Un vero guazzabuglio burocratico quello che si è scatenato dal primo gennaio 2024 e che ha visto finire nel baratro la casa famiglia La coccinella di Velletri gestita dalla coop Girasole che si occupa da venti anni dell’assistenza ai disabili adulti del progetto dopo di noi.
Un progetto nato e voluto per assistere i disabili che restano soli o che le loro condizioni prevedono una assistenza diretta e continuativa.
Dal primo gennaio 2024 la regione Lazio non ha più mandato i fondi diretti a queste 13 cooperative che si occupano del dopo di noi nella Regione, che servivano per la gestione ordinaria, ma ha dato mandato di integrare tali servizi nei piani dei distretti sociosanitari dei Comuni dove ricadono queste strutture e questa decisione ha di fatto generato un cortocircuito burocratico che, sommato, forse, alla scarsa conoscenza della materia, da parte degli assessori ai servizi sociali di Velletri e Lariano, Ilaria Neri e Francesca Proietti, ha gettato la casa famiglia La Coccinella nel baratro.
Ma procediamo con ordine. Con decreto ministeriale 470 del 2001 viene istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il servizio di sostegno cosiddetto “dopo di noi” attraverso un finanziamento nazionale destinato alle regioni e specificatamente finanziate con il contributo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, di cui alla DGR n. 745 del 27 ottobre 2020.
Nella regione Lazio vengono avviate 13 strutture che rispondono ad altrettanti progetti di integrazione e gestione dei disabili adulti con un finanziamento diretto a queste cooperative.
Il finanziamento diretto è possibile perché essendo cooperative del terzo settore, per legge, possono avere affidamenti diretti pubblici fino a 700 mila euro.
Nel 2005 diventano operative le Cooperative che si dovranno occupare del dopo di noi nel Lazio. In questo modo venne finanziato l’acquisto dell’immobile, la sua ristrutturazione e l’avviamento del servizio da parte della Regione. Un servizio, soprattutto quello svolto adesso dalla casa famiglia La Coccinella che ha un alto livello di professionalità e qualità del servizio come più volte evidenziato nelle relazioni degli enti di controllo.
Sempre la Regione con una apposita determina ha chiesto che queste case famiglie venissero inserite nei piani di zona distrettuali e così si è andati avanti fino al 2022.
Il progetto procede per suo conto fino a quando la giunta Zingaretti, decide con una determina n. 966 del 3 del novembre del 2022 che i fondi non sarebbero più stati elargiti direttamente alle Cooperative, per il loro mantenimento, ma inviati ai distretti dei comuni e fino alla fine dell’anno.
Le cooperative vennero a sapere, tra queste anche la coop Girasole che gestisce la casa famiglia La Coccinella, di questa delibera solo a maggio dell’anno seguente e per evitare problemi l’assessore regionale Maselli decise di prorogare il finanziamenti fino alla data del 31 dicembre del 2023.
Da gennaio 2024 la regione Lazio guidata dal Presidente Rocca, in forza della delibera fatta dalla giunta Zingaretti, ha sospeso l’erogazione diretti di questi fondi alle 13 cooperative, ribadendo le indicazioni della determina n. G12159 del 15 settembre 2023 ovvero che devono essere i distretti a provvedere al finanziamento di queste strutture purché presenti nei piani di zona. Si legge nella determina: di far decorrere dall’anno 2024 la cessazione del finanziamento in vista proprio della predisposizione dei nuovi piani di zona 2024/2026;
Si legge ancora nella determina che impegna i distretti sociosanitari a prendersi carico di questo servizio che “le case-famiglia per disabili privi dell’assistenza dei propri familiari, in conseguenza dell’inserimento nei Piani di Zona, integrano a tutti gli effetti un servizio socioassistenziale che deve essere garantito a livello distrettuale“
La domanda è con quali soldi? Se il finanziamento è cessato cosa significa? Che lo stesso Ministero ha “tagliato” questi fondi?
E qui cominciano i problemi veri. Le amministrazioni di Velletri e Lariano che compongono il distretto sociosanitario cominciano a tergiversare, asserendo che i contributi che ci sono servono già per i servizi affidati sul territorio e che non ci sono ulteriori risorse da destinare ai progetti previsti dal decreto ministeriale 470/2001 comunicandolo in una nota firmata del 6 novembre 2023, dai due assessori Ilaria Neri e Francesca Proietti con la quale, secondo loro l’argomento è chiuso, scaricando il problema.
Si perché i due assessori avrebbero potuto, se avessero avuto la volontà politica di farlo, attivarsi per capire perché non c’era più questo finanziamento e soprattutto come fare per reperire i fondi e dove andarli a reperire visto che risorse derivano dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Ma ad oggi non lo hanno fatto.
Così come si è lavata le mani la Regione Lazio, che di fatto non ha previsto nessun intervento per sostenere questi progetti che riguardano per 13 strutture sul territorio regionale, cessandoli al 31 dicembre del 2023.
Tra l’altro nelle varie interlocuzioni con la cooperativa veniva ribadito il fatto che per avere finanziamenti la cooperativa doveva essere accreditata, peccato però che il comune di Velletri e quello di Lariano non hanno un regolamento per l’accreditamento specifico e per dirla tutta, basterebbe copiare uno dei regolamenti già esistenti negli altri comuni, farlo proprio e deliberarlo, ma evidentemente non è la capacità che manca, ma la volontà politica.
Queste cooperative, val la pena ricordarlo, non forniscono un servizio privato, ma gestiscono un servizio pubblico istituito con un decreto ministeriale i quali costi sono coperti, appunto, dagli enti pubblici.
Anche la dirigente dei servizi sociali, dr.ssa Nanni Costa ha scritto recentemente alla cooperativa affermando che non ci sono i soldi per la copertura di questo servizio pubblico. Ed allora che fine hanno fatto questi soldi? Come si intende procedere? Abbandonando i disabili al loro destino?
Perché i distretti sociosanitari, avendo avuto contezza di quanto stava accadendo non si sono premuniti per evitare il pastrocchio burocratico? Perché come si legge nell’articolata determina della Giunta della Regione Lazio: “a decorrere dall’annualità 2024 la gestione delle strutture ex DM 470/2001 dovrà essere completamente finanziata e integrata con gli altri interventi previsti dai piani sociali di zona di competenza degli 11 distretti sociosanitari interessati, senza finanziamenti specifici a carico della Regione;“
Ad oggi la situazione è drammatica sia per chi gestisce la Cooperativa, ma soprattutto per i disabili che vi soggiornano che vedono il serio rischio del naufragio di questo ventennale progetto e per colpa di chi?
Per colpa di chi gestisce i distretti sociosanitari e dei due assessori ai servizi sociali dei Comuni di Velletri e Lariano? Per colpa della regione Lazio che tanto parla di vicinanza al sociale e invece taglia i fondi? Per colpa dei Ministeri competenti che hanno tagliato drasticamente questi fondi?
Il finanziamento regionale erogato fino a dicembre del 2023 copriva la quasi totalità dei costi, mentre una parte deriva dalla retta che gli ospiti della struttura pagano, rapporta al loro ISEE.
Oggi arrivano solo i contributi degli ospiti, maggiorato anche della pensione che queste persone versano per contribuire alle spese di gestione, che sono diventate insostenibili.
I Comuni hanno deliberato delle somme per l’assistenza sociale dei distretti, ma questi contributi andrebbero direttamente alle persone che devono poi decidere a chi destinarle.
Sempre i servizi sociali hanno fatto sapere alla cooperativa che questo tipo di servizio dovrebbe essere messo a bando, ammesso che si reperiscano i fondi. Ma come si fa a mettere un bando un servizio pubblico affidato direttamente, come da decreto, a strutture del terzo settore?
Appare evidente che manca la sensibilità e la volontà politica di risolvere la questione.
Dalla fine dell’anno si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà e di raccolta fondi a favore di questa Cooperativa, una goccia di acqua in mezzo al mare però, perché per coprire i costi di gestione servono 308 mila euro, ovvero la quota di finanziamento pubblico che oggi non viene più erogato.
Tra l’altro alla cooperativa è stato detto di contenere i costi, di ridurli il più possibile. Ma per assistere 8 disabili, essendo il rapporto di un assistente ogni 4 persone, significa avere due persone per turno di lavoro su 24 ore, ovvero sei persone a cui bisognerebbe aggiungerne almeno altre due per consentire la rotazione di riposi e ferie. Oltre a questi servono gli educatori, lo psicologo ed altre figure di supporto.
Ad oggi al cooperativa ha ridotto il personale a 5 operatori, più il presidente e il vicepresidente che si alternano e lo psicologo viene ormai gratuitamente.
“La solidarietà delle persone è stata ed è importante e ogni giorno riceviamo sostegno dalle persone, dalle parti più disparate, anche dall’estero – ci dice Claudio Granato presidente della Coop Girasole e della casa famiglia La Coccinella – ma siamo stati lasciati soli dalle Istituzioni. Ogni giorno siamo alle prese con le spese che aumentano e con i debiti che si accumulano, senza che le Istituzioni muovano un dito e non lo dico per me, ma per le persone che noi assistiamo“
Non è da meno la Asl Rm 6, che si è vista solo a settembre del 2023 per la verifica dei piani di riabilitazione.
Insomma una vicenda di abbandono istituzionale verso le fasce più deboli della popolazione, senza una programmazione, senza una idea. A rimetterci sono queste persone svantaggiate che a breve non potranno più usufruire di questo vitale servizio.