E’ scattato il presidio dei lavoratori presso la RSA “Il Tetto” di Marino.
Una protesta annunciata già dai giorni scorsi, dopo l’ennesima sostituzione del personale dipendente della AssoHandicap co n i lavoratori della Coop Alteya senza avere un contratto di lavoro adeguato.
Le organizzazioni sindacali hanno più volte chiesto chiarimenti in merito a questo tipo di sostituzioni, atteso che la coop Alteya è di proprietà dell’amministratore di AssoHandicap.
Una situazione a dir poco chiara, secondo i sindacati e i lavoratori, che hanno espresso numerose perplessità al riguardo.
Questa la nota delle Organizzazioni sindacali, FP Cgil, UIL Fpl, CUB sanità, nella quale sono esplicitate le motivazioni della protesta e anche i rischi a cui i lavoratori e l’utenza potrebbero andare incontro.
“Lo stato di agitazione è dovuto alle seguenti motivazioni: si legge nella nota a firma sindacale – Prospettive di crescita della struttura e natura della collaborazione con la cooperativa ALTEYA: da tempo lavoratori e lavoratrici della cooperativa ALTEYA, di proprietà dell’amministratore di ASSOHANDICAP, prestano attività all’interno della struttura, svolgendo mansioni assistenziali, sanitarie e di coordinamento, senza che vi sia in essere alcun tipo di contratto di servizio tra i due enti. I cd. “volontari” (qualificati come tali dal presidente di Assohandicap), pur risultando dipendenti della cooperativa, intervengono in sostituzione del personale dipendente di ASSOHANDICAP nella turnazione.”
“Al fine di salvaguardare i diritti dei e delle dipendenti, le scriventi OO.SS. hanno più volte richiesto chiarimenti in merito alla natura dei rapporti esistenti tra ALTEYA e ASSOHANDICAP, ma ad ogni richiesta è stato opposto uno sprezzante rifiuto di fornire qualsivoglia spiegazione, in spregio degli articoli 8 e ibidem del CCNL ARIS in applicazione nella struttura.”
Dalle matrici turni, risulta, inoltre, che i dipendenti di Assohandicap vengono sostituiti con dipendenti di Alteya, assunti con contratto non conforme in uso in struttura.” prosegue la nota sindacale
“Riteniamo, a tale proposito, che i lavoratori e le lavoratrici, insieme all’ispettorato del lavoro, abbiano diritto di sapere quale è la natura della collaborazione tra i due enti e se la prospettiva è quella di sostituire il personale ASSOHANDICAP con “volontari” provenienti da enti terzi.”
“Assenza di un reale confronto con la direzione aziendale: tutte le richieste di confronto e le soluzioni tendenti a migliorare l’organizzazione del lavoro e dei turni, proposte dai lavoratori/trici e dalle Organizzazioni Sindacali, loro rappresentati sono state ignorate dall’azienda.”
“Ciò comporta, per i lavoratori e le lavoratrici, l’impossibilità di avere una scansione regolare del lavoro su tre turni e la sostanziale intensificazione del carico di lavoro, con un peggioramento anche della qualità dell’assistenza.”
“La Direzione dell’associazione ha violato gli accordi sindacali in essere (salvo tornare sui propri passi in extremis, quasi a voler dare un contentino), in particolare quelli relativi alla gestione delle ferie estive, in palese violazione anche delle norme contenute nel contratto ARIS RSA.” proseguono le Organizzazioni Sindacali
“Il nuovo regolamento interno, infatti, prevede norme draconiane tendenti a disciplinare/modificare alcuni istituti contrattuali, già frutto di accordi sindacali e soggette a trattativa sindacale in caso di modifica, quali: Turni di servizio, Programmazione ferie, Comunicazione di malattia, Utilizzo mezzi di comunicazione.”
“Il nuovo regolamento interno, infatti, prevede norme draconiane tendenti a disciplinare/modificare alcuni istituti contrattuali, già frutto di accordi sindacali e soggette a trattativa sindacale in caso di modifica, quali: Turni di servizio, Programmazione ferie, Comunicazione di malattia, Utilizzo mezzi di comunicazione.”
Secondo i sindacati “Abbiamo più volte richiesto un confronto con il direttore, unico responsabile de facto della gestione, il quale, tuttavia, le ha ignorate o, comunque, vanificate, con gesti di plateale sberleffo come la decisione di non presentarsi agli incontri, di non firmare i verbali di incontro sindacali e di non rispondere alle legittime richieste di chiarimento.”
Insomma un vero problema legato a norme ed applicazioni contrattuali. Proprio in questi appalti e subappalti, spesso si celano violazioni di diritti e contrazione dei salari.
Quei salari che in Italia hanno perso oltre il 3 per cento del potere di acquisto. Queste forme di lavoro, inoltre generano di fatto, un lavoro precario e mal retribuito, come più volte richiamato, oltre che dalle Organizzazioni Sindacali, anche negli ultimi rapporti Istat ed Eurispes.
Resta l’incognita della ASL che di fatto, potrebbe intervenire per chiedere il rispetto delle convenzioni, delle norme cambia appalto, aiutando anche il dialogo tra l’azienda e le Organizzazioni Sindacali.