Seguendo la procedura prevista dall’affidamento alla ditta che gestisce in convenzione gli oltre 500 ettari di bosco, concluse le operazioni estive, sono riprese le operazioni di taglio del bosco di Velletri.
Questa volta, è il lotto di Colle del Favo ad essere oggetto di taglio, un’area di castagni con una particolarità: il soprassuolo appartiene al Comune di Velletri, mentre il sottosuolo appartiene al Comune di Lariano. Questa divisione risale a decenni fa, quando i territori di Velletri e Lariano furono separati a seguito dell’autonomia del comune larianese.
Ma cosa rende particolare questo lotto? Anzitutto, per procedere con il taglio, è necessaria l’autorizzazione del Comune di Lariano, proprietario del suolo, per il transito e le operazioni forestali. Quindi c’è da domandarsi se questa autorizzazione è stata fatta? Tuttavia, da un primo riscontro sembra che tale autorizzazione non sia stata concessa. Un fatto singolare, poiché senza queste autorizzazioni il taglio non potrebbe poter essere eseguito.
Inoltre, sul lotto di Colle del Favo è presente un reperto archeologico, noto e mappato sia dal Comune di Velletri che dal Comune di Lariano.
Questo reperto, catalogato dal Comune di Lariano e dalla soprintendenza archeologica, ricade nel lotto, e per eseguire il taglio dovrebbero essere applicate le specifiche prescrizioni di tutela, che prevedono una distanza minima di 100 metri attorno all’area archeologica.
Tuttavia, le foto scattate pochi giorni fa mostrano che la marcatura degli alberi non sembra rispettare queste disposizioni. Solamente un albero vicino al reperto sarebbe stato segnato, il che potrebbe significare che gli altri circostanti potrebbero essere abbattuti.
La soprintendenza è stata informata? Oltre a quelle della soprintendenza, dovrebbero anche essere applicate le prescrizioni rilasciate dal Parco Regionale dei Castelli Romani.
La domanda è: sono state rilasciate? Anche perché in assenza delle prescrizioni, che devono essere allegate al progetto di taglio, non sarebbe possibile eseguire i lavori.
Gli uffici comunali di Velletri, che sono stati interpellati al riguardo, ancora non hanno reso ancora note tali prescrizioni. Le prescrizioni sono necessarie per ogni lotto, al fine di evitare eventuali problemi che purtroppo sul Monte Artemisio si sono già verificati e che sono oggetto di un processo presso il Tribunale di Velletri, la cui prossima udienza si terrà a febbraio.
Normalmente quando si verificano problemi, gli uffici preposti dovrebbero essere maggiormente attenti, come tra l’altro evidenziato dallo stesso dirigente al patrimonio di Velletri, Dottor Candidi.
Ma rimangono ancora delle domande. Qual è il ruolo dei guardiaboschi, che sebbene retribuiti dalla ditta, rispondono e relazionano al Comune di Velletri, essendo responsabili del controllo delle operazioni di taglio? Tali attività dovrebbero essere definite da un disciplinare controfirmato. Questi guardiaboschi possiedono le qualifiche necessarie e hanno relazionato le eventuali criticità? Hanno informato il dirigente al patrimonio del Comune di Velletri? E come operano sul territorio di Lariano, che non è di pertinenza del Comune di Velletri?
Che ruolo ha il progettista e coordinatore tecnico, l’agronomo Dezzi, che in passato è stato consulente del Comune di Lariano? Ha predisposto le operazioni di taglio per salvaguardare il reperto archeologico e ha collaborato con il Comune di Lariano?
Il Comune di Velletri sta verificando i criteri selettivi applicati nei tagli per evitare danni economici futuri? L’applicazione corretta di tali criteri consentirebbe al Comune di aumentare il valore dei lotti da tagliare negli anni successivi, come previsto dalla normativa forestale, che richiede di mantenere in piedi le piante migliori.
Anche il rispetto dei confini dei lotti, soprattutto nei tagli finali, è un aspetto importante, poiché un eventuale sconfinamento potrebbe causare un danno economico per il Comune e un vantaggio per la ditta. Inoltre, il valore del bosco, affidato in concessione, non è stato rivalutato negli anni, un’operazione che dovrebbe essere compiuta con il prossimo piano di assetto forestale che il Comune dovrà redigere.
Proprio in questi giorni il Comune di Velletri ha nominato il dr. Burchielli quale direttore dei lavori di cantiere per alcuni lotti, come da determina dirigenziale 1524 del 16/10/2024. Lo stesso agronomo che aveva rilevato i danni oggetto del processo in corso, oggi assume la direzione dei lavori per il taglio diradato delle particelle forestali del PGAF comunale.
La salvaguardia del patrimonio boschivo dovrebbe coinvolgere tutti, in particolare la politica. Tuttavia, nonostante le promesse elettorali di rivalutare la gestione forestale dell’Artemisio, le azioni concrete sembrano trascurare le iniziative avviate dai cittadini e dai comitati.
È evidente che l’Artemisio sia un patrimonio comune, da preservare e valorizzare a beneficio di tutti. La tutela del patrimonio boschivo va oltre le passeggiate ecologiche: è una responsabilità condivisa, che dovrebbe impegnare attivamente tutti i soggetti interessati affinché questo patrimonio resti intatto.