La crisi in Medio Oriente continua ad aggravarsi, mentre migliaia di palestinesi sono costretti a fuggire nuovamente dalla città di Khan Younis, situata nel sud di Gaza. Le forze israeliane hanno lanciato un nuovo attacco contro circa 30 siti, imponendo ulteriori ordini di evacuazione ai residenti, già esausti da mesi di conflitti incessanti. Questo nuovo capitolo di violenza arriva in un momento critico, con il conflitto che si estende oltre i confini della Striscia di Gaza, coinvolgendo anche il Libano e altre nazioni limitrofe.
I leader di Qatar, Egitto e Stati Uniti hanno esortato Israele e Hamas a riprendere i negoziati per un cessate il fuoco, proponendo il 15 agosto come data, riconoscendo l’urgente necessità di una pausa nelle ostilità. Tuttavia, mentre Israele ha accettato di partecipare ai colloqui proposti al Cairo o a Doha, Hamas non ha ancora risposto ufficialmente. La mancanza di una risposta da parte di Hamas lascia il processo di pace in bilico, con il rischio che la violenza continui a intensificarsi.
Nel frattempo, il bilancio delle vittime nel conflitto tra Israele e Gaza è sconvolgente. Sono almeno 39.699 le persone uccise e 91.722 quelle ferite nella guerra in corso a Gaza. Dall’altra parte, Israele ha subito almeno 1.139 morti durante gli attacchi guidati da Hamas del 7 ottobre, e più di 200 persone sono state prese prigioniere. Questi numeri sottolineano la brutalità del conflitto e la devastazione che ha inflitto su entrambe le parti.
L’escalation della violenza non si limita alla Striscia di Gaza. In Libano, un attacco israeliano nella città di Sidone ha ucciso il funzionario di Hamas Samer al-Hajj, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa libanese NNA e da Reuters. Al-Hajj era basato nel campo profughi palestinese di Ain al-Hilweh, vicino alla città costiera di Sidone. Questo attacco ha provocato proteste spontanee nella città, con la popolazione locale che ha condannato l’omicidio. Inoltre, due civili sono rimasti feriti nell’attacco, esacerbando ulteriormente la tensione nella regione.
In risposta all’attacco, Hezbollah, ha dichiarato di aver colpito direttamente dei soldati israeliani. Attraverso un comunicato diffuso su Telegram, Hezbollah ha affermato di aver attaccato edifici che ospitavano soldati israeliani nella “Caserma Dovev” utilizzando “armi appropriate”. Il gruppo ha giustificato il raid come una risposta agli attacchi dell’esercito israeliano contro città e villaggi nel sud del Libano e come un gesto di sostegno ai palestinesi di Gaza.
Gli scontri tra Israele e Hezbollah lungo il confine libanese sono diventati un evento quasi quotidiano da quando è iniziata l’offensiva israeliana su Gaza lo scorso anno. Hezbollah ha ribadito che cesserà gli attacchi solo quando sarà raggiunto un cessate il fuoco permanente nell’enclave palestinese. Questo sviluppo evidenzia come il conflitto, originariamente concentrato su Gaza, stia rapidamente coinvolgendo l’intera regione, aumentando il rischio di una guerra più ampia.
Colpisce il silenzio e l’indifferenza dei leader internazionali, di fronte ad un massacro che giorno dopo giorno si sta allargando all’intera area.