Cosa succede al lago di Nemi? Anche la cittadina nota per le sue fragoline di bosco non è immune dai problemi di carattere ambientale, che stanno mettendo a dura prova la pazienza dei cittadini.
Dopo i fatti dei tagli sul Monte Artemisio, sul quale la ditta incaricata ancora continua a tagliare indisturbata, il taglio per “errore” del lecceto secolare a Genzano, anche a Nemi è esplosa nelle settimane scorse una polemica non di poco conto.
Circa 300 persone, infatti a fine gennaio hanno manifestato al lago di Nemi contro il progetto della costruzione di una pedana lunga 30 metri sulla spiaggia del lago.
Una pedana finanziata con fondi stanziati durante il covid (2021) dalla Regione Lazio per aiutare i comuni lacustri che soffrivano della mancanza di turismo balneare a causa dell’epidemia, e che doveva servire quindi 3 anni fa a mantenere il distanziamento sociale.
Secondo il sindaco della città lacustre, questo tipo di intervento doveva riqualificare un’area nella quale erano i rovi a farla da padrone.
Tutto bello, se non ché in quell’area la scelta di realizzare questa pedana è stata fatta contravvenendo ai vincoli che in quella zona sono presenti, essendo zona rientrante nel Parco regionale dei Castelli Romani.
Ne parliamo adesso perché questa pedana si sarebbe realizzata proprio alle fine di via del Perino, dove per “errore” è stato disboscato un lecceto secolare.
Oramai la tutela ambientale sta diventando un tema di interesse territoriale, che accomuna più comuni e da qui la necessità di raccontare questa vicenda, che è stata fermata grazie all’attivismo dei cittadini e dei comitati.
“Siamo scesi in piazza più agguerriti che mai, – affermando del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani – per lottare sempre dalla parte della natura.”
“Abbiamo ribadito che volevamo immediatamente la chiusura del cantiere e il ripristino della spiaggia, iniziando dalla rimozione delle colate di cemento che la ditta aveva già versato per sorreggere i pali della pedana.“
E pare che abbiamo vinto per adesso: infatti la pedana è stata smantellata il giorno successivo.
“Lo scopo del comitato è rendere possibile per i cittadini e le cittadine poter prendere parte alla tutela del proprio territorio, per avere voce in capitolo sulla gestione delle aree naturalistiche che ci appartengono.”
“Tantissime persone stanno intervenendo per dire la loro e capire insieme come desideriamo che sia gestito il nostro parco: – afferma il Comitato – è emersa da subito la volontà che i boschi e il lago restino il più possibile naturali, il più possibile intoccabili dell’essere umano.”
“Siamo arrabbiati con le istituzioni e gli enti, che firmano progetti e permessi per sfruttare economicamente le nostre aree naturalistiche.”
“E soprattutto siamo sbalorditi che l’Ente Parco, che avrebbe il compito di proteggere gli ecosistemi ricchi e preziosi dei nostri luoghi, dia l’autorizzazione a tutto: dai tagli dei boschi alle colate di cemento sul lago.”
“Il parco ed i suoi laghi sono un bene comune, quindi tocca anche a noi decidere in che direzione andare.“
“Ed è ora di invertire la rotta. Siamo in piena crisi climatica, ora più che mai la natura va protetta e difesa.” affermano i leader del comitato che chiudono così il loro intervento.
“Non ci interessa attrarre un turismo di consumo, ma mantenere queste aree attrattive a chi ama la natura incontaminata.“
“Come noi, che amiamo il nostro lago proprio perché selvaggio, che è la caratteristica della sua unica bellezza.“