In vista della giornata in difesa dei Laghi dei Castelli Romani che si terrà domenica 2 febbraio dalle ore 10 al Lago Albano, partenza dal porticciolo, sono numerose le iniziative propedeutiche a questa giornata. Tra gli incontri che si sono svolti un seminario tecnico per illustrare le criticità del piano dell’Autorità di Bacino.
Il primo seminario tecnico organizzato dal Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani ha affrontato in modo approfondito le vere cause della crisi dei laghi e le possibili soluzioni. Durante l’incontro, esperti e associazioni del territorio hanno analizzato le proposte avanzate dall’Autorità di Bacino, Regione Lazio, Consorzio di Bonifica e alcuni Comuni.
“Il quadro emerso è allarmante: le misure proposte coprono appena il 18% delle azioni necessarie per risolvere il problema.” Sottolinea il Coordinamento.
“L’analisi è stata fatta principalmente dal Comitato tecnico scientifico per i Castelli Romani, un gruppo di 10 esperti costituitosi per sostenere le azioni del Coordinamento ambientalista dei Castelli Romani e dalle associazioni del Coordinamento.” Aggiunge il Coordinamento ambientalista.
Cosa serve per salvare i laghi?
Queste le proposte dal Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani.
Ridurre i consumi idrici del 30%: L’abbassamento dei laghi non può essere contrastato senza una drastica riduzione dei consumi. Per ogni abitante dei Castelli Romani si consuma quasi 500 litri al giorno, più del doppio della media nazionale.
Stop alla cementificazione: Nuove costruzioni e consumo di suolo peggiorano la situazione. Ogni nuovo abitante annulla i benefici delle riduzioni idriche ottenute.
Le istituzioni continuano a puntare sui cambiamenti climatici come causa principale, ma i dati mostrano che l’abbassamento è iniziato 40 anni fa, ben prima che si parlasse di crisi climatica. Questa narrazione rischia di coprire l’inadeguatezza delle azioni proposte.
Progetti pericolosi e soluzioni sbagliate
“Le due principali proposte – incanalare le acque reflue nei laghi (le cosiddette “gronde”) e utilizzare la Doganella come bacino di raccolta – rischiano di peggiorare la situazione:
Grave rischio per l’equilibrio biochimico dei laghi: Immettere acque reflue urbane e sostanze organiche distruggerà il già precario equilibrio biochimico del Lago Albano. Si rischia l’eutrofizzazione del lago.” Sottolinea il Coordinamento.
Pericoli per la biodiversità: La Doganella, sito protetto, potrebbe essere compromessa senza adeguate valutazioni d’impatto sulla fauna locale, come anfibi e altre specie sensibili. Non esiste infatti una valutazione seria di impatto sulla popolazione di anfibi che ogni anno si riproducono in questo habitat ne si tiene conto dei vari punti di inquinamento della zona, le due strade – tuscolana e del Vivaro – la pesca sportiva, la cava e la lottizzazione che esiste a monte della Doganella.
Un Tavolo Tecnico senza visione
Le associazioni ambientaliste si chiedono perché sia stato costituito un Tavolo Tecnico separato quando esiste già il Contratto per i laghi e le falde dei Castelli Romani, che garantisce maggiore trasparenza e partecipazione.
“Il sospetto è che si voglia limitare il controllo delle associazioni sulla gestione della crisi. Ci rende perplessi anche il fatto che abbiamo ricominciato da zero l’analisi delle cause e delle soluzioni quando invece esistono esperti e studi ancora pienamente validi e attuali.” Affermano dal Coordinamento
“Non possiamo permettere che progetti inutili e dannosi continuino a mettere a rischio i nostri laghi. È il momento di agire con responsabilità e visione a lungo termine per tutelare questo patrimonio collettivo.” Conclude il Coordinamento.