Un corso online a pagamento di soli due mesi può essere più efficace di anni di lavoro sul campo? A quanto pare si! Il nostro Ministero dell’ Istruzione e del Merito, privilegia alcuni, discriminando molti altri. E il merito è l’ultimo dei suoi obiettivi. Ma andiamo per ordine.
La questione riguarda le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) per il biennio scolastico 2024/2026. Docenti della classe di concorso di Assistente di sostegno nelle scuole superiori (ADSS) denunciano gravi iniquità legate all’attribuzione dei punteggi per i nuovi percorsi abilitanti universitari, regolati da un DPCM del 4 agosto 2023. Questi percorsi, conferiscono punteggi che influiscono notevolmente sulle graduatorie.
Molti docenti non ne erano consapevoli
La problematica principale risiede nel fatto che molti docenti non erano consapevoli dell’enorme impatto che tali titoli avrebbero avuto sulle graduatorie
Il percorso abilitante attivato dalle università in modalità prevalentemente online e della durata di circa due mesi, conferisce un punteggio fino a 36 punti, un valore sproporzionato rispetto agli altri percorsi e alle modalità di conseguimento. Il costo medio di questi corsi varia tra i 2000 e i 2500 euro. Dal mese di settembre c’è stata infatti una vera corsa delle università ad accaparrarsi gli aspiranti assistenti.
Molti docenti precari però, ignari dell’impatto del punteggio aggiuntivo, non si sono iscritti ai corsi, rischiando ora di essere scavalcati in graduatoria da chi invece ha potuto completare il “mini” percorso abilitante.
Gli anni di esperienza contano meno
Questo ha causato forti squilibri: operatori con poca esperienza ma con la fortuna di aver partecipato ad un mini corso si ritroveranno in testa alla graduatoria, mentre chi ha anni di esperienza sul campo verrà penalizzato, financo con la perdita del lavoro.
Per capire meglio l’incidenza di questi punti, basta paragonarli con percorsi formativi molto più seri ed impegnativi.
Il dottorato di ricerca, della dura di almeno due anni, che prevede una selezione durissima, assegna solo 12 punti; mentre il TFA Sostegno, un corso annuale con tre prove selettive e 150 ore di tirocinio, conferisce 36 punti.
Insomma era molto più conveniente non investire nelle vere competenze ma fare questi mini corsi a pagamento!
La disparità economica
A tutto ciò si aggiunge una disparità economica tra chi ha potuto investire tali risorse e chi no, e tra chi ha potuto seguire i corsi e chi, lavorando, non ha avuto questa possibilità.
La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che le università hanno attivato i percorsi abilitanti in maniera asincrona e disomogenea, o addirittura per alcune classi di concorso ( vedi A065) non sono proprio partiti, tagliando fuori di fatto una fetta considerevole di potenziali assistenti.
Inoltre alcuni docenti, pur iscritti, non riusciranno a completare il percorso in tempo utile per l’inserimento del titolo entro il 10 giugno, creando ulteriori disuguaglianze tra coloro che hanno scelto università più celeri e coloro che, per caso o mancanza di informazioni, si sono trovati in ritardo.
La posizione dei sindacati
I sindacati, accusati di non aver fornito informazioni chiare e tempestive, hanno contribuito a generare confusione e disorientamento tra i docenti. Molti di loro, infatti, non hanno avuto la possibilità di comprendere appieno le implicazioni del punteggio legato ai nuovi titoli abilitanti, vedendo ora compromesse le loro possibilità di ottenere incarichi di supplenza.
Alla luce di queste problematiche, i docenti chiedono con urgenza al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e al suo staff, di intervenire prontamente per sospendere la valutazione dei titoli abilitanti dei percorsi del DPCM del 4 agosto 2023 per le graduatorie della classe di concorso ADSS per il biennio 2024/2026. In particolare, richiedono di:
-Rivedere la tabella di valutazione dei titoli, garantendo una distribuzione più equa dei punteggi.
-Sospendere temporaneamente la valutazione del titolo abilitante di 30 CFU per le graduatorie del sostegno.
-Fornire un’informativa chiara e completa sui percorsi abilitanti e sulle loro ricadute in termini di punteggio per le prossime aperture delle graduatorie.
Le richieste per equità di trattamento
Queste richieste mirano a garantire equità di trattamento, correttezza delle informazioni e pari opportunità per tutti i docenti. Il futuro occupazionale di molti insegnanti è in bilico, e la tempestività dell’intervento ministeriale potrebbe essere decisiva per ristabilire un equilibrio nel sistema di attribuzione degli incarichi di supplenza.
In sostanza il ministero del Merito ha dato più punteggio a chi sulla graduatoria del sostegno ci rimane transitoriamente, perché proiettato a insegnare la materia della propria classe di concorso, rispetto a chi ha scelto, come missione, quella del sostegno.
Questa modalità va a discapito degli alunni con disabilità perché inficia la continuità, tema tanto caro al Ministro Valditara. Inoltre questa procedura rende evidente che a guadarci, in termini strettamente economici, sono le Università, che con il mino sforzo possono garantirsi una somma piuttosto considerevole.
Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio del Governo e probabilmente anche in questo caso saranno i tribunali amministrativi a dover dirimere la questione, con un danno enorme nei confronti dei lavoratori.