Continuano le segnalazioni da parte dei cittadini dei tagli e questa volta delle discariche, nei boschi dei Castelli Romani.
E’ la volta di monte Cavo a Rocca di Papa, dove il gruppo Bike Monte Cavo ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica quanto trovato ieri nella passeggiata in bici.
Tagli delle ceppaie, sentieri chiusi con cartelli senza le necessarie autorizzazioni di legge, rifiuti sparsi e disseminati lungo il sentiero.
Una vera indecenza nel cuore del Parco dei Castelli e nella città, Rocca di Papa, sede del Parco regionale dei Castelli Romani.
Ed è evidente che questa situazione non si è generata dalla sera alla mattina.
La questione ambientale, dunque, prende sempre più corpo e di sicuro animerà la discussione politica delle prossime settimane, che vedrà tra l’altro ulteriori manifestazioni messe in campo dai comitati dei cittadini.
Dalla raccolta di firme per bloccare la realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba a quella contro la Bretella Cisterna Valmontone, che taglierà in due l’area di pregio delle campagne di Velletri, Giulianello di Cori, Artena.
Come più volte sottolineato dalle associazioni ambientaliste, questo combinato disposto, tra inceneritori, bretelle, tagli del ceduo in maniera massiva, possono generare un peggioramento della qualità della vita dei cittadini dei Castelli, ma soprattutto il rischio di aumento di produzione di CO2 che la natura potrebbe far fatica a smaltire.
Oltre a tutto ciò, sostengono le associazioni ambientaliste, c’è il rischio anche di aumento di malattie cardiorespiratorie, anche se su questo aspetto bisognerebbe approfondire con studi analitici, senza creare allarmismi.
Quello che più balza agli occhi, dai tagli del bosco di Velletri, la situazione di Nemi, il taglio del lecceto di Genzano, i tagli e i rifiuti abbandonati su monte Cavo, è l’assenza, o per meglio dire, il silenzio assordante del Parco Regionale dei Castelli Romani.
L’Ente sembra proprio non accorgersi di cosa sta accadendo, e intanto prosegue nelle iniziative per la ricorrenza dei 40 anni dell’istituzione del Parco, che nacque sotto la fortissima spinta dei cittadini, dall’idea all’epoca anche visionaria del dr Paolo Bassani, delle amministrazioni comunali dell’epoca.
Chissà cosa direbbe oggi il dr. Paolo Bassani, vedendo cosa sta accadendo nel “suo” Parco dei Castelli?
Ed a vedere cosa si trova nel sito del Parco fa sorridere, amaramente, il rilancio della notizia del progetto Rete Natura 2000 che così recita:
“L’Unione europea si impegna a difendere la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche sul territorio degli Stati membri.
A tale scopo è stata creata una rete ecologica di zone speciali protette, denominata «Natura 2000».
La Rete Natura 2000 comprende zone speciali di conservazione, designate dai paesi dell’UE. La rete include anche le zone di protezione speciale, classificate ai sensi della direttiva Uccelli (direttiva 2009/147/CE).”
Forse sarebbe il caso che la direttrice del Parco, il Commissario insieme al Consiglio Direttivo, si facciano una passeggiata nel territorio, uscendo dalla sede di Villa Barattolo.
Così come non si riesce a capire cosa stiano facendo le istituzioni demandate a vigilare e controllare, tra cui i carabinieri forestali e gli stessi guardiaparco, solerti ed impeccabili a sanzionare i proprietari di muretti a secco riadattati, con denunce per abuso edilizio.
Ma la stessa solerzia pare proprio non esserci per quanto sta accadendo nei boschi dei Castelli e vorremo invece essere smentiti.
Due pesi e due misure? Vogliamo credere di no, ma per quanto stiamo visionando in queste settimane è difficile credere il contrario.
Intanto venerdì scorso a Velletri l’Ente Parco ha presentato il progetto di cittadinanza attiva per preservare il bosco dalle discariche abusive alla presenza delle due associazioni ambientaliste cittadine Legambiente Artemisio e Fare Verde Velletri – Colli Albani.
Tolleranza zero contro chi abbandona i rifiuti nel Parco, hanno detto il Commissario e la Direttrice, chissà se nei prossimi giorni, vedendo queste foto riusciranno a fare qualcosa?
Resta il baluardo dei cittadini contro l’utilizzo massivo dei tagli dei boschi cedui, sia in zona protetta che nelle aree comunali, contro le discariche abusive.
Una sorta di sentinelle volontarie, che cercano di portare all’attenzione i problemi ambientali di questo territorio.
Questa mattina a Genzano di Roma, a partire dalle ore 10 in piazza Frasconi ci sarà un presidio del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani che porterà all’attenzione dell’opinione pubblica queste problematiche, esponendo le fotografie di quanto sta avvenendo, chiedendo inoltre spiegazioni all’amministrazione comunale sul taglio per “errore” del lecceto di via del Perino.
“Stiamo cercando di adoperarci affinché i boschi del parco dei Castelli non debbano essere depauperati ma preservati.” fanno sapere dal Comitato.
“8000 ettari di boschi che vengono sistematicamente tagliati e molte volte, sembra proprio senza controlli accurati e puntuali.“
“Le discariche presenti, lo sfoltimento dei boschi con il rischio di aumento della CO2. Questi problemi contribuiscono anche all’abbassamento delle false acquifere dei nostri laghi, complice anche il cambiamento climatico in atto ed aumentano il rischio ideologico.“
“Questi problemi – aggiunge il portavoce del Comitato – potrebbero addirittura peggiorare se non si crea una coscienza collettiva.”
“Dobbiamo fare una vertenza ambientale per far sì che il parco non sia più solo a disposizione degli interessi delle ditte.”
“Alcuni tagli boschivi hanno cancellato i sentieri della via Francigena, a Nemi, mentre il taglio a Rocca di Papa, ha di fatto distrutto l’ippovia che è costata ai cittadini 200 Mila euro andati sprecati.“
“Ma nessuno ha previsto che il taglio non arrecasse danni ai sentieri della Francigena e non distruggesse l’Ippovia?”
“Se serve solo per le ditte a che serve l’Ente Parco? – si domanda legittimamente il Comitato- L’Ente parco nasce per preservare e valorizzare i16 Mila ettari di cui 8 Mila sono boschi.”
“Sui tagli fatti male, sui danni provocati perché l’Ente parco non si costruisce parte civile? Perché non lo ha fatto a Velletri? Perché non lo ha fatto a Genzano, Nemi, Rocca di Papa?”
Domande legittime che meritano risposte adeguate ed azioni consequenziali. E statene certi che le andremo a cercare.