Sono 776 i morti sul lavoro. Arrivano i nuovi dati dell’Inail in merito all’andamento degli incidenti, infortuni e malattie professionali dei primi nove mesi di questo anno.
Numeri sconfortanti con 433.002 denunce di infortunio e 65.333 denunce di malattie professionali.
Le denunce per infortunio sono in aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (430.829), quelli in itinere aumentano del 5,1%, con 71.198 casi rispetto al 2023 con 67.765 avvenimenti.
Nei casi mortali, in riferimento al medesimo periodo dell’anno precedente, si registra un aumento di 15 decessi sul lavoro.
Per le malattie professionali la tendenza è maggiormente sensibile e preoccupante con un aumento del 22% rispetto ai 11.778 del 2023.
Ormai è diventata una prassi, una triste consuetudine nel ricordare che i dati Open data INAIL, già alla pubblicazione non sono più aggiornati.
Morti, drammi, persone che non tornano a casa, famiglie senza i loro cari, una guerra quotidiana nel mondo del lavoro alla quale non riusciamo a porre una tregua e una soluzione.
La patente a crediti è ormai in vigore dal 1°di ottobre e per il settore edile non sembra avere portato alcun beneficio.
Uno strumento basato sulla autocertificazione/dichiarazione, lascia il tempo che trova e perde totalmente di efficacia ai fini della prevenzione.
Prevenzione, una parola che si ripete sempre e costantemente in ogni situazione.
E’ necessaria una radicale trasformazione e un netto cambiamento di una errata forma mentis lavorativa troppo radicata, lasciando un margine elevato alla sottovalutazione del rischio, del pericolo e della loro conoscenza.
L’esperienza rimane la triste arma della prevenzione che associata alla costante fretta delle lavorazioni crea un connubio tragico.
Il lavoro merita dignità, maggiori tutele, rispetto, in tutte le sue forme e applicazioni.
Devono essere riconosciuti i diritti dei lavoratori ad essere adeguatamente formati e addestrati, di lavorare in sicurezza con procedure e attrezzature di lavoro adeguate e idonee.
La dignità del lavoro è azzerare le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali che feriscono la nostra società e la coscienza di ognuno di noi che non possiamo restare indifferenti.
La tutela della sicurezza sul lavoro, il benessere lavorativo, il lavoro sicuro è un diritto di ogni lavoratore che non possiamo rinunciare. Ma per riuscire in questo intento ci sarebbe bisogno di legge e norme attuabili, di servizi ispettivi efficienti ed efficaci e di pene esemplari e senza sconti per i datori di lavoro senza scrupoli