Quello che raccontiamo è una storia che ha dell’incredibile, non tanto sull’aspetto penale, sul quale c’è un processo in corso, che forse non si farà mai perché la presunta vittima è irreperibile, ma su una sorta di accanimento nei confronti di una persona che dopo aver avuto ragione due volte dal tribunale e due volte dal Tar, si vede oggi precluso il diritto di tornare a lavorare, in un rimpallo di atti e sequestri eseguiti dalla Questura di Roma.
“Sono senza lavoro e senza dignità da quasi un anno; ora mi sto ammalando e mi stanno cadendo i denti per l’età e per la depressione. La scorsa settimana mi hanno mandato il mio reddito del 2024: 17.140,12 euro lordi con un figlio ancora studente da mantenere. Mi chiamo Francesco Panatta, e abito a Trevignano Romano” Inizia così lo sfogo di Francesco Panatta professione vigilante.
Ma procediamo con ordine. A giugno dello scorso anno Panatta, conosce una ragazza su in sito internet e la ospita a casa sua per due giorni. “Senza secondi fini: ho quasi 60 anni e penso di non dovere aggiungere altro” Afferma Panatta.

“Dopo due giorni l’allontano da casa perché mi dice di avere al seguito dell’Hashish. Lei forse sotto l’effetto di droghe reagisce male, torna a casa mia e cerca di sfondarmi la porta d’ingresso. Io sono un uomo onesto e non reagisco: mi chiudo in casa e chiamo il 112 ” Prosegue il protagonista di questa vicenda.
“Arrivano due carabinieri della stazione di Trevignano Romano che dovrebbero conoscermi, e capire la situazione. Fino a ieri avevo fiducia nelle istituzioni; ora non più. A loro la ragazza dice che le ho dato un pugno; io so che non è vero e dico loro di accompagnarla in ospedale per farla visitare. Pensavo di fare la cosa giusta.” Afferma la guardia giurata.
La ragazza però viene portata all’ospedale di Viterbo, visitata e trovata sana. Le somministrano un calmante e un analgesico e la tengono in osservazione. Tutto normale, sembrerebbe. Invece no. La dimettono con 5 giorni di prognosi, omettendo la diagnosi e attivando il codice rosso. La mandano all’associazione Penelope di Viterbo.
Lì rimane alcuni giorni e quando esce va dai carabinieri di Viterbo e sporge denuncia contro Panatta.
“Vengo accusato di sequestro di persona, di furto, di tentata truffa, di violenza sessuale e di minaccia a mano armata. Non so come non mi abbiano arrestato.” Dice Panatta.
“Per fortuna il PM e il GIP due domande se le fanno: gli unici in questa assurda storia che abbiano dimostrato un minimo di equilibrio. Il PM dopo un mese e mezzo mi restituisce il porto d’armi per tornare almeno a lavorare. E visto che questa vicenda si fonda solo su una denuncia che sembra poco verosimile, chiede e ottiene dal GIP un incidente probatorio con l’escussione della parte offesa in contraddittorio con la mia difesa.” Aggiunge la guardia giurata.
“Finora la ragazza è stata citata due volte e non si è presentata; il suo avvocato, fornitole gratuitamente dall’associazione Penelope, ha scritto al tribunale che essa è irreperibile. Il GIP ora ne ha chiesto la ricerca e l’accompagnamento coattivo per il 26/06/2025; se la trovano.” Aggiunge Panatta.
Insomma una vicenda giudiziaria dai contorni tutti da definire. Se la donna è stata vittima di violenza come mai l’avvocato che la difende non la trova più? Dove è andata?
Ma la vicenda peggiore riguarda l’impossibilità di Francesco Panatta di tornare a lavorare.
Il 14 giugno, dieci giorni circa la vicenda della presunta minaccia alla donna, le forze dell’ordine vanno a casa di Francesco Panatta e gli sequestrano le armi e i titoli di polizia. “Vengo sospeso dal lavoro e dallo stipendio: da quel giorno non ho più mezzi di sostentamento, per me e per mio figlio.” Dice Panatta.
“Il porto d’armi i carabinieri non me lo ridanno: dicono che mi fanno il sequestro amministrativo. Seguo la strada da seguire: faccio ricorso a TAR. Il TAR mi dà ragione e sospende il sequestro amministrativo il 19/12/2024.” Sottolinea Panatta
“La Questura però non tiene conto della sentenza del TAR e allunga il brodo con la scusa delle vacanze di Natale. Finalmente dopo 4 pec del mio avvocato un mese dopo, il 16/01/2025 mi restituiscono a denti stretti il porto d’armi.” Aggiunge Panatta.
“Poi l’istituto di cui sono alle dipendenze, l’istituto Roma Union Security di sua iniziativa non mi fa mai fare la visita di idoneità obbligatoria, da superare prima di rientrare al lavoro; essendo stato assente oltre 60 giorni. Nel frattempo che io sollecito questa visita, la Questura vuole riprendersi il mio porto d’armi perché dice che non sono idoneo finchè non ho fatto la visita. Trovo tutto ciò assurdo.” Prosegue Panatta.
“Il mio avvocato dice va bene metteteci per iscritto questa cosa e noi adempiamo. Si rifiutano di mettermi per iscritto la cosa. Finalmente mi fanno fare la visita il 12/02/2025. Dal 19/12/2024 data dell’ordinanza del TAR siamo al 12/02/2025. E sono sospeso dal lavoro e dalla retribuzione” Evidenza il vigilantes.
“Fatta la visita il referto non arriva mai, non si sa perché. Altre pec del mio avvocato. Finalmente il 21/02/2025 arriva l’esito: Idoneo. Chiedo all’azienda che mi mandino i turni. I turni non arrivano mai. Altre pec del mio avvocato. Il 03/03/2025 la mia azienda scrive che devo andare a fare i tiri obbligatori: sono indietro e altrimenti non posso lavorare”.
“Il 04/03/2025 devo comprarmi una pistola per andare ai tiri. Perchè per legge l’arma ce la dobbiamo pagare noi; e le altre sono ancora sotto sequestro probatorio. 700 euro, gli ultimi che avevo. Va bene dico adesso torno a lavorare e pago tutti i debiti” Vicenda chiusa? Neanche per sogno. Inizia un altro vortice di burocrazia, un altro incubo.
“Compro quest’arma e subito la Polizia me la risequestra. Mi comunicano anche che vogliono ritirami i titoli perché, quando mi hanno chiesto di riportarli in sede di secondo sequestro (quello dove hanno rifiutato al mio avvocato la visione del provvedimento) non li ho riportati. Allora mio avvocato chiede spiegazioni perché la cosa gli sembra assurda. La Questura per iscritto gli risponde che la visita medico legale che ho fatto (a norma di legge) non è valida: che devo farne una collegiale per cui bisogna mettersi in lista 6 mesi. Sono allo stremo. Penso di essere vittima di vari abusi d’ufficio. Sono senza stipendio dal 14/06/2024” Evidenzia Francesco Panatta.
“Ho fatto due volte richiesta di accesso agli atti; ma me li negano dicendo che c’è il segreto istruttorio per il penale in mezzo. Io faccio loro notare che il PM, in sede di riesame, mi ha già mostrato gli atti penali. Penso di essere finito in mezzo alla lotta fra giudici, istituzioni e governo senza accorgermene.” Afferma laconicamente Panatta
“Il TAR il 19/12/2024 ha detto che dovevo tornare al lavoro. Oggi è il 12/03/2025 e sono a casa senza stipendio da quasi un anno, per una denuncia falsa; di cui tutti ormai si sono dimenticati. Il tema ora è farmi perdere il lavoro a 60 anni. Ho ricevuto una nuova sospensione dal lavoro. Il mio avvocato dice che tutto questo è assurdo ma che dobbiamo ricominciare d’accapo e tornare al TAR. Il TAR il 11/03/2025 ha emesso una seconda sospensiva in mio favore, ma ad oggi ancora non sono tornato a lavorare e a fare una vita normale”. Quasi sussurra Panatta.
“Hanno fatto un altro sequestro il terzo perché, assente dal lavoro oltre 60 non ero più abile e dovevo passare la visita del medico del lavoro. Ho fatto la visita del medico del lavoro l’11 gennaio e sono stato dichiarato idoneo. Allora invece di restituirmi il porto d’armi mi hanno fatto un quarto sequestro.” Aggiunge Panatta.
Ma non finisce qui. “In tutti questi mesi ero in malattia per i postumi dello stress che questa vicenda mi ha provocato e mi hanno scritto che secondo loro ero matto e mi hanno imposto la visita psichiatrica collegiale presso l’asl Roma1. Ho superato anche la visita collegiale; e anche lì sono stato dichiarato idoneo. Allora adesso mi vogliono fare un quinto sequestro; perché dicono che quando mi hanno fatto il terzo sequestro non mi sono presentato subito dai carabinieri. Il che è anche vero ma ero in malattia con certificato del medico. E ho pure telefonato per avvisare che ero appunto in malattia.”
“Facevo un pubblico servizio; sono incensurato. Qualcuno, secondo me della pubblica amministrazione, che dovrebbe tutelarmi, sta facendo politica alle mie spalle. Mi hanno ridotto alla fame e senza mezzi di sostentamento. E non ho fatto nulla. Volevo solo lavorare. Credo che con me siano stati compiuti forse degli abusi.” Dice Panatta che non riesce a darsi pace.
“Sono a casa da 8 mesi senza stipendio, per una denuncia falsa. Ho speso finora 3000 euro di avvocato e guadagnavo 17.140,12 euro lordi all’anno. Sono incensurato, faccio la guardia giurata da 20. La dottoressa che mi segue, sempre molto ottimista, questa volta mi ha suggerito di fuggire lontano; l’altro giorno mi ha paragonato a un desaparecido.” Dice Panatta
“I giornali pubblicano i titoloni quando il vigilante spara e uccide. Io non ho ma sparato a nessuno; in verità non ho proprio mai sparato. Non riuscirei a sparare a qualcuno o a qualcosa. Vivo da solo da molti anni; mio figlio studia lontano e ogni mese gli mando, anzi gli mandavo, i suoi soldi. Ora si arrangia da qualche mese. Io non ho più il necessario per fare la spesa. Me la fa mia madre pensionata di 85 anni. Vivo con due cani, due pastori maremmani trovatelli.
“Ho sempre adottato cani difficili dai canili vicini. Ora ne ho due: Lucio e Schultz. Lucio capisce che non sto bene, e da giorni contro la sua natura di maremmano rimane in casa accanto al me a letto; notte e giorno.”
“Con quattro ordini della magistratura che dicono che devo tornare a lavorare ancora non riesco a vedere uno spiraglio. Penso di essere vittima di mobbing e di abusi di ufficio. Ormai sono in indigenza e non ho più i soldi per fare la spesa e per pagare le bollette. Senza avere fatto nulla.” Conclude Francesco Panatta.
Una vicenda che ha dell’incredibile, quella raccontata da Francesco Panatta, nata da un incontro con una donna su una chat. Ora l’uomo è veramente in difficoltà e con un accanimento delle forze di polizia che anche il suo avvocato non sa spiegarsi. Forse sarebbe il caso di fare chiarezza su questa vicenda e verificare se è il caso che Panatta torni al lavoro, essendo l’uomo risultato idoneo ad ogni visita a cui è stato sottoposto.