La sala della parrocchia di Santa Maria Intemerata, seppur capiente, era gremita di tante persone provenienti da Artena, Cori, Velletri, Lariano, per fare il punto della situazione sul controverso progetto di ampliamento dello stabilimento Fassa e Bortolo di Artena.
Una vicenda che dura orami da molti mesi con i cinque comitati in prima linea e qualche amministrazione comunale coinvolta, tra Cori, Artena in prima fila.
Ma il tempo corre, i lavori proseguono dentro l’area di cantiere dell’azienda che produce prodotti per l’edilizia. L’assemblea organizzata dal Comitato di Lariano contro la Fassa è stata molto partecipata e non sono mancate critiche alla politica, rea, secondo i cittadini, di non essere stata capace di dare risposte.
Presenti il sindaco di Lariano Francesco Montecuollo con il vicesindaco Fabrizio Ferrante Carrante, il vicesindaco di Artena Silvia Latini, l’assessore all’ambiente del comune di Cori Luca Zampi, il consigliere del Psi di Cori Aristide Proietti. Anche l’amministrazione di Cisterna, con il sindaco Valentino Mantini ha mandato un messaggio agli organizzatori dell’assemblea manifestando vicinanza, preoccupazione e rinnovando la disponibilità ad agire nei confronti della Fassa.
Gli organizzatori hanno puntato sull’informazione ai cittadini, tanti e attenti, sui rischi che possono essere provocati dalla lavorazione dello stabilimento, se andrà a regime.
Rischi per l’ambiente, per l’inquinamento atmosferico, dell’aria, dei terreni, delle falde acquifere. Rischi per la salute dei cittadini, visto che le ricadute dei fumi e delle polveri sottili coinvolgerà ben 42 comuni dell’area con oltre 600 mila cittadini coinvolti.
Insomma un impatto ambientale senza precedenti se si considera che intorno a quest’area dovranno sorgere centrali biogas a Velletri e Cori e Cisterna, oltre a quelle già presenti, l’inceneritore di santa Palomba.
Flaviana Cerquozzi, tra le relatrici dell’assemblea ha parlato di razzismo ambientale, la scelta cioè di far lentamente morire un territorio e delle ricadute sulla svalutazione degli immobili. “Perché i cittadini si dovrebbero spostare da Roma per scappare dallo smog, quando qui si rischia di avere una situazione peggiore? ” Ha detto.
Particolarmente apprezzati gli interventi del prof. Lucio Allegretti che ha spiegato come le particelle rilasciate dalla combustione del CIR, restino sospese in aria per ricadere poi sul terreno avendo una forte tossicità tale da inquinare terreni e corsi d’acqua per millenni. L’altro intervento apprezzato quello del giovane ingegnere Leonardo Caponera che con l’associazione R/esistenza ha prodotto uno studio partendo dai dati della Fassa.
“La Fassa ha scritto quello che farà e come lo farà . Le amministrazioni non hanno mai detto se questo è uno sviluppo sostenibile oppure no” ha detto il giovane ingegnere che ha sciorinato i dati, evidenziando come solo il consumo di acqua, pari 146 mila metri cubi all’anno priverebbe oltre 2000 cittadini dell’approvvigionamento idrico.
Cosi come i 30 mila tonnellate di Cer da bruciare, ne sono disponibili solo 10 mila, ponendo gli interrogativi su dove e da dove arriveranno le altre 20 mila tonnellate di Cer da bruciare per alimentare i due forni che la Fassa vuole installare.
Così come ha fatto notare come la concentrazione maggiore di polveri sottili dagli studi effettuati si concentreranno proprio su Velletri, anche tenendo conto delle valutazioni dell’Arpa che ha preso Velletri come riferimento sulla variazione dei valori d’inquinamento dell’aria. “Ma serve che vengano messe centraline di monitoraggio che forniscano quotidianamente i dati sulla qualità dell’aria” ha aggiunto
Anche l’intervento di Laura Reale dell’Associazione Medici per l’ambiente è stato particolarmente apprezzato, evidenziando come i materiali che verranno bruciati essendo ecoballe, conterrebbero anche plastiche, vetro, alluminio e plastica, particolarmente nocivi per la salute dei cittadini.
E di fronte a tutto ciò la politica? A dare la stura al problema ci hanno pensato Umberto Proietti, che raccontando le fasi di questa vicenda ha ricordato gli esposti presentati anche alla Procura della Repubblica di Velletri, ma soprattutto ha centrato l’attenzione sulle relazioni tecniche e legali fatte fare dal Comune di Artena, nelle quali si evidenziano evidenti irregolarità . “La Regione afferma che di fronte a dichiarazioni mendaci le autorizzazioni sono nulle. Nelle relazioni fatte fare dal Sindaco Carocci, emergono irregolarità , addirittura documenti falsi, l’assenza della conformità urbanistica da parte della Fassa” ha evidenziato Proietti che ha aggiunto come all’AIA regionale, si siano opposti oltre ai comitati il Comune di Artena e quello di Cori.
Proietti ha anche chiesto che i 42 sindaci interessati producano una lettera per affermare il loro no al progetto della Fassa e ha reso pubblico la nomina da parte del Tribunale di Velletri di un Ctu a seguito dell’esposto presentato alla Procura della Repubblica. Ed è questo un fatto nuovo. Significa che la Procura ha ritenuto di aprire un procedimento e di nominare un Ctu per la verifica puntuale delle motivazioni presentate nell’esposto presentato dal Comitato.
Se confermate le motivazioni, non è da escludersi l’avvio di un procedimento giudiziario. Paolo Fiorini ha invece toccato il tasto politico più direttamente, ricordando al Sindaco Montecuollo che i cittadini sono stati lasciati soli “I Sindaci hanno l’obbligo di informare e di farsi promotori, invece sono i cittadini che debbono sostituirsi alle istituzioni. Siamo rimasti soli ad affrontare anche il ricorso al Tar. Lariano dista solo 3 chilometri dalla Fassa e quanto vuole fare rappresenta un disastro. Cosa intende fare Sindaco, insieme agli altri sindaci? Nel 1967 abbiamo conquistato l’autonomia e sognavamo il nostro futuro, non vogliamo che nel 2025 ci si ricordi per non aver fatto nulla per conservare questo futuro“.
Ed il Sindaco Montecuollo non si è sottratto rispondendo “Come Sindaco debbo rispettare l’iter istituzionale. Io non posso creare allarmismi e senza avere contezza dei documenti che possano affermare questo. In questi mesi con il sindaco di Artena stiamo dialogando per capire quali sono le criticità e come attaccarle. Sono preoccupato, ovviamente come voi“.
I cittadini presenti però hanno criticato il sindaco per il suo scarso apporto in questo anno e mezzo, nel quale il comune di Lariano è venuto a conoscenza della vicenda Fassa. Il Sindaco ha ammesso di non aver partecipato alla causa “ad audiuvandum”, ovvero la revocazione al Consiglio di Stato, ma di “essere pronto dal prossimo 31 gennaio, quando la Fassa presenterà le integrazioni alla variante ad una azione congiunta con gli altri sindaci.” Richiamando anche alla partecipazione degli altri sindaci dei comuni limitrofi.
Silvia Latini, vicesindaco di Artena ha annunciato “La convocazione di un prossimo consiglio comunale aperto dove approveremo un documento politico di indirizzo” Ripercorrendo le tappe amministrative di questa vicenda dall’insediamento della nuova giunta. Francamente un po’ poco, dopo quanto è stato fatto dalla nuova amministrazione Carocci.
Perché se è vero che l’amministrazione di Artena, ha asseverato le relazioni tecniche e legali, con perizie giurare, avrebbe tutta la possibilità di procedere alle revoche delle concessioni edilizie. Perché non lo ha ancora fatto? Purtroppo una domanda alla quale non abbiamo potuto avere risposta, perché Silvia Latini dopo il suo intervento, è andata via.
Il Comune di Artena ha forse qualche ritrosia dovuta al fatto che la Fassa potrebbe intentare una causa milionaria al Comune? Potrebbe essere una giusta preoccupazione, ovviamente, ma il Comune, potrebbe addirittura produrre un atto altrettanto clamoroso come l’ordinanza di demolizione dello stabilimento e il ripristino dello stato dei luoghi a spese della Fassa, visto che l’area dove insiste lo stabilimento è area di pregio agricolo. Sempre che ne sussistano le condizioni.
L’assessore all’ambiente del Comune di Cori si è soffermato sulle vertenze che il comune ha intrapreso contro la Fassa “Non solo il ricorso al Tar ma abbiamo presentato la revocazione al Consiglio di Stato, lo abbiamo fatto autonomamente senza aderire a quello del Comitato per avere una doppia possibilità ” Ha detto Luca Zampi.
A chiudere la lunga e partecipata assemblea gli appelli di Enrico Del Vescovo di Italia Nostra che ha richiamato alla partecipazione di tutti i cittadini e dei sindaci e di Pietro Pompa del comitato uniti perla salvaguardia della salute e territorio che rivolgendosi agli amministratori ha detto “Siete i sindaci ci rappresentate, potete sempre manifestare con la fascia tricolore, nessuno vi può fermare soprattutto se sarete insieme ai cittadini. Come è già successo a Colleferro, come è successo nella mobilitazione contro l’inceneritore. Se siamo uniti e voi in prima fila possiamo ancora incidere a tutela del territorio. Possiamo fare una mobilitazione in Procura, piuttosto che in Regione o di fronte alla Fassa, ma dobbiamo essere tutti uniti “.
Un assemblea alla fine, nella quale i cittadini hanno preso consapevolezza del problema, i politici sono stati richiamati ad essere più incisivi. Nelle prossime settimane verificheremo se quanto detto si andrà a concretizzare.