Per il quarto giorno consecutivo, continua l’offensiva ucraina in territorio russo.
Mosca ha dichiarato un’emergenza federale nella regione di Kursk. Nella notte, un massiccio attacco con droni ha colpito Lipetsk, a circa 300 chilometri dal confine ucraino, ferendo almeno nove persone e danneggiando un’infrastruttura energetica. Kiev ha rivendicato il raid, mentre organizza l’evacuazione di migliaia di persone dall’oblast di Sumy, in Ucraina, vicino alla zona del conflitto. In risposta, Mosca ha attaccato un supermercato a Kostiantynivka, nella regione ucraina di Donetsk, causando la morte di 14 persone e ferendone almeno 44.
Il governatore di Lipetsk ha dichiarato che quattro villaggi sono stati evacuati e ha proclamato lo stato di emergenza. Inoltre, un incendio è scoppiato in un aeroporto militare della regione, probabilmente in seguito a un’esplosione di oggetti esplosivi, come riferito da fonti locali. Kiev ha confermato di aver colpito depositi di bombe aeree e altre installazioni nella base aerea di Lipetsk, causando un grande incendio e diverse detonazioni.
Nel frattempo, le forze russe hanno intensificato i loro attacchi nell’Ucraina orientale, colpendo anche un supermercato a Kostyantynivka. Le forze russe hanno lanciato nella notte 27 droni kamikaze verso il territorio ucraino, ma l’aeronautica di Kiev è riuscita a intercettarli tutti. Sul fronte orientale, l’esercito russo ha preso il controllo del villaggio di Sergeevka e ha sgomberato Ivanovka, muovendosi verso Grodovka lungo la ferrovia verso Selidovo.
La battaglia continua senza sosta a Kursk, dove le forze ucraine cercano di resistere all’offensiva russa. Mosca ha dichiarato di aver inflitto pesanti perdite agli ucraini, mentre Kiev ha ordinato l’evacuazione di circa 20.000 persone dalla regione di Sumy. Il ministero della Difesa russo ha inviato ulteriori rinforzi per fronteggiare l’offensiva ucraina, inclusi carri armati, sistemi missilistici e veicoli pesanti.
L’Unione Europea ha preso posizione sullo sconfinamento ucraino, definendolo parte di una “legittima guerra di difesa contro l’aggressione illegale” della Russia. Tuttavia, il governo italiano ha mostrato una certa cautela. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha sottolineato che l’obiettivo dell’Italia è fermare l’attacco russo e ripristinare il diritto internazionale, non intensificare il conflitto spostandolo sul territorio russo. Crosetto ha anche ribadito che le armi fornite dall’Italia a Kiev possono essere utilizzate solo per scopi difensivi e non per attacchi oltre il confine russo.
Questa posizione riflette una linea di condotta più prudente rispetto ad altri paesi NATO e UE, che hanno autorizzato Kiev a utilizzare le loro armi per colpire obiettivi in territorio russo. L’Italia, invece, insiste sul fatto che le proprie forniture militari devono essere impiegate esclusivamente per respingere gli attacchi russi sul suolo ucraino. La situazione si fa sempre più delicata e la posizione italiana si trova in equilibrio precario tra il sostegno a Kiev e il rispetto del principio di non belligeranza.
Attaccare la Russia sul proprio territorio, con il sostegno dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, apre scenari terrificanti che potrebbero condannare l’Europa all’ingresso formale in guerra. Crosetto è molto cauto perché comprende che una guerra in territorio russo violerebbe la nostra Costituzione.
Ma fino a dove intende spingersi l’Europa al fianco di Zelensky? Con l’Ucraina ormai data per persa, c’è il rischio che si cerchi di trascinare il mondo in una guerra mondiale.