Come sempre l’arch. Paolo Candidi dimostra sensibilità e disponibilità all’ascolto e alle sollecitazioni che riceve.
Lo abbiamo sentito telefonicamente per capire meglio cosa stia accadendo in montagna e soprattutto per chiedergli se tutte le piste che sono state aperte, sia sull’area dell’ex rifugio forestale e sulla Donzelletta, rispettassero i termini previsti dal capitolato e dal progetto di taglio.
All’architetto abbiamo fatto presente anche il materiale fotografico in nostro possesso. “Come abbiamo avuto modo già di dire la nostra attenzione sui tagli nel bosco è massima. – ha detto il dirigente comunale – Riguardo le attività che si stanno svolgendo posso dire che ad oggi quelle sono aree di cantiere nelle quali in questi giorni sono passati: il direttore dei lavori, il sovrintendente tecnico, la forestale, la polizia locale, i guardiaboschi e ci sono sufficienti controlli su queste attività. Raccolgo però la vostra segnalazione e la farò presente a chi di dovere”
L’arch. Candidi ha anche spiegato perché il bosco si presenta così “Quello che stiamo vedendo non è una attività lasciata al caso, perché si sta applicando il piano di assetto forestale deliberato da questo comune nel 2008 e che adesso sta trovando attuazione.”
Alla domanda sulla decimazione del monte Artemisio il dirigente comunale ha espresso la sua opinione “Ci dite che il bosco è decimato? Agli occhi di chi guarda può sembrare così, però queste sono attività silvocolturali previste dal piano di assetto. Possiamo pensare – ha aggiunto – che nel prossimo piano di assetto queste attività possano essere fatte con modalità diverse, magari raccogliendo indicazioni del consiglio comunale, delle associazioni, delle stesse ditte boschive. Il bosco di castagno viene messo a taglio ciclicamente e allo stesso modo si rigenera velocemente.”
“Ormai oltre duecento anni fa si fece la scelta di impiantare il castagno sul monte Artemisio per creare una economia legata a questo prodotto. – ha aggiunto l’arch. Candidi – La produzione di legno di castagno è una produzione che ciclicamente va manutenuta, applicando i piani di assetto forestale, indicando quali particelle, quali lotti e quali piante possano essere tagliate e quali debbano essere lasciare a dimora per rigenerare il bosco e mantenerne la salvaguardia”
“E’ evidente che nelle aree di cantiere terminati i lavori, laddove vengano riscontrate delle difformità, lo stato dei luoghi, dovrà essere ripristinato a spese della ditta. Deve rimanere così come lo hanno trovato – ha rassicurato il dirigente – abbiamo anche individuato tramite bando le figure terze che hanno l’incarico di riferire e controllare e posso affermare che lo stanno facendo”
Un’altra questione riguarda soprattutto anche gli incarichi di alcuni professionisti. Ovvero il progettista può essere anche il direttore tecnico, ancor se pagato dalla ditta che esegue il taglio?
Questa la risposta del dirigente comunale “Molto spesso negli appalti il progettista è anche direttore dei lavori, ma resta il fatto che sono state inserite anche altre figure di controllo e di verifica di quello che viene fatto, che relazionano sistematicamente le attività che vengono svolte sul monte Artemisio”.