Come se non bastasse la notizia del calo dell’occupazione sia stabile, sia soprattutto stagionale, arriva anche il dato sul fatturato dell’industria.
A rendere noti i dati l’Istat che ha certificato un calo dei fatturati e delle produzioni. Un trend che non si attenua e continua ad avere risvolti negativi da ormai ben 4 mesi, tanto che il Presidente di Confindustria si è detto preoccupato rispetto al fatto che non si riuscirà a raggiungere il dato dell’1% del Pil alla fine dell’anno.
Altro che locomotiva Italia, come qualcuno dal governo continua a dire, qui la locomotiva rischia di fermarsi. Questi i dati, inclementi, dell’Istat.
Che significano questi numeri? Che le aziende perdono sia in volumi, rallentano le produzioni per mancanza di ordini e per quanto riguarda il valore, il trend negativo significa che le imprese hanno guadagnato di meno. Per contro sono tornati ad aumentare i costi energetici, i quali costi sono tornati a salire del 5,7% in termini di costo sulla bolletta.
Da notare che tutti gli indicatori dell’industria, dei servizi e del commercio sono in perdita, segno che l’economia ristagna, le produzioni rallentano, i cittadini consumano sempre di meno.
Questi dati vorranno pur dire qualcosa al Governo? Di fatto il Paese è fermo ed è demotivato per l’incertezza che regna sugli scenari futuri, mentre la manovra finanziaria viene contestata da tutti. Dai Sindacati, dai Medici, da Confindustria, segno proprio che le soluzioni che si vogliono mettere in campo non vengono condivise da nessuno.
Per tornare ai dati, ecco l’analisi dell’Istat che spiega nel dettaglio l’andamento produttivo del paese in questo ultimo periodo.
Ad agosto si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca in termini congiunturali dello 0,1% in valore e dello 0,7% in volume. Si registrano flessioni dello 0,5% sul mercato interno (-0,7% in volume) ed incrementi dello 0,4% sul mercato estero (-0,8% in volume).
Per il settore dei servizi, si osserva una diminuzione della stessa intensità sia in valore sia in volume (-2,0%), con dinamiche negative nel commercio all’ingrosso (-2,6% in valore e -2,5% in volume) e negli altri servizi (-1,3% in valore e -1,9% in volume).
Gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano ad agosto un aumento congiunturale per l’energia (+5,7%), per i beni strumentali (+0,8%) e per i beni di consumo (+0,4%), mentre risultano in diminuzione i beni intermedi (-2,3%).
Nel trimestre giugno-agosto 2024, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, registra un calo sia in valore (-1,2%) sia in volume (-1,4%). Nello stesso arco temporale anche il fatturato dei servizi diminuisce sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,7%).
Su base tendenziale, ad agosto 2024, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra una flessione sia in valore (-4,6%) sia in volume (-3,6%), sintesi di diminuzioni del 5,0% sul mercato interno (-4,2% in volume) e del 3,8% su quello estero (-2,6% in volume). I giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 22 di agosto 2023.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano ad agosto un marcato calo tendenziale per i beni strumentali (-8,7%) e per i beni intermedi (-5,8%) e flessioni più contenute per l’energia (-2,8%) e per i beni di consumo (-0,6%).
Nei servizi si registrano diminuzioni tendenziali del 2,0% in valore e del 4,0% in volume. Si rilevano flessioni del 4,2% nel commercio all’ingrosso (-3,7% in volume) e un incremento dello 0,3% negli altri servizi (-4,0% in volume).
Che significano questi numeri? Che le aziende perdono sia in volumi, rallentamento della produzioni per mancanza di ordini e in valore, ovvero hanno guadagnato di meno. Per contro sono tornati ad aumentare i costi energetici