Si è svolta nella sede del Parco Regionale dei Castelli Romani un incontro tra i cittadini e le cittadine del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani e i dirigenti dell’Ente Parco nelle persone della direttrice dott.ssa Angelone, del commissario avv. Boccali e del tecnico naturalista dott. Caldoni.
Il Comitato ha portato a conoscenza dell’Ente Parco tutte le informazioni raccolte in questi mesi di attività riguardo sia il ruolo delle foreste nella lotta al cambiamento climatico, sia i danni che produce il taglio ceduo, praticato quasi ovunque sul nostro territorio.
La notizia però sta nel fatto che la dirigenza del Parco, a specifica richiesta del Comitato, ha dato la disponibilità a costituirsi parte civile nel processo contro al ditta boschiva di Velletri, accusata di peculato, la cui prossima udienza si svolgerà a febbraio del 2025.
“Siamo preoccupati dallo sfruttamento economico intensivo dei nostri boschi: le ditte agroforestali acquistano dai comuni il diritto di tagliare i castagni in particelle boschive, dove svolgono la pratica silvicolturale con macchinari e mezzi pesanti che distruggono il sottobosco e
l’ecosistema. E l’Ente Parco concede loro quasi sempre il nulla osta.” hanno detto i componenti del Comitato Protezione boschi dei Castelli Albani a fine incontro.
Il Parco stesso ha detto che il 95% dei boschi può essere soggetto a taglio, così è stato e così sarà anche in futuro. La stessa dirigenza ha precisato che non può che autorizzare i progetti di taglio che vengono presentati dai Comuni.
Ma è anche vero che le attività silvoculturali possono essere svolte in modalità diverse dalle attuali, e magari un progetto in questo senso potrebbe essere preso in considerazione, se l’Ente parco riterrà di svolgere un ruolo anche di valorizzazione.
“Abbiamo portato le evidenze scientifiche dei danni che questo produce: gli alberi sono importanti assorbitori di CO2 e producono ossigeno, mitigano il clima, attirano acqua e umidità portando pioggia e contribuendo ad abbassare le temperature e a mantenere il livello delle falde.”
“Gli alberi ombreggiano il terreno proteggendo il sottobosco dai raggi solari e creano delle profonde connessioni nel sottosuolo attraverso funghi e radici e sono danneggiati se vengono interrotte.” hanno aggiunto dal Comitato protezione boschi dei Colli Albani
“Gli alberi sono la dimora di molti animali e proteggono il territorio dal rischio idrogeologico.
Inoltre, i boschi hanno vari stadi evolutivi e con il passare del tempo diventano più complessi, resistenti e ricchi in biodiversità.”
Ma evidentemente, per la conformazione della maggior parte dei boschi che ricadono nella competenza dell’Ente Parco, essendo per lo più ceduo si è costretti ad avere attività periodiche di sfollo e dirado mantenendo così un bosco giovane e povero.
“Gli argomenti affrontati sono stati tanti e tra di essi: i tagli concessi in aree archeologiche come la via Sacra o turistiche come la via Francigena del Sud ma anche il processo penale per l’Artemisio (Velletri), della lecceta scomparsa di via Perino (Genzano), dell’Ippovia distrutta (Rocca di Papa) e molti altri.” precisano dal Comitato
“Abbiamo chiesto che il periodo di taglio venga ridotto, visto l’arrivo precoce del caldo e quindi delle nidificazioni: le ditte devono completare i lavori entro marzo, per consentire ai selvatici di riprodursi serenamente (seppur disturbati comunque dalla frammentazione delle aree boschive).”
“Abbiamo chiesto al Parco di costituirsi parte civile nel processo penale che vede imputata la ditta che attualmente ha in concessione per il taglio circa 1/3 dei boschi di Monte Artemisio.
Abbiamo chiesto di creare delle fasce protette dal taglio di almeno 20 metri dai punti di interesse.
Abbiamo chiesto che l’Ente Parco prenda una posizione decisa contro il taglio ceduo: anche se l’Ente non può cambiare le leggi, può parlare di crisi climatica e di importanza della conservazione delle foreste.“
Una attività di concertazione potrebbe indirizzare le amministrazioni comunali e le ditte verso una linea di condotta etica e morale contro lo sfruttamento della natura e dei lavoratori che finora non è emersa.
“Abbiamo soprattutto chiesto di rivedere questo 95% di bosco soggetto a tagli e di abbassare di parecchio questa percentuale: occorre creare aree davvero protette, dove la natura sarà libera di prosperare e i boschi di crescere. – prosegue la disamina da parte del Comitato –
Ci batteremo affinché questa diventi la normalità sul nostro territorio.
Solo a questo punto l’Ente Parco svolgerà la vera funzione per cui è nato: tutelare i boschi e la loro biodiversità.“
“Basta cemento, basta tagli, basta inquinamento. Basta sfruttare i nostri boschi.
Questo è stato l’anno dei record: 12 mesi consecutivi sono stati i più caldi mai registrati. È ora di contribuire ad invertire questo andamento e non di favorirlo.” affermano i responsabili del Comitato.
“Riconosciamo la disponibilità all’ascolto dei dirigenti e dei tecnici che ci hanno ricevuto, con cui è nato un dialogo trovandoci anche d’accordo su alcune posizioni e che speriamo porti a dei risultati concreti in breve tempo.”
“La dirigenza ci ha invitato a portare avanti in un prossimo incontro con gli uffici tecnici le richieste da noi presentate e l’accesso ad alcune informazioni che riteniamo significative, al seguito delle quali valuteremo come proseguire.”
“Nelle prossime riunioni elaboreremo le nostre proposte: le assemblee sono libere e aperte, chiunque può partecipare, e questa settimana ci si vedrà nei locali del “CICAR”, in via Tevere 10, a Genzano. Noi continuiamo la nostra lotta, e intanto ci prepariamo per iniziare un tavolo di confronto e proposte con l’Ente che più di ogni altro deve, secondo noi e secondo gli scopi per cui è nato, occuparsi della salvaguardia delle foreste e del benessere degli ecosistemi che insistono nell’area dei crateri dei due laghi ed oltre.“
“Come abitanti dei Castelli Romani ripensiamo insieme il Parco, e il Parco che vogliamo immaginare è quello che agisce per un unico interesse: il bene del bosco e della natura“
Un incontro quindi interlocutorio. L’Ente Parco, dopo le tante iniziative pubbliche promosse sul territorio e le denunce giornalistiche, non ha potuto fare a meno di ascoltare il Comitato Protezione boschi dei Colli Albani.
Ma ha anche ha dato spazio ad aprire un tavolo tecnico con le associazioni e i cittadini per un nuovo piano d’assetto che preveda fasce di rispetto per le zone archeologiche e i cammini, come richiesto dal Comitato, e cercare di abbassare le percentuali di taglio dei boschi, dall’attuale 95% oggi previsto, istituendo delle zone protette.
Sarà questo il prologo di una collaborazione che porti ad avere un Parco dei Castelli valorizzato, protetto e gestito nell’interesse della collettività e delle imprese boschive,
Staremo a vedere se dalle parole si cominceranno a concretizzare i primi fatti.