C’era proprio bisogno di un altro giornale on line, social ed anche cartaceo da inserire nel panorama dell’informazione glocal? Ma che altro volete dire, di fatti e cose di cui non si parla già? Ma che davvero fate un altro giornale? Ma siamo sicuri che serva davvero un altro quotidiano di informazione?
Queste sono state per lo più le domande e le esternazioni che abbiamo ricevuto, quando qualche tempo fa, abbiamo sommessamente, fatto intendere che forse in questo periodo storico era necessario rimboccarci le maniche e tornare nell’agorà dell’informazione.
Si. Serve davvero un altro quotidiano di informazione che tratti il locale con uno sguardo globale.
La necessità è data dalla narrazione di fatti ed eventi, alla quale assistiamo ogni giorno attraverso i social e la carta stampata, trattati quando va bene con superficialità. L’informazione è mordi e fuggi, 150 caratteri, forse 200, acchiappa like ad usum delphini, in certi versi anche istigando alla rabbia, senza approfondimenti, senza la ragion critica che deve essere propria di chi fa informazione, che aiuti e contribuisca non solo ad informare ma a formare le coscienze dei cittadini e delle cittadine. E che dire poi di alcuni pseudo giornali piegati al potere politico di turno, di altri che danno per morte persone vive, che non verificano le notizie, che sviliscono la professione del giornalista e dell’informazione. E ancora articoli e commenti da ultra da stadio.
Si. C’è bisogno di un altro giornale che guardi il mondo da una prospettiva più alta, diversa, che riporti al centro i fatti, documentabili e sui quali i cittadini possono costruirsi una opinione, coltivare una coscienza critica.
Si. Serve un giornale glocale. Un giornale che guardi ai temi del territorio, approfondendoli, sviscerandoli, senza fare sconti, sezionando atti e documenti.
Serve un giornale che possa mettere al centro le potenzialità del territorio, ma anche di denunciare chi queste potenzialità le svende per proprio tornaconto. Un giornale che però vive una dimensione globale e che quindi può e deve guardare ai fatti del mondo anche da un’altra prospettiva, offrendo un’altra narrazione da quella conformista e da fast-food che viene propinata in tutti i modi.
Per questo la Spunta. Perché la Spunta? La spunta veniva usata dai romani, quando nell’inventariare le cose o i materiali, vergavano con una sorta di “v” le cose fatte. La spunta anche perché le notizie saranno verificate, le fonti controllate. Ma la spunta anche per mettere in evidenza i problemi, gli scandali, le lobbies, la malapolitica, la malasanità, i malaffari di un territorio.
Questa la sfida, di certo non semplice da realizzare, complicata, difficile, ma sicuramente molto stimolante. Soprattutto se in tutto ciò vede coinvolte persone che hanno a cuore questi valori e sentimenti. Una sfida che si regge sulle nostre risorse e su quelle della pubblicità delle aziende chi riterranno di affidarci la propria immagine.
Non stiamo qui a spiegarvi come sarà il giornale, basta leggerlo per capirlo. Di sicuro le inchieste e le notizie di interesse e di attualità saranno uno degli elementi di caratterizzazione.
E allora buona Spunta!