. Smaltire 30.000 tonnellate di polverino di legno significa mettere in fila camion per 30 chilometri. Questo tipo di sviluppo a noi non interessa“
Ilaria Usai ha parlato a nome del comitato #perlenuovegenerazioni “Dobbiamo continuare la mobilitazione, dobbiamo continuare le iniziative sui territori per coinvolgere quante più persone possibili. Dal canto nostro stiamo lavorando per presentare quanto prima una interrogazione parlamentare sulla vicenda Fassa e Bortolo. Perché è giusto che anche il Parlamento si renda conto di cosa accade nei territori“
Insomma un convegno necessario e assolutamente utile per capire le posizioni, conoscere meglio questo progetto e nel quale, al di la delle mosse della politica, sono risaltate le azioni dei comitati che hanno deciso di dare la parola alla Magistratura per scongiurare la realizzazione di un impianto, a questo punto, voluto veramente da pochi e osteggiato da molti.