Ancora un arresto per Marcello Colafigli, meglio noto come Marcellone, storico leader della Banda della Magliana, era stato uomo di fiducia di Franco Giuseppucci.
Secondo i giudici Colafigli , di anni 70, era ancora dedito al traffico e allo spaccio di droga nonostante fosse in semilibertà dal 2020.
Colafigli fu l’autore, insieme ad Antonio Mancini, dell’agguato ai fratelli Proietti, rei di aver ucciso il capo della banda Franco Giuseppucci, detto er Fornaretto. Immediatamente dopo l’agguanto, dove uccisero a colpi di pistola Maurizio Proietti, furono inseguiti dalla polizia e si barricarono in palazzo in via Donna Olimpia. Dopo diverse ore si consegnarono agli agenti. Un regolamento di conti che fece comprendere a tutti la portata criminale della Banda e dei suoi affiliati.
Colafigli venne poi condannato come mandante dell’omicidio del boss Enrico De Pedis, detto Renatino, avvenuto nel febbraio del 1990.
Marcello Colafigli, condannato all’ergastolo, era in semilibertà dal 2020 e prestava servizio in una cooperativa sociale, indagata in questo nuovo procedimento penale. Secondo il GIP, Colafigli intratteneva rapporti stretti con le maggiori organizzazioni criminali del nostro Paese al fine di importare sostanze stupefacenti dalla Colombia.
Nonostante i tantissimi anni di galera, secondo il GIP l’attitudine criminale di Colafigli non è mai venuta meno.
Passano gli anni ma la storia della Banda della Magliana continua a riemergere come se il tempo si fosse cristallizzato.