Altro che volontà al dialogo. Si alzano i toni dello scontro sindacale tra la Assohandicap e i lavoratori della RSA “Il Tetto” di Marino.
Dopo la presa di posizione dei lavoratori e delle lavoratrici di manifestare, sostenuti da FP Cgil, UIL FP e CUB sanità, è arrivata secca la risposta padronale.
Sul posto agenti della Polizia hanno provveduto ad identificare i lavoratori che erano in presidio, tra questi un rappresentante sindacale, solo perché erano stati affisse delle bandiere.
Un comportamento insolito da parte delle forze dell’ordine che sono le prime in assoluto ad essere informate delle manifestazioni sindacali.
E quella dei lavoratori e delle lavoratrici della AssoHandicap è un presidio oltremodo pacifico.
Chi non è pacifico è invece l’amministratore di AssoHandicap e presidente della Coop Alteya che oltre a far intervenire la Polizia è andato ben oltre, minacciando alcuni giornalisti di querele se avessero pubblicato le notizie riguardanti il presidio sindacale.
Non contento di ciò, ieri ha chiamato due testate giornalistiche locali intimando la rimozione della notizia dai siti con la minaccia della querela se non l’avessero fatto. A quanto pare le testate in questione hanno rimosso la notizia, scatenando una reazione dei lavoratori in protesta.
Questo però è il clima che si respira a Marino, in una struttura che fornisce assistenza a persone affette da disabilità, gli unici che stanno subendo un danno per questo lungo braccio di ferro.
La Asl RM6 invece pare disinteressata, derubricando la vicenda come una questione sindacale, dimenticandosi però di essere lei ad aver dato al convenzione per questa struttura.
E le convenzioni come possono essere dare, possono anche essere revocate se, per esempio, si registrassero violazioni di quella convenzione.
Il Sindacato, unitariamente, continua con fermezza la sua protesta, nel richiedere chiarezza tra i rapporti tra coop Alteya ed Assohandicap, chiarezza sulla sostituzione del personale pagato da AssoHandicap a cui si applica un contratto di lavoro specifico, con quelli della Coop Alteya che oltre a non avere un contratto specifico, rimpiazzano personale con mansioni specifiche.
In gergo sindacale si potrebbe configurare una intermediazione illecita di manodopera, sulla quale forse potrebbe anche intervenire, motu proprio, l’Ispettorato del Lavoro.
FP Cgil, UIL FP, CUB sanità hanno ribadito la necessità di andare avanti nel presidio, lasciando però aperto lo spazio per il dialogo e la negoziazione, che pare però da parte padronale non sia recepita, se è vero che sono stati disdetti dalla Assohandicap tutti gli accordi sindacali in essere.
Sulla vicenda di ieri e l’intervento dell’azienda anche contro alcuni giornalisti, le Organizzazioni sindacali hanno emesso una nota nella quale stigmatizza il comportamento padronale di Assohandicap e della Coop Alteya, rivendicando la giustezze delle rivendicazioni e annunciando nuove iniziative a sostegno di questa vertenza.
“Nei giorni scorsi le lavoratrici e i lavoratori dell’associazione Assohandicap di Marino hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione per chiedere chiarezza in merito alle prospettive future dell’Associazione, divenuta, nel corso degli anni, un punto di riferimento della riabilitazione psicomotoria in tutto il territorio di Marino e dei Castelli Romani.” Dicono congiuntamente le Organizzazioni Sindacali
“Lo abbiamo fatto perché riteniamo inaccettabile che la mancanza di dialogo e di trasparenza in merito alle prospettive future mettano a rischi la reputazione di Assohandicap, costruita, in questi anni, grazie all’impegno e alla professionalità dei lavoratori e lavoratrici del Centro.”
“Al centro del nostro impegno ci sono sempre le famiglie e i nostri pazienti: per questo crediamo che non solo le lavoratrici e i lavoratori, ma anche gli utenti del Centro meritino chiarimenti sulla natura dei rapporti esistenti tra Alteya e Assohandicap, nonché sui motivi per i quali operatrici e operatori dipendenti di altre società prestino la loro opera al posto dei dipendenti Assohandicap.”
“Siamo profondamente convinti che il rispetto del dialogo sociale sia la base per assicurare gli alti standard di cura che, oggi, possono essere messi a rischio a causa della decisione dell’Associazione di disdire tutti gli accordi sindacali in essere, con l’unico risultato di aumentare i turni e i carichi di lavoro del personale.” prosegue la nota sindacale
“Abbiamo più volte espresso le nostre legittime preoccupazioni, alle quali l’Amministrazione di Assohandicap ha pensato di rispondere minacciando di querela i giornalisti che esercitavano il legittimo diritto di cronaca riportando le ragioni della protesta, anziché aprire un dialogo.”
“Non riteniamo corretto l’aver rimosso su richiesta dell’altra parte quanto da noi dichiarato e pertanto chiediamo di pubblicare nuovamente il nostro comunicato, che riporta puntualmente quanto sta accadendo presso la struttura. Ci preme sottolineare, inoltre, che ogni affermazione corrisponde a veridicità documentata e documentabile.” puntualizzano FP Cgil, UIL FP, Cub sanità.
“Altrettanto grave è stata la presenza delle forze di polizia nei locali Assohandicap, a seguito dell’imbandieramento della struttura, e l’identificazione di uno dei delegati sindacali, questione sulla quale chiederemo si faccia chiarezza, nel rispetto del diritto di manifestazione e di protesta garantito dalla Costituzione e dalle Leggi della Repubblica.”
“Per queste ragioni, rilanceremo nei prossimi giorni le azioni di protesta e di informazione, convinti che il futuro del Centro sia una questione che coinvolge tutta la comunità dei Castelli.” aggiungono le sigle sindacali che lasciano però uno spiraglio aperto al dialogo.
“Non abbiamo astio precostituito, il nostro intento è dare un apporto costruttivo affinché la RSA migliori in efficacia ed efficienza, perché Assohandicap siamo noi. Per questo auspichiamo che la Direzione, anziché rispondere ai nostri comunicati a mezzo stampa, voglia convocare i lavoratori e le lavoratrici e i loro rappresentanti per riannodare i fili del dialogo e rispondere alle nostre legittime domande e richieste.“