Il territorio a sud di Roma sta subendo una sorta di accerchiamento senza precedenti. Centrali biogas, impianti fotovoltaici, raddoppi di impianti che bruceranno rifiuti per essere alimentati. Le aree di pregio agricolo, dai Castelli alla Valle del Sacco, rischiano di essere trasformati irrimediabilmente.
A lanciare l’ennesimo allarme sul territorio sono Carlo Boldrighini, presidente sezione Aniene e Monti Lucretili di Italia Nostra e Ina Camilli, rappresentante Comitato residenti Colleferro. Il focus dell’intervento riguarda gli impianti fotovoltaici e soprattutto, le attività autorizzative che, secondo Camilli e Boldrighini non tengono conto delle misure di tutela dei territori.
“Secondo la nostra esperienza i procedimenti di VIA regionali non garantiscono l’osservazione né delle linee-guida emanate dagli enti competenti, né della legislazione esistente. Accade così che un fotovoltaico a terra nel Comune di Paliano venga ridenominato agrivoltaico senza che subisca modifiche, solo sulla base di un foglio in cui un agronomo dichiara che il terreno è adatto a certe pratiche agricole.” Affermano Camilli e Boldrighini.

“Sebbene si preservano generalmente, finora, le aree protette, spesso non si tiene conto delle loro fasce di rispetto, garantite dal Dlgs 199/2021.“
“Così accade con la fascia di rispetto di 500 m del Monumento Naturale Selva di Paliano e Mola di Piscoli: in un progetto attualmente in sospeso la proponente dichiara (a nostro avviso erroneamente) l’area idonea, ai sensi del D.Lgs 199/2021, art. 20 comma 8 lett. c-ter, e non menziona nemmeno che esso ricade nella fascia di 500 m dal Monumento Naturale, e quindi non risulta idonea in base allo stesso comma 8, lett. c-quater del D.Lgs. 199/2021.” Accusano le due associazioni.
“Un altro aspetto generalmente ignorato nei procedimenti di VIA sono le indicazioni della normativa vigente per evitare gli effetti negativi dell’accumulo di progetti in una stessa area. Questo è certamente il caso del territorio di Colleferro, Paliano, Anagni, Genazzano, Artena e il sud della ciociaria, dove in poco tempo sono stati approvati o sono in corso di approvazione numerosi progetti, alcuni dei quali minacciano l’integrità dei Monumenti Naturali.“
“Altra minaccia incombente è quella di un progetto di impianto a biogas, ad alto impatto ambientale, in fase di approvazione, nella zona agricola del Castellaccio, nelle immediate vicinanze delle abitazioni dei residenti. Simili progetti interessano Genazzano, Anagni, Artena, Ferentino. Se tutti i progetti in corso, non solo questi citati, verranno realizzati l’intera area, con i suoi abitanti, sarà sacrificata alla produzione di energia, o meglio, alla speculazione.” Proseguono Boldrighini e Camilli.
Relativamente agli impianti fotovoltaici, i comitati fanno rilevare che: il forte impatto degli impianti sul paesaggio è evidente, anche perché è difficile schermarli con siepi e alberature, che devono comunque essere poste ad una certa distanza. Come detto, valgono assai poco gli impegni in questo senso, volentieri dichiarati dai proponenti, ma che poi spesso si rivelano effimeri o del tutto disattesi.Â
“Al marzo 2024 risultavano richieste di collegamento in rete per impianti FER per più di 300 GW (gigawatt), mentre il piano nazionale prevede un obiettivo al 2030 di 70 GW circa. Quindi molti impianti rimarranno scollegati a lungo, e forse per sempre, perché non è conveniente collegare impianti lontano dai principali elettrodotti, e non dovrebbero essere autorizzati. Ma in Italia si gioca sul fatto che ancora è in progetto l’adeguamento della rete di elettrodotti.“
“Chiediamo un’adeguata politica a difesa delle prospettive dell’agricoltura e del suolo del nostro territorio e il rispetto delle aree tutelate stabilite dalla programmazione regionale a difesa dell’ambiente. E’ ora di dire basta alla speculazione senza controllo, difendendo i nostri diritti.” Concludono Camilli e Boldrighini.