“Lo riempiamo noi il Lago di Nemi, con i secchi d’acqua”. Questa l’iniziativa di protesta provocatoria organizzata dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani andata in scena nella mattinata di sabato 21 settembre tra Genzano e Nemi.
Oltre 250 persone si sono date appuntamento a piazza Dante Alighieri a Genzano, hanno riempito i loro secchi per poi svuotarli nel Lago. Il tutto formando una catena umana lungo la strada che porta alla spiaggia adiacente il Museo delle Navi.
La protesta nasce con l’obiettivo di sensibilizzare le amministrazioni locali e i cittadini dei comuni adiacenti sulla drammatica situazione in cui versa il lago di Nemi e quello Albano.
Solo il lago di Nemi, racconta il Comitato, “dai 34 metri e 32 milioni di metri cubi di volume prima dello svuotamento per il recupero delle navi romane è passato ai 25 metri attuali con la perdita di quasi metà delle sue acque.”
Tra 10 anni il lago, con i tassi di abbassamento attuali, sparirà.
Le immagini della protesta
“I progetti di speculazione e gentrificazione dei comuni che si affacciano sul lago di Nemi mirano ad usare fondi pubblici per finanziare soggetti privati senza alcun riguardo per lo stato dei luoghi e del delicato ma importante ecosistema” è l’accusa del Comitato.
Che aggiunge: “Tutto questo si inserisce in un contesto in cui non è previsto né un euro, né un’idea, per impedire il continuo abbassamento del livello delle acque dei laghi”.
Una situazione “gravissima”, avvertono gli organizzatori, che rende il piccolo comune di Nemi, la perla dei Castelli, “il meno attento ad una risorsa vitale per la popolazione ma anche per flora e fauna”.
La risposta del Comune di Nemi
Per queste ragioni il Comitato, da mesi impegnato in attività di sensibilizzazione, ha deciso di promuovere un’ulteriore protesta.
Questa volta raggiungendo anche un risultato concreto. Durante l’iniziativa, infatti, il Comune di Nemi ha comunicato di aver organizzato un tavolo tecnico per affrontare la questione del lago.
La rete idrica colabrodo
Il lavoro da fare non è però poco. Tra le prime emergenze c’è infatti quella della rete idrica, un vero colabrodo secondo le rilevazioni del Comitato. Risulta, infatti, che gli abitanti di Nemi consumano 110 mc di acqua ogni anno. Un record assoluto, se non fosse che 4 litri su 5 vengono dispersi prima di arrivare ai rubinetti di casa.
“Non sarà il caso di pompare meno acqua dal lago e investire pesantemente sulla rete idrica, prima di prendersela con i comuni vicini come ha fatto il sindaco di Nemi?” è la domanda che sorge spontanea agli organizzatori.
Un problema che, dal comune di Nemi, andrebbe quindi sparsa a macchia d’olio su tutti i Castelli. Secondo i membri della Protezione Boschi dei Colli Albani, infatti, anche i comuni “vicini” sprecano la maggior parte delle proprie risorse idriche: “il 66% a Genzano, il 60% ad Ariccia e oltre il 75% a Velletri”.
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